Immaginaria Film Festival: Premiazione e Cortometraggi

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Di Maria Paola Pizzonia

Immaginaria Film Festival è il festival del Cinema delle donne: uno spazio tutto al femminile, di arte e creatività nel quale ho potuto prender parte alla visione di una serie di cortometraggi straordinari.

Come già raccontato dalla mia collega Paola D’agnone della redazione Metropolitan Cinema che andrò ora citare: é stata organizzata questo 1 Ottobre la XV edizione di Immaginaria International Film Festival Of Lesbians & Other Rebellious Women. L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Lesbica Visibilia in partnership con il Festival Mix Milano, con il Patrocinio del Comune di Roma e di Ambasciate estere. Il Festival presenta l’arte e le storie di donne raccontate da donne attraverso film, corti e documentari. Storie di donne “presenti e passate, lesbiche, femministe, audaci, ribelli”. Una grande occasione di condivisione per donne femministe e lesbiche di tutte le età, nonostante le distanze imposte dal covid-19. Infatti non solo ho voluto intervistare lo staff (intervista qui) ma anche visionare delle pellicole e corti.

Premiazione dei Cortometraggi all’Immaginaria Film Festival

Il Festival presenta una selezione di corti in concorso, di cui è stato decretato il vincitore domenica 4 ottobre alle 18,30. Presenta anche una selezione di film e documentari diretti da donne. Ma oggi ci concentreremo sui cortometraggi. Ricordiamo come BRAVE GIRLS l’importanza di un simile festival per incrementare uno spazio creativo femminile, così che il cinema non sia più l’ennesimo ambito artistico nel quale si sente il peso di una predominanza culturale di tipo Patriarcale. Questo sia nelle tipologie di ruoli e sbocchi professionali, sia nel rapporto interno umano nell’ambiente cinematografico (ricordiamo con orrore il caso Weinstein.)

Ed ecco gli altri cortometraggi proiettati.

WHOLE, Regia di Slava Doytcheva, Bulgaria 2018, 21’

Immaginaria Film Festival, The Whole- fonte: google

Il cortometraggio si svolge tutto durante la celebrazione di un matrimonio: esattamente durante la festa che segue la celebrazione effettiva nella chiesa. Chiesa che in questo caso è ortodossa, dato che nel corso del corto si evincono una serie di peculiarità del folklore est-europeo.

Quindi: parvenza di sacralità con iconcine e preghiere ortodossa, abitino da cerimonia, trucco del viso, scale al fianco della madre e arrivo nella sala dei ricevimenti di un matrimonio al quale sono entrambe invitate. Ecco che la dura giornata di Yana è cominciata. Fra una portata e l’altra le signore si prodigano in conversazioni stucchevoli a 360 gradi, inneggiando alla famiglia e all’arrivo dei figli col supporto di cellulari pieni di foto. Non manca nulla alla rituale messa in scena del varo della felicità coniugale. Yana – interpretata dalla regista, che è anche attrice – non nasconde la sua estraneità. L’unica persona che cattura la sua attenzione è una cameriera che Yana segue con lo sguardo e poi, in un momento in cui si allontana dalla tavolata per prendersi una pausa, ritrova nel guardaroba a fumare. Ma la prevedibile giornata, che Yana affronta con atteggiamento critico e scostante, non è più così prevedibile. Allo spettatore viene riservato un agrodolce inaspettato finale.

MOTHER’S DAY, Regia di Dorka Vermes, Ungheria 2018, 15’

Immaginaria Film Festival, Mother’s day – fonte: google

Juli e Réka aspettano la visita della madre di Juli nel giorno della Festa della mamma. Juli sistema la casa, addobbandola con fotografie e souvenir che fanno piacere alla madre e stirando la tovaglia appena comprata. Nel frattempo Réka, che subisce la visita della suocera con un po’ di resistenza e malumore, si prepara anch’essa. La madre di Juli non è certo una donna facile: arriva piena di regali non graditi e soprattutto di pregiudizi. Si può immaginare come rimanga scioccata nell’apprendere che la figlia è incinta e intende allevare il bambino insieme alla compagna. L’aggressività che la madre manifesta nei confronti di Réka porta Juli a compiere una coraggiosa scelta di parte.

Un cortometraggio che parla della crescita, del rapporto coi genitori e della forza di essere finalmente sè stessi appoggiandosi all’amore sincero e non alle dipendenze tossiche. Siano esse familiari o molto care.

THE HALF WALL, Regia di Ida Hansen Eldøen, Norvegia 2018, 7’

Immaginaria Film Festival, The Half Wall – fonte: google

Sto per parlare dei due cortometraggi nei quali ho più riso. Questo è uno di quelli, a quanto pare ispirato ad una storia vera. Durante una gita su un freddo lago del nord, parlando della ristrutturazione del bagno e della costruzione di un muretto nella doccia, una coppia di donne si addentra in una discussione paradossale piena di dettagli insulsi che le porta all’incomprensione totale: il muretto perde d’importanza e prevale l’incapacità di dialogare, di comunicare, di capire il punto di vista dell’altra. Fino all’illuminazione e al chiarimento finale.

Un cortometraggio sulla comunicazione, sui bias e su come spesso non riusciamo a capirci per motivi che non comprendiamo e che sono influenzati dai nostri stati emotivi. Una visione che fa riflettere su ciò che siamo e ciò che possiamo essere, per le persone che amiamo.

THE WHEEL, Regia di Samia Rida, UK, 2015, 4’

Immaginaria Film Festival, The Wheel – fonte: google

Forse un po’ troppo stereotipato, ma assolutamente divertente. Un umorismo che potrebbe impermalosire un uomo medio ma che con un pizzico di autoironia potrebbe farlo sganasciare assieme a noi ragazze e donne che abbiamo riempito la sala di risate. Il cortometraggio ruota attorno ad una domanda di per sè già buffa: la donna e l’uomo delle caverne hanno mai affrontato il conflitto di genere?
Vediamo quindi come in effetti la donna delle caverne fosse nella proiezione una grande innovatrice, piena di idee e di invenzioni che avrebbero potuto cambiare il mondo. Avrebbe potuto sì, se non avesse chiesto l’approvazione di un uomo.

Per farci immaginare che sessismo e violenza esistono dalla notte dei tempi.

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