Il Superbonus 110% delude le aspettative: troppa la burocrazia

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Di Redazione Metropolitan

Il  Superbonus 110%, è una delle misure su cui si puntava maggiormente per rilanciare il settore delle costruzioni in Italia. Ad ottobre 2020 sembrava che potesse influire positivamente sul mercato italiano. Ad oggi pare che siano stati utilizzati meno del 5% delle risorse stanziate. Di conseguenza al governo si ipotizzano modifiche importanti.

Superbonus 110%, cosa sta succedendo

Il Superbonus 110% è stato approvato con il dl Rilancio entrato in vigore a maggio 2020 e poi confermato con la legge di Bilancio 2021. Consente di ristrutturare la propria abitazione usufruendo di considerevoli agevolazioni fiscali. Tuttavia dei quasi 19 miliardi stanziati ne sono stati utilizzati solo 670 milioni. Questi dati, non certo incoraggianti, testimoniano come qualcosa nella realizzazione del piano Superbonus 110% qualcosa sia andato storto.

Questa misura, adibita ad interventi specifici è davvero molto interessante. Si ha tempo per sfruttare questa occasione ancora fino al 31 dicembre 2021. Il bonus comprende interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Inoltre il bonus in questione è davvero favorevole a tutti: il proprietario può effettuare dei lavori di efficientamento energetico e sismico nella propria abitazione, praticamente a costo zero; l’impresa può riattivare dei cantieri, nonostante la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19; le banche o le assicurazioni finanziano completamente i lavori, avvalendosi di quel 10% in eccesso rispetto all’effettivo costo dei lavori.

I risultati deludenti del bonus

È innegabile che la proposta sia molto più che positiva, l’incentivo sembra costruito perfettamente, eppure i risultati sono davvero negativi attestandosi a meno del 5% delle risorse effettivamente stanziate. Di conseguenza è necessario capire le ragioni di questo fallimento. All’occhio salta subito quella che potrebbe essere una causa fondamentale: la troppa burocrazia, necessaria per la richiesta e la messa in atto dei lavori.

Le statistiche confermano che sono stati effettuati solo 6.512 interventi di cui oltre un terzo localizzati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Inoltre, meno del 10% degli interventi, quindi circa 530 cantieri, sono stati avviati nei condomini. Condomini che forse necessiterebbero di un approccio maggiormente semplificato, con meno vincoli burocratici relativi alle progettazioni tecniche iniziali, viste anche le difficoltà assembleari.

Inevitabilmente visti gli scarsi progressi nella maggioranza, si inizia a pensare a delle modifiche da apportare al superbonus 110%, come la probabile introduzione di un’unica aliquota che pare essere al 75%. Intanto però molte imprese hanno già rinunciato a questa opportunità, altre invece restano nell’incertezza che possa arrivare la proroga al 2023 tra i punti della versione definita del Recovery Plan da inviare dall’Unione Europea entro il 30 aprile 2021.

Giacomo Cattani