Ospite a “Verissimo”, Dalila Di Lazzaro racconta la sua difficile vita, segnata purtroppo da episodi di violenza. Il primo, quando aveva soltanto cinque anni: “Era estate e i miei, che dovevano lavorare, mi misero in una casa in campagna. Lì c’erano due ragazzi, uno di 15 e l’altro di 20 anni, che hanno abusato di me per circa due mesi“.
“Per me è stato un trauma“, ricorda l’attrice, spiegando che solitamente i giovani irrompevano nella sua camera di notte, con un grande cane nero, intimandole di stare zitta altrimenti gliel’avrebbero aizzato contro.
Non si tratta, però, dell’unico episodio di violenza che Di qLazzaro ha subito nel corso della sua esistenza. Il più grave, forse, le è capitato da adolescente
Mi sono sposata a 15 anni, mio marito non trovava lavoro, io facevo la modella, lì vedevo un uomo che mi guardava, mi dava fastidio, sui 30-40 anni e lo dicevo alla mie colleghe più adulte, sono andata al bar in una sosta, mi disse sono di una grande azienda, mi disse è l’unica che vorrei avere come modella. Io lavoravo per mio figlio e la mia famiglia, mi disse che mi avrebbe dato 25 mila lire, io non pensavo.
Il racconto prosegue con dei dettagli ancor più terribili: “Questo era un maniaco, scappato da un manicomio criminale, era un personaggio serio, negli occhi si vedeva qualcosa di folle. Mi ha portato per quattro giorni. È stata un’avventura allucinante e ho avuto veramente lì la paura di morire, perché aveva trovato una casa, mi ha tagliato dappertutto, mi ha picchiato”.
“In realtà, sono stata sequestrata e abusata per quattro giorni in una casa abbandonata”, ricorda l’attrice, ammettendo, in quell’occasione, di aver temuto per la propria vita. “Una volta libera, ho provato a denunciarlo, ma il capo della polizia ha tentato di violentarmi nel suo studio”.
Ho sofferto molto quando sono arrivata a Roma, verso i 20 anni che dovevo comunque espormi, fare i provini, i miei primi passi, la pubblicità mi prendeva una sorta di affanno che poi erano gli attacchi di panico. Lì ho incontrato un professore, invitato al Costanzo Show perché era uno psichiatra per i bambini, e gli dissi che mi sentivo di morire, che non ce l’avrei fatta ad andare avanti così. Lui mi fece andare a Padova e da lì abbiamo iniziato un percorso, mi ha aiutato tantissimo.