Cinzia Ruggeri (Milano, 1942-2019) ha ridefinito la percezione del design e della moda negli anni Settanta e Ottanta. Dagli abiti agli accessori, dagli arredi alle luci, in una visione multisensoriale e totalizzante, la sua ricerca artistica si fa vocazione verso un’esperienza che coinvolge la vita e il quotidiano.
Concepita come un’installazione immersiva dai fasci di luce rosa, la mostra ”Cinzia says…” – al Museo Macro di Roma dal 14 aprile al 28 agosto 2022 – è la prima retrospettiva dedicata alla visionaria artista Cinzia Ruggeri. Figura irregolare e progettista straordinaria di pratiche multiformi, con il suo sguardo irriverente ha messo in discussione ogni prospettiva.
Sin dagli anni Sessanta Cinzia Ruggeri si è mossa tra i confini di moda, design, scultura, installazione e architettura
Nel 2020 il Palazzo delle Esposizioni l’aveva omaggiata con l’allestimento delle sue opere in una sala in occasione della diciassettesima Quadriennale d’Arte. Oggi “Cinzia says…” – a distanza di appena tre anni dalla scomparsa dell’artista avvenuta nel 2019 – cerca di restituire al pubblico la complessità di un’artista ancora troppo poco indagata. Ruggeri ha fatto della sua ricerca artistica uno strumento per approfondire le proprietà funzionali e semantiche dell’oggetto e la dimensione architettonica e sociale del corpo. I suoi esperimenti sono visiti da un’ottica originale e anticonformista arricchita di ironia e onirismo.
Il percorso artistico di Cinzia Ruggeri
Milanese, ma di origini mitteleuropee da parte di madre, Ruggeri esordisce appena diciottenne con una personale di pittura allestita presso la Galleria del Prisma e intraprende gli studi all’Accademia delle Arti Applicate di Milano. La sua carriera inizia come stilista: dopo un primo contatto con l’alta moda a Parigi, grazie ad uno stage presso l’atelier Carven, nel 1972 seguirà la propria strada diventando amministratrice della società di abbigliamento Bloom, nella quale è ricordata per la promozione dell’utilizzo del lino. Quella della moda è una parabola che si conclude negli anni Novanta con l’approdo all’universo del design. Il suo stile riscontrerà una tale fortuna critica da essere paragonato alle sperimentazioni sul tessile condotte nel laboratorio del Bauhaus.
“Cinzia says…” è l’inizio del brano Elettrochoc dei Matia Bazar, con i quali intrattenne a lungo una proficua collaborazione curandone gli abiti
Fulcro dell’esposizione è la selezione di oltre 150 capi e accessori appartenenti alle collezioni Bloom, Cinzia Ruggeri e Cinzio Ruggeri. Sono organizzati secondo nuclei tematici che ripercorrono le collaborazioni con Valeria Magli, Occhiomagico e Studio Alchimia. Di questi capi meravigliosi molti sono sospesi a mezz’aria in un allestimento immaginifico e visionario. Si possono citare gli abiti cinetici con luci LED che si accendono con un gesto o il delicato e leggero abito da sera Ziggurat, così denominato perché apertamente ispirato agli edifici mesopotamici dalla tipica struttura a gradoni.
Eccentricità, irriverenza ed eleganza sono i termini che identificano la cifra stilistica di Ruggeri
Contestualmente si inserisce in quel processo di rilettura delle avanguardie artistiche tipica degli anni Settanta. Una prospettiva che si fonda sui concetti del quotidiano e del banale, affrontati con un approccio calzante e aderente all’estetica del surrealismo. Ma la raccolta mette in evidenza anche diversi tratti individuali del gusto dell’artista. Si distingue per i costanti rimandi ad animali, come i cani a forma di borsa o le galline, o l’interesse per il cibo e i suoi rituali, che emergono in egual modo dalla progettazione degli oggetti alla ricostruzione dei progetti ambientali.
Non solo moda, accessori e oggetti
Sono due i progetti ambientali ricostruiti: la règle du jeu?, ultima mostra realizzata poco prima della scomparsa e La leggerezza del peso, un’installazione ideata da Cinzia Ruggeri con Hanif Jan Mohamed e Paolo Cremonesi per la mostra Rituali domestici. Ne La leggerezza del peso sembrano essere condensati alcuni aspetti tipici della multiforme e indomita attitudine sperimentale di Cinzia Ruggeri. L’ironia le fa da guida: uno strumento per ripensare categorie e stilemi ribaltando il senso comune. Il suo gioco artistico consiste nel risemantizzare qualsiasi elemento legato al quotidiano, attraversando le diverse discipline declinate in modo libero ed eterodosso.
Lavorando sul senso dell’oggetto attraverso una percezione materiale e immateriale in un approccio ludico, Cinzia ha ideato forme rivoluzionarie e filosofiche, che mutano, si trasformano, comunicano. Con i suoi esperimenti è riuscita nell’intento di raccontare un mondo fondato su quello che Walter Benjamin definisce “il sex appeal dell’inorganico”, creando un immaginario ironico e provocatorio, pervaso dalla sua sensibilità cangiante.
Cinzia Ruggeri, Cinzia says…
14/04/2022 – 28/08/2022
Museo d’Arte Contemporanea Roma, MACRO via Nizza 138, Roma
Alessia Ceci