Da oggi 6 dicembre 2022, in Indonesia il sesso al di fuori del matrimonio comporterà reato, a seguito della revisione del Codice penale, che introduce nuove norme di divieto anche per la coabitazione prima delle nozze e per gli insulti al Presidente e alle istituzioni.
Approvata in Indonesia la legge che vieta il sesso al di fuori del matrimonio, i dettagli
Da decenni la politica indonesiana sta lavorando alla riforma del Codice penale ed oggi, 6 dicembre 2022, il Parlamento ha approvato una controversa revisione che prevede pene fino ad un anno di detenzione per chi avrà rapporti sessuali fuori dal matrimonio. Un atto considerato d’ora in poi reato, ma sono già molte le proteste che lo vedono come un attacco alle libertà civili e politiche dei cittadini.
Inoltre, sono state introdotte anche nuove norme – passate con la maggioranza dei voti – che vietano la coabitazione prima delle nozze e proibiscono gli insulti al presidente ed alle istituzioni statali, oltre che l’espressione di opinioni divergenti con l’ideologia di Stato indonesiana, nota come “Pancasila“.
Si tratta di un’ideologia su cui è fondato lo Stato indonesiano, che si compone di cinque pilastri fondamentali: 1. la fede nell’unico Dio; 2. la giustizia e la civiltà umana; 3. l’unità dell’Indonesia; 4. la democrazia guidata dalla saggezza interiore dell’umanità, che si esprime negli atti deliberativi dei suoi rappresentanti; 5. la giustizia sociale per il popolo indonesiano.
Vietato il sesso fuori dal matrimonio: la parola delle autorità indonesiane e le proteste
Secondo le indiscrezioni, il viceministro della Giustizia Edward Omar Sharif Hiariej si è detto “orgoglioso di poter disporre di un codice penale in linea coi valori indonesiani“; mentre le autorità locali giustificano tali disposizioni con la necessità di tutelare “le istituzioni coniugali“, aggiungendo anche che gli effetti saranno limitati, in quanto gli atti sessuali al di fuori del matrimonio possono essere segnalati “soltanto da coniugi, genitori o figli“.
A ben vedere, non sono mancate le prime proteste in merito, provenienti da alcuni gruppi a sostegno dei diritti civili, i quali hanno denunciato le nuove norme come “una fortissima limitazione alle libertà dei cittadini e una pericolosa deriva verso il fondamentalismo religioso, in un Paese a stragrande maggioranza musulmano” – come si apprende da la Repubblica.
Serena Pala
Seguici su Google News