Tra gli anni ’70 ed ’80 Tomas Milian rendeva noto i personaggi Er Monnezza e Nico Giraldi in una serie di film tra il poliziesco e il comico, che facevano ridere con personaggi a dir poco grotteschi. Il film di Vanzina, riprende quell’eredità, fondendo i due personaggi nell’unico Rocky Giraldi ed è subito “Il Ritorno del Monnezza“.
Oltre la patina poco velata della comicità volgare, questo film è una sorta di operazione affettuosa e nostalgica. Il personaggio del Monnezza era stato reso famoso dai tre film “Il trucido e lo sbirro” (1976), “La banda del trucido” e “La banda del gobbo” e nella trilogia la voce romanesca del personaggio di Milian era prestata dal doppiaggio di Ferruccio Amendola, padre del Claudio Amendola attore protagonista della commedia del 2005.
Si punta al recupero di un’atmosfera, di un personaggio legato ad un immaginario e alla propria vita personale e persino parte degli schemi delle trame di quei film degli anni ’70.
“Il Ritorno del Monnezza”, una storia (anomala) di guardie e ladri
Rocky Giraldi (Claudio Amendola) ha seguito la traccia lasciata dal padre Nico Giraldi, noto come “Er Pirata”, ed è diventato un poliziotto. Rocky è figlio di Nico anche nei modi: lontanissimo dal “poliziotto buono”, usa modalità poco convenzionali per raggiungere i propri fini, non sempre condivisibili.
Il film di Vanzina racconta delle indagini sull’omicidio di un ladro di appartamenti. Accanto a Nico vediamo la collega Betta (Elisabetta Rocchetta) e il ladro Tramezzino (Enzo Salvi) in un percorso investigativo che porterà a scoprire un giro di riciclaggio di denaro.
Per seguire questo nuovo capitolo delle avventure der Monnezza, “Il Ritorno del Monnezza” stasera è in onda su Rete 4 alle 21.27.
Debora Troiani
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