Il nuovo decreto Covid, arriva il via dal Consiglio dei Ministri

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Di Redazione Metropolitan

Il nuovo decreto Covid è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Non ci saranno zone gialle o bianche fino alla fine di aprile, spostamenti vietati in tutto il Paese, bar e ristoranti, cinema e teatri, palestre e piscine chiuse. L’unica novità effettiva è l’obbligo di vaccinarsi per gli operatori sanitari e anche per i farmacisti. Nel frattempo in casa Draghi è lite fra Salvini e Speranza.

Nuovo decreto Covid, le misure

Il consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto anti Covid, che sarà in vigore dal 7 aprile. Vi è la sostanziale conferma dell’impianto delle misure già in atto, ma sono state introdotte alcune importanti novità: l’obbligo di vaccinarsi per tutto il personale che opera nella sanità, farmacisti compresi. Inoltre non sarà possibile visitare parenti e amici in zona rossa, e in zona arancione sarà possibile all’interno della regione una sola volta al giorno e in un massimo di due persone.

Ma se l’andamento della pandemia e della campagna di vaccinazione lo consentiranno, saranno possibili deroghe per ripristinare le zone gialle e dare corso ad alcune aperture anche prima del 30 aprile. Non ci sarà dunque un allentamento subito dopo Pasqua ma ci sarà la verifica sui dati, che potrebbe portare a riaperture anticipate con una semplice delibera del Cdm.

Nel decreto ci sarà una norma per sbloccare i concorsi nella Pubblica amministrazione, dopo il via libera del Comitato tecnico scientifico al nuovo protocollo. La bozza del decreto legge prevede infatti che: “Dal 3 maggio 2021 è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni“. Lo svolgimento delle prove deve avvenire “nel rispetto delle linee guida validate dal Comitato tecnico scientifico”.

Le reazioni del Consiglio dei ministri

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha cercato quindi di mettere d’accordo l’ala rigorista della maggioranza, che non voleva neanche il riferimento alle possibili deroghe, e le forze politiche, Lega in testa, che spingevano per le riaperture. Sono state necessarie altre due ore di discussione per trovare un punto comune, che si è raggiunto solo dopo la determinazione della verifica dei dati.

Speranza si dice soddisfatto della decisione presa: “Il decreto mette la tutela della salute al primo posto“. La Lega invece ribadisce: “Subito dopo Pasqua il governo valuterà eventuali riaperture“. Salvini avrebbe preferito un’apertura maggiore: “Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza“. Ha puntualizzato poi che ad ogni modo si è ottenuto il commissariamento di Speranza e del Cts.

I ministri di Forza Italia si dicono soddisfatti per la possibilità di “aperture mirate già prima della fine di aprile“.

Dal PD si alza la voce di Francesco Boccia, deputato e membro della Segreteria nazionale: “Gli attacchi della Lega al ministro Speranza e al Cts sono inqualificabili e indegni. Le notizie che arrivano dalla Francia meritano il massimo rispetto e la considerazione sia da parte di chi è al governo sia da parte di chi vorrebbe riaprire tutto e presto. Riaperture affrettate rischiano di sfuggire di mano per la contagiosità estrema della variante inglese. Chi non vuole guardare la realtà potrebbe accorgersi che gli effetti devastanti degli errori di sottovalutazione della situazione precipitano in pochi giorni“.

Nuovo decreto covid il vaccino obbligatorio

La vaccinazione sarà requisito essenziale per l’esercizio della professione per “Gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali“. Per chi dovesse rifiutarsi è previsto lo spostamento a mansioni, anche inferiori con il trattamento economico corrispondente alle mansioni esercitate. Se ciò non fosse possibile, per il periodo di sospensione non sarà dovuta alcuna retribuzione. 

La bozza del Decreto legge, all’esame del Consiglio dei ministri, stabilisce che la sospensione dei sanitari no vax durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. Chiaramente gli interessati avranno subito diritto al completamento del piano vaccinale qualora dovessero ripensarci. Inoltre la sospensione interverrà solo qualora non fosse possibile assegnarli a mansioni diverse del lavoratore che non implicano il rischio di diffusione del contagio. 

I medici si dicono delusi dal nuovo DL, in merito allo scudo penale e all’obbligo vaccinale. Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli ha detto: “E’ incompleta e insufficiente la tutela penale per i professionisti, che hanno operato in un contesto straordinario. E poco incisive anche le norme sull’obbligo vaccinale” – aggiunge – “Se il decreto legge sarà approvato nei termini delle bozze che stanno circolando non possiamo nascondere un pò di delusione“.

Lo scudo penale per i somministratori

Nel decreto ci sarà anche lo scudo penale per i somministratori, che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave. Per omicidio colposo e lesioni personali colposeverificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV -2, effettuata nel corso della campagna vaccinale (…). La punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione”

Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia in un’intervista ha sostenuto: “Se il governo intende varare una misura per mettere in sicurezza il personale medico impegnato nella campagna di vaccinazione, non ho nulla in contrario. Certo gli scudi penali di per sè non sono un’ottima idea , ma siamo in momento eccezionale, di cui dobbiamo farci carico. Siamo collaborativi e siamo convinti che questi sacrifici e dalle limitazioni alla libertà personale usciremo quando la pandemia sarà alle spalle“.

Il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, dopo aver approvato il DL anti-covid ha dichiarato: “L’intervento giuridico sull’obbligo vaccinale è in linea con l’obiettivo di accelerare il completamento del piano di vaccinazione, priorità su cui l’intero Esecutivo è concentrato. E in questa direzione, va anche la norma sulla responsabilità sanitaria da somministrazione del vaccino anti covid“.

La tensione con le regioni

Il Consiglio dei ministri ha quindi dato il via libera al nuovo decreto legge Covid, nonostante resti la tensione sulla questione delle aperture. Come detto in precedenza, nel provvedimento si prevede che la zona gialla sia abolita fino al 30 aprile, e sono previste possibile deroghe, che passano comunque dal Cdm, in caso di dati particolarmente positivi per una zona.

Inoltre è arrivato lo stop alla possibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze, come hanno fatto in questo anno di emergenza, per chiudere le scuole nonostante le indicazioni nazionali prevedessero la presenza in classe. Quindi si nota come con il governo Draghi regioni e province siano state almeno in parte accantonate nel processo decisionale.

Un semplice esempio viene dalla dichiarazione di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci “Leggiamo dalle agenzie di stampa che il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge in materia di misure anticovid. Scopriamo che non ci sono più zone bianche e gialle e che molte attività economiche resteranno chiuse per ancora un mese senza alcuna certezza sui tempi di erogazione dei ristori per le chiusure precedenti. E per la prima volta i sindaci e i presidenti di Provincia non sono stati consultati né informati sulle misure contenute nel testo“.

Giacomo Cattani