“Il tenente dei carabinieri”, stasera in tv Enrico Montesano e Nino Manfredi sull’Airone 6

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Di Federica De Candia

È una vecchia brigata di attori. Dalle facce sembrano dover essere arrestati, invece sono al servizio della giustizia, a svelare il lato oscuro della città eterna, tra misteri, crimini e fattacci. A rapporto in commissariato, risponderanno il tenente Duilio Cordelli (‘senza divisa’ Enrico Montesano), il colonnello Marino Vinci (‘in borghese’ Nino Manfredi), e il vice brigadiere Nautico Lodifé (Massimo Boldi spogliato dell’uniforme). A raccontare le cronache della capitale, com’era e com’è, ci pensa “Il tenente dei carabinieri“, stasera in tv. Un film classe 1986, con la regia di Maurizio Ponzi. I pregiudizi, le verità scomode, i volti loschi che trovano rifugio all’ombra del Cupolone, si tingeranno di divertimento.

Montecitorio, il Quirinale, i ministeri, sono lì. A ‘du passi‘, come si dice a Roma, dalla dolce vita. Ma se ne sentono di tutti i colori, nella città benedetta dal Papa. E la volante di pattuglia “Airone 6“, risponde con la radiomobile, pronta ad intervenire ad ogni chiamata. La Fiat Ritmo, in un attimo, avrà la sirena blu sul tetto, e in sgommata partirà verso il misfatto. La bellezza del film, per gli appassionati nostalgici del vecchio cinema, è questa sceneggiatura densa di romanità. Che riporta a casa, l’abitatore di quei posti. O contamina e affascina il forestiero.

“Il tenente dei carabinieri”, Nino Manfredi e Enrico Montesano, scena sigaro Toscano-Video YouTube

Manfredi, Montesano, date gli estremi

Uno spaccio di banconote false. Un biglietto rifilato al tenente da una bella ragazza. Inizia così, scontato ma già ironico. Requisiti in caserma, i vecchi tagli da centomila lire, serviranno ad accende il sigaro toscano del colonnello Vinci. Tra indagini, basisti, il grande falsario Lorenzini, e la spacciatrice Bordon Franchina, nome truffaldino che grida vendetta, si assiste alla lezione di giallo infarcita di filosofia romana. L’omicidio del principale sospettato, il contraffattore Lorenzini (Bruno Corazzari), complicherà la situazione: il tenente Cordelli viaggerà fino Londra per tentare di risolvere il caso.

Il cast del film si completa con una giovane Marisa Laurito, Clara, moglie del tenente Cordelli. Un tocco di napoletanità, nella Roma dei ponti, del fiume, ed esilio dorato di sampietrini. Una donna e poco spirito di caserma. Con quei suoi vizietti di salire sull’auto in servizio del marito per farsi dare un passaggio. “Scendi, scusa, c’è na’ rapina“, si conclude così la corsa della signora. E la classe d’antan di Nino Manfredi, comicità verace, come uno degli ultimi ‘barcaroli’ o ‘stracciaroli’ della città, farà la raffinatezza del film. Con Enrico Montesano, che sembra l’ultimo sopravvissuto, da quando si sfamavano i gatti al teatro Marcello. Te la racconta alla ‘mandrake‘, e il divertimento è surreale. E Massimo Boldi, il pasticcione del brigadiere, che arriva direttamente da Milano, dalla Madunina, dai Navigli, a caccia del crimine su di una gazzella.

“Il tenente dei carabinieri”, Marisa Laurito e Enrico Montesano – Video YouTube

Il tenente dei carabinieri, comicità senza arresto

Le colonne sonore del film sono composte da Bruno Zambrini. Sono perfette all’atmosfera, di giallo, scandalo, con il motivetto allegro e un po’ retrò. Figura anche l’attrice napoletana Nuccia Fumo, vecchia gloria del palcoscenico, nei panni della madre di Cordelli. Lei ha recitato con Eduardo De Filippo in “Questi fantasmi“, e in “Operazione San Gennaro“, “Lacrime napulitane“, “Così parlò Bellavista“, “Speriamo che sia femmina“. Straordinaria interprete dell’antica tradizione del teatro, mette tanto della sua verve nella pellicola. Cercherà di prendere la patente alla guida di una Panda rossa. “Pattina mamma!“, la incoraggia all’accensione del motore il figlio.

Prodotto da Vittorio e Mario Cecchigori, il film di stasera in tv, “Il tenente dei carabinieri“, non ha ricevuto premi. Ma, in realtà, conserva quell’ironia, andata, dei bei tempi che furono. Quando un filmetto era pane per gli irriducibili sognatori. E la comicità stava in una battuta di Manfredi, come un ‘friccico nel core‘. Quando il fischio di Montesano, in bocca a Torquato ‘possino ammazzà..’, lo rifaceva tutta Roma. Ogni cosa nel film, ti ricorda che sei nella capitale. ‘Ma che c’è sarà mai?’, dentro sta’ città dei sette colli? Dove se c’è una divisa famosa è, da sempre, quella del ‘pizzardone‘ a piazza Venezia. Giulio Cesare l’annunziò in tre sole parole, “Veni, vidi e…” ridi!

Federica De Candia. Seguici sempre su MMI e Metropolitan Cinema.