Giuseppe Tornatore, il celebre regista, è nato oggi 27 maggio ma nel 1965. E’ originario di Bagheria – in provincia di Palermo – e inizia la sua carriera realizzando documentari e collaborando con la Rai. Sin da giovanissimo si appassiona al mondo dell’arte partendo dalla fotografia. A ventotto anni partecipa a una grande produzione cinematografica: Cento giorni a Palermo di Giuseppe Ferrara, in cui dirige la seconda unità e collabora alla sceneggiatura. Due anni dopo esordisce alla regia con Il camorrista, con il quale vince un Nastro d’argento e un Globo d’oro della stampa estera come miglior regista esordiente.

Giuseppe Tornatore prova una straordinaria fascinazione per l’arte del racconto

Afferma di raggiungere il massimo di intensità nello “smarrirsi nelle viscere della storia che sta raccontando”, perché “raccontare storie è semplicemente un mestiere e chi le racconta è un artigiano”. Un artigiano che parte dagli eventi, li analizza e poi li riorganizza secondo un “codice emotivo tanto solido quanto occulto per risarcire la storia dell’originario senso del racconto”. Nella maggior parte dei suoi film il tema delle origini è predominante. Un artista che racconta il suo territorio dunque. Ma la Sicilia – a prescindere dal legame biografico, in quanto terra natia – è luogo ricco di storia e cultura. Ha ispirato anche molti altri autori.

Il pittore Renato Guttuso, il poeta Ignazio Buttitta, il fotografo Ferdinando Scianna, la scrittrice Dacia Maraini. Sono solo alcuni degli artisti che hanno saputo raccontare con intelligenza il proprio paese. Tutto ciò ha stimolato il celebre regista ad approfondire sempre di più le proprie origini siciliane e – nello specifico – di Bagheria. Definisce l’isola come un serbatoio di idee, storie e contraddizioni, forse perché i suoi abitanti sono dei sognatori “costretti ad immaginare cosa ci sia dall’altra parte dell’orizzonte”.

Il film più popolare della produzione di Giuseppe Tornatore: Nuovo Cinema Paradiso

La consacrazione internazionale arriva nel 1988 con il successo di Nuovo Cinema Paradiso. Un film che colpisce al cuore grazie a sequenze indimenticabili, frutto di una passione cinefila che si trasforma in materia viva e motore di vicende umane universali. Emerge la capacità di Tornatore di partire dalle sue radici storiche e culturali, da un tessuto personale ma condiviso, senza tuttavia mai ancorarsi ad esso.

La pellicola riscuote grande successo, dona notorietà internazionale a Tornatore e ne segna l’inizio di una prolifica collaborazione con Ennio Morricone. Dopo alcuni imprevisti, tra i quali vari tagli e la proiezione bloccata in tutte le sale italiane, il film si aggiudica il gran premio della giuria al Festival di Cannes e l’Oscar al miglior film straniero.

In un paesino della Sicilia nel secondo dopoguerra il bambino Totò ha una grande passione per la settima arte

Il Cinema Paradiso che dà il titolo al film, è la sua seconda casa grazie anche all’amicizia con il proiezionista Alfredo. Dopo un incendio che acceca Alfredo e a cinema rinnovato, Totò prenderà il suo posto. Ma il suo futuro è nel fare cinema, non nel proiettarlo. Uno spaccato di vita nelle sale di provincia italiane prima dell’arrivo della tv: con personaggi godibili, giochi, scherzi e motteggi sempre sorretti da sentimenti caldi e sinceri. Si passa dal riso alla commozione durante tutto il corso del film ma con uno spirito di osservazione della realtà attento e vivace. Un’ode al cinema come arte popolare, capace di riempire non solo le sale ma la vita delle persone.

Il tema delle origini è motivo ricorrente ma non unico dei film di Tornatore

Egli racconta storie con l’afflato del grande narratore che riesce a tramutare il suo paese nel centro dell’universo. Il tema delle origini, di un passato nel quale rispecchiarsi per comprendere da dove siamo venuti, andati o finiti è motivo ricorrente e fondamentale.

“Ho girato spesso fuori dalla Sicilia, ma è un tema e una realtà alla quale tornerò sempre ”.

Da Stanno tutti bene e L’uomo delle stelle, da Malèna a Baarìa, i film in cui più forte si avverte la presenza dell’ universo magico della sua terra al quale far riferimento. Questo non significa che i suoi lavori siano ripetitivi e banali. Tornatore sa e vuole stupire, sfidando lo spettatore con pellicole che spezzano le sue stesse convenzioni: è il caso di Una pura formalità, film unico nel panorama del cinema italiano, de La sconosciuta, o de La migliore offerta, in cui si percepiscono echi mitteleuropei e l’incursione in nuovi territori narrativi.

Alessia Ceci