A dicembre “Il Primo Natale” il nuovo film di Ficarra e Picone.
C’è una frase in particolare che sintetizza l’esodo del siculo giovane per altri lidi. La suddetta si esprime al seguito di una domanda specifica e imprescindibile: “Com’è la Sicilia?” e la risposta celere, senza esitazioni: “Bella, da turista, ma viverci…”. L’aposiopesi, non viene mai completata, approfondita, ma rimane appunto sospesa, intuitiva, non tanto per l’omertà territoriale ma per un atavico malessere che però muta spesso in nostalgia. Impavido chi è rimasto e chi rimane e onorevole, beatifico chi ne tiene alto il nome. Chi più ne ha caratterizzato le coste nell’ultimo decennio è certamente il metonimico duo Ficarra e Picone, sinonimo di comicità.
Ormai veterani del grande schermo e reduci da consecutivi successi si apprestano, è proprio il caso di dirlo, a regalarci la loro settima opera registica che uscirà a ridosso delle festività natalizie il tredici dicembre. Il film, “Il primo Natale”, è un omaggio al capolavoro “Non ci resta che piangere” dell’eccezionale coppia Troisi-Benigni di cui l’aggettivo riporta proprio la straordinaria eccezione che ha contraddistinto la di loro collaborazione. Ficarra e Picone sono rispettivamente un ladro e un prete, dinamica sociologica che ricorda il francese “Il missionario” di Roger Delattre, che tornano indietro nel tempo ai tempi di re Erode interpretato dal mostro da palcoscenico Massimo Popolizio in quel famoso Anno Zero creatore di tutti i beni e di tutti i mali.
Scritto a otto mani dagli stessi Ficarra e Picone con Nicola Guaglianone (“Lo chiamavano Jeeg Robot”, “L’ora legale”) e Fabrizio Triestini, con la fotografia di Daniele Ciprì, distribuito da Medusa film, “Il primo Natale” si prefigge l’arduo compito di scalzare l’ottimo risultato del precedente “L’ora legale” e di sgomitare nel mare magnum dell’offerta cinematografica natalizia, che prevede il duo comico già comodamente a galla.