primi aiuti umanitari cominciano a entrare a due settimane dal sanguinoso attacco di Hamas a Israele. La conferma è arrivata da una fonte della sicurezza e un responsabile della Mezzaluna rossa egiziana. A Gaza, 2,4 milioni di persone – metà dei quali bambini- sono allo stremo, da giorni a corto di acqua, elettricità e carburante.L’ambasciata Usa in Israele mette in guardia sulla situazione “potenzialmente caotica e disordinata su entrambi i lati del valico”.Il Valico di Rafah, fra Egitto e Striscia di Gaza è stato subito richiuso, dopo il passaggio di soli 20 camion con aiuti, rende noto Cnn, citando un suo stringher sul lato egiziano del confine. Ieri, in attesa di passare, c’erano più di 50 camion

 “A Gaza è una catastrofe umanitaria”, il valico aperto per poco

La situazione è gravissima. Acqua, prima di tutto. E carburante, “necessario per far funzionare i dissalatori, gli ospedali rimasti e le pompe”. Tutta Gaza è in emergenza per la “catastrofe umanitaria” che dilaga. Lo racconta in un’intervista al Sole 24 Ore, Antonino Brusà, direttore delle Human Resources della Unrwa, l’agenza delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi. “Prima dell’escalation entravano a Gaza ogni giorno 500 camion di rifornimenti da Rafah, soprattutto benzina e cibo. Un rifornimento per noi essenziale, visto che diamo da mangiare a 1,2 milioni di persone. Tutto questo si è bloccato e le scorte stanno finendo, anche se la possibile riapertura per 20 camion è un barlume di speranza”, dice Brusà, che coordina tutte le attività del personale sul campo. “L’emergenza umanitaria per il nuovo conflitto si somma ad una situazione già gravissima: l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà”, sottolinea. “A Khan Yunis, centro abitato a sud della Striscia, Unrwa ha un training center, un centro di educazione e formazione professionale, dove sono in questo momento accolti 22mila sfollati: ebbene per tutti ci sono solo due bagni”, spiega. “Il nostro personale copre tutte le esigenze, ci sono insegnanti, medici, infermieri, ma anche operatori ecologici, i quali da giorni stanno lavorando per rimuovere le macerie e cercare i dispersi”, afferma Brusà.

Oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 altri sarebbero stati feriti. L’uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’umanità deve prevalere”. Lo rende noto Adele Khodr, Direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa