Il premier incaricato Conte consulta i partiti politici alla Camera

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Di Redazione Metropolitan

Dopo aver terminato le consultazioni alla Camera, Conte ha incontrato le associazioni delle vittime delle truffe  bancarie: “Risarciremo i truffati”.

Il giurista incaricato dal presidente Mattarella di formare un governo, ha concluso l’incontro con i partiti, a cui ha rivolto queste parole: “Desidero ringraziarli tutti vivamente per la franca e cortese interlocuzione che ho avuto con tutti loro, è stata una giornata proficua da tutti i punti di vista”,     e inoltre: “Dedicherò l’intera giornata di domani ad elaborare una proposta da sottoporre a al presidente della Repubblica, i ministri che proporrò saranno politici, così come il sottoscritto, saranno persone che condividono obiettivi e programmi del governo del cambiamento e che avranno dato prova di poter adempiere alle funzioni pubbliche loro affidate con disciplina e onore”.

Questa è stata la prima sfida per il neo premier, il quale ha dovuto sondare l’affidabilità dell’esecutivo basato sul contatto M5S-Lega. Ora è al lavoro per la scelta dei ministri, i quali a suo dire, saranno tutti politici. Abbastanza incerti i nomi per ora. Lo stesso Di Maio al termine della consultazione con Conte ha affermato: “Sui ministri decideranno il premier designato e il Quirinale”.

Il primo giro di consultazioni si è aperto alle12 con l’incontro con Emma Bonino, la quale si è schierata in difesa dell’Unione Europea e ha sottolineato come il legame tra gli stati europei non debba essere lenitivo, ma solo una forza maggiore per l’Italia. “Gli interessi dell’Italia si difendono in Ue e non contro la Ue”. Si è dichiarata, inoltre, insieme al suo partito, pronta per una forte e dura opposizione.

Poi è stato il turno della leader di FDI Giorgia Meloni, che spera “che il governo faccia bene nonostante noi non ci saremo”. Informa che su tutti i provvedimenti che erano del programma del centrodestra loro sono attivi: “Sul controllo dell’immigrazione, l’aiuto per la natalità, il sostegno alle forze dell’ordine. Su tutte queste cose siamo con la maggioranza così come sulla flat tax. Sul resto faremo le sentinelle nel rispetto di chi ha votato noi e centrodestra”.

“Al presidente Conte abbiamo confermato le nostre valutazioni politiche, i nostri giudizi negativi rispetto a quello che è accaduto fin qui e alle scelte e ai contenuti del contratto di Lega e M5S che abbiamo trovato. Se si parte da quelle scelte non si può che trovare il Pd su un fronte alternativo”, si è così espresso il capogruppo al PD Maurizio Martina al termine della consultazione con Conte.

Berlusconi, dopo il colloquio con Conte, ha avuto una conversazione con il leader della Lega, che insieme a tutta la delegazione, era in procinto di recarsi dal premier. Successivamente Berlusconi è andato via dalla Camera senza rilasciare alcuna dichiarazione. 

Matteo Salvini ha dopo dichiarato che: “Siamo convinti che nelle prossime ore si possa partire con la soddisfazione di tutti, anche di coloro che non voteranno la fiducia. Sapremo convincere gli amici del centrodestra non con i posti, perché sarebbe irrispettoso per noi e per loro, ma con i progetti”, ha poi detto il leader della Lega dopo le consultazioni con il premier incaricato. Lasciamo a Conte l’onore e l’onere di proporre i nomi e i ruoli di chi si farà carico di realizzare quello che gli italiani aspettano”, ha aggiunto il leader della Lega.

L’ultimo incontro è stato quello con Di Maio a rappresentanza del Movimento 5 Stelle. Ammettendo la sua felicità e soddisfazione per il traguardo raggiunto dal Movimento 5 Stelle, ha affermato: “Oggi siamo molto felici, ci sono ancora alcune questioni da affrontare, dei ministri se ne occuperanno Conte e il presidente Mattarella, noi siamo una delle due forze che fa parte della maggioranza che mira a governare 5 anni”.

Voci fuori dal coro e non presenti a colloquio con l’incaricato premier sono state quelle dell’uscente ministro dell’economia Padoan, che ha rivendicato il recupero del PIL dal 2008 per mezzo dei governi di Centro sinistra, e Matteo Renzi, il quale ha manifestato l’intenzione del PD di schierarsi apertamente e saldamente all’opposizione. Ha, infatti, sentenziato: “Opposizione dura e rigorosa, ma civile. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l’establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse”

 

Claudia Colabono