Dopo quasi un anno dall’incontro tra Putin ed Erdogan, tornano a parlare dell’accordo sul grano. Nella sua residenza a Sochi, Vladimir Putin ribadisce le sue condizioni: “Non ci sarà nessuna intesa fino a quando l’Occidente non accetterà di facilitare l’export dei prodotti russi”. Solo dopo queste condizioni Mosca rientrerà nell’accordo sul grano sospeso già da 6 settimane.

Nessun accordo sul grano per Erdogan

Incontro Erdogan e Putin- Photo Credits Nikkei Asia
Incontro Erdogan e Putin- Photo Credits Nikkei Asia

Purtroppo, nonostante il suo arrivo a Sochi, con un pacchetto di nuove proposte sviluppate in collaborazione con l’ONU, il Presidente Erdogan non è riuscito a ottenere alcun risultato positivo. Le sue proposte miravano a ricollegare la filiale russa della banca agricola al sistema Swift e a sbloccare i beni congelati delle aziende russe che producono fertilizzanti in Europa. Tuttavia, non è stato possibile raggiungere un accordo. Inoltre, Erdogan non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi di contenere l’influenza russa nel Mar Nero, evitare contraccolpi economici e riaffermarsi come mediatore nella crisi ucraina. Quest’ultimo desiderio era nato dopo l’accordo sviluppato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia nel luglio 2022, che aveva permesso al grano e ad altri cereali essenziali per l’approvvigionamento alimentare mondiale di lasciare in sicurezza tre porti ucraini.

Putin: “C’è mancanza di un’equa distribuzione di cibo”

Putin prosegue senza deviare dalla sua posizione e minimizza l’impatto economico dell’accordo. Secondo lui, le esportazioni di grano ucraino nell’anno in cui è stato in vigore l’accordo hanno principalmente beneficiato dei paesi più ricchi, rappresentando oltre il 70% delle destinazioni, mentre solo il 3% ha riguardato paesi più poveri. Putin sottolinea che il problema non è tanto la carenza fisica di cibo, ma la distribuzione equa di risorse alimentari nel mondo. Inoltre, annuncia che entro poche settimane la Russia avvierà un’iniziativa per effettuare consegne gratuite di cereali a sei paesi africani tra i più poveri.

Erdogan: “Sono ottimista”

Nonostante le sfide e le divergenze, Erdogan non si arrende. Afferma: “Crediamo che i punti in sospeso possano essere risolti e che l’accordo possa continuare. Sono ottimista riguardo alla possibilità di raggiungere una soluzione con i nuovi sforzi dell’ONU”. Erdogan, unico leader di un paese membro della NATO che ha mantenuto i rapporti con la Russia nonostante le numerose divergenze su questioni internazionali come la Siria e il Nagorno Karabakh, cerca ancora una volta di mantenere aperta la porta alla diplomazia.

Giulia Simonetti

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