Leonardo Sinisgalli, poeta, saggista e critico d’arte italiano, è nato Montemurro il 9 marzo 1908 e muore a Roma il 31 gennaio 1981. Oggi in occasione dell’anniversario della sua nascita decantiamo Leonardo Sinisgalli, noto con l’appellativo di Il Poeta ingegnere o Il Poeta delle due Muse, per il suo intento di coniugare insieme nelle sue opere la cultura umanistica e la cultura scientifica.
Accenni biografici su Leonardo Sinisgalli
Leonardo Sinisgalli nasce a Montemurro in provincia di Potenza in Basilicata. Da giovane frequenta la bottega di Don Vito Santoro, suo mentore che incita la madre a fargli proseguire gli studi. Leonardo nel 1918 frequenta il Collegio Salesiano a Caserta e poco dopo il Collegio di Benevento e infine a Napoli. Già in questi anni mostra una propensione verso le materie scientifiche, in cui riporta ottimi risultati. Infatti una volta a Roma decide di iscriversi alla facoltà di Matematica. Lo stesso Sinisgalli sosterrà in futuro che la matematica ha esercitato un ascendente enorme sulla sua poetica.
Decide di passare alla facoltà di ingegneria e in questi anni è molto attivo nella vita artistica e intellettuale dell’Urbe. Sviluppa una grande passione per il poeta crepuscolare Sergio Corazzini, fonte d’ispirazione per il suo primo scritto intitolato Cuore, pubblicato nel 1927. Con lo scopo di coltivare i suoi interessi letterari nel 1929 rifiuta l’invito ricevuto da Enrico Fermi di entrare a far parte del suo istituto di Fisica ubicato in via Panisperna. Si laurea in Ingegneria Elettronica e Industriale nel 1931.
Leonardo Sinisgalli si traferisce a Milano: primo periodo
Subito dopo aver concluso l’esame di Stato a Padova, va a vivere a Milano. Fondamentale è l’incontro con Giuseppe Ungaretti, che esercita una forte influenza sulla sua poetica da cui tuttavia si distingue per una maggiore discorsività e semplicità dei versi. Ungaretti esprime la sua ammirazione sul giovane Sinisgalli, prima tramite una corrispondenza sulla Gazzetta del Popolo e poi a Torino in occasione di una conferenza su Petrarca. Leonardo partecipa ai Littorali per la gioventù a Firenze e nel 1934 vince con la sua poesia Interno Orfico, componimento duramente criticato da Telesio Interlandi sul giornale fascista Tevere. L’anno dopo Leonardo ritorna nella sua terra natia dove si occupa della prima stesura del Quaderno di geometria e di altri componimenti destinati ad essere pubblicati in futuro.
La pubblicazione delle sue poesie attira l’attenzione Emilio Cecchi e De Robertis, che gli dedica un saggio su la Letteratura. Sinisgalli in questi anni si impegna nell’attività pubblicistica e scrive su riviste di arredamento e architettura. Leonardo tenta di coniugare insieme la sua duplice esperienza maturata in campo letterario e scientifico, intento che gli consente di guadagnarsi l’appellativo di Il Poeta ingegnere o il poeta delle due Muse. Nel 1937 risponde ad un annuncio che gli consente di ottenere un contratto con la Società del Linoleum come organizzatore di convegni e collaboratore di una rivista specializzata. L’anno successivo lavora presso Olivetti come responsabile dell’ufficio tecnico della pubblicità. I manifesti pubblicitari e le vetrine da lui progettate assurgono come preludio delle tecniche tipiche della pop-art.
La seconda guerra mondiale
Prima della Grande guerra, Sinisgalli pubblica Campi Elisi, opera con la quale dichiara la sua adesione alla corrente letteraria dell’ermetismo. Tuttavia, i suoi versi di contraddistinguono per la loro estrema leggibilità e la consistenza dei sentimenti espressi in opposizione a quell’oscurità tipica delle liriche ermetiche oggetto di numerose critiche. Quando scoppia il secondo conflitto mondiale Sinisgalli viene chiamato alle armi con il ruolo di ufficiale prima in Sardegna e poi a Roma. In questo periodo pubblica Furor mathematicus e Horror vacui, in cui emergono le sue competenze tecnologiche. I tratti caratteristici della sua poesia di esordio non subiscono modifiche.
Nel 1943 pubblica per Mondadori nella collana dello Specchio Vidi le Muse con la prefazione di Gianfranco Contini, il quale in seguito nella collana raccoglie tutta la produzione poetica di Sinisgalli realizzata tra il 1931 e 1942. Una volta liberata l’Italia si occupa di traduzioni e collabora con riviste, entra nella redazione de Il costume politico e letterario. Parecchi editori romani rifiutano molte sue proposte letterarie e scientifiche. Nel 1947 pubblica I nuovi Campi Elisi e Quadernetto alla polvere, nei quali Sinisgalli si avvale dell’utilizzo di forme più distese mantenendo una matrice profonda, in cui mitizza una dimensione ancestrale.
Il ritorno a Milano: secondo periodo
Leonardo Sinisgalli decide di ritornare a Milano e qui lavora alla Pirelli come direttore artistico. In collaborazione con Arturo Tofanelli fonda l’House organ Pirelli, la rivista del gruppo. Essa diventa per Sinisgalli il principale campo di sperimentazione, che troverà massima espressione nella sua rivista Civiltà delle macchine. Si occupa dell’aspetto propagandistico dell’azienda: organizza cicli di conferenze, allestisce mostre. Gira due documentari scientifici Lezione di Geometria incentrato sui solidi superiori e Millesimo di millimetro. Nel 1950 pubblica una versione ingrandita di Furor Mathematicus, il quale comprende testi di varia natura: architettura, geometria, arte e matematica.
La rivista Civiltà delle macchine
Nel 1953 insieme al fratello redattore, due segretarie e un fattorino fonda la rivista Civiltà delle macchine promossa dalla Finmeccanica, di cui era presidente Luraghi. Il principale obiettivo della rivista è quello di aprire ai tecnici il mondo delle lettere e agli umanisti il mondo delle macchine. Sinisgalli lavora intensamente per il gruppo Finmeccanica creando slogan, inventando nomi e curando mostre. Una volta che Luraghi si allontana dal progetto, la rivista passa nelle mani dell’Iri. Ha inizio così un lento processo di declino che spinge Leonardo a lasciare la direzione con profondo risentimento. La rivista, nonostante la sua assenza, continua a pubblicare, ma non mantiene l’essenza e struttura di una volta.
Gli ultimi anni
Sinisgalli si dedica ad un lavoro di propaganda per l’Agip e lavora come consulente part-time per l’Alitalia. Il suo estro artistico diventa sempre più sterile senza però tuttavia alterare la qualità delle sue poesie. Le sue attenzioni si concentrano nel disegno e nel ritratto e nel 1962 espone nella Gallerie Apollinaire a Milano. A Roma fonda La botte e il violino, una rivista di design, che chiude poco dopo per i costi elevati. Collabora con Il Mondo e con Il Tempo illustrato, in quest’ultimo si occupa di una rubrica di critica d’arte. Sinisgalli crea una nuova House organ Il quadrifoglio, rivista di automobilismo.
Nonostante l’infarto nel 1967 si dedica insieme al fratello alla realizzazione di un programma per la radio La lanterna. Lavora per Il Settimanale e per Il Mattino, sul quale rende pubbliche le sue memorie. Nel 1980 fonda a Roma la galleria Il Millennio e la mostra di inaugurazione è proprio dedicata ai suoi pastelli e acquerelli. L’anno successivo muore a causa di un infarto.
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Elisa Adamo