Infezione Marc Marquez, ennesima tappa di un calvario interminabile

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Di Redazione Metropolitan

Dopo la terza operazione all’omero destro, ora Marc Marquez combatte contro un’infezione. Essa è stata scoperta dalle colture effettuate nel corso dell’intervento di pseudoartrosi dello scorso 3 dicembre. Il 93 verrà quindi sottoposto a delle cure antibiotiche ed attualmente è ancora ricoverato all’ospedale Ruber Internacional di Madrid. Nei giorni scorsi sono emerse anche delle eventualità ben peggiori di una semplice infezione. Alcuni dottori temono si possa trattare di osteomielite, mentre altri non escludono un quarto intervento. Un vero e proprio calvario, iniziato quel maledetto 19 luglio e gestito in maniera pessima in particolar modo dai dottori e dal management Honda.

Il dott. Angel Villamor sull’infezione di Marc Marquez e su un possibile quarto intervento

“Il fatto che un’infezione si sia annidata nella frattura è un fattore che aumenta il rischio che il processo di consolidamento sia ritardato e quindi la formazione del callo sia più lenta. Le infezioni ossee sono difficili da curare perché i germi si accumulano nell’osso, che è un tessuto che ha pochissimi vasi sanguigni e le nostre difese hanno scarso accesso. La principale complicanza è che i germi impediscono la formazione del callo e quindi provocano pseudoartrosi o incapacità di guarigione. Questo necessita di nuovi interventi chirurgici e a volte siamo costretti a rimuovere il materiale metallico perché è un punto in cui il germe può depositarsi, anche più che nell’osso.” 

Continua poi così:

“Ci sono appunto risorse chirurgiche, come i fissatori esterni. Sono costituiti da viti che ancoriamo in entrambi i frammenti dell’omero, ma distanziate dalla frattura in modo che non siano a contatto con l’infezione. Queste viti sporgono attraverso la pelle e sono collegate da un dispositivo che le tiene saldamente, fungendo da ponte di supporto e stabilizzazione per consentire una sufficiente quiete nel sito della frattura, in modo che il corpo possa costruire il callo. Bisogna prima identificare la natura dell’infezione e poi capire come andrà il trattamento antibiotico, che può richiedere alcuni giorni di somministrazione endovenosa e poi diverse altre settimane per via orale.”

Le tappe del calvario di Marc Marquez fino all’infezione

Come già detto, Marc Marquez si è sottoposto al terzo intervento all’omero destro. L’operazione per pseudoartrosi e la scoperta dell’infezione è solo l’ultima delle tante tappe che Marc non si sarebbe mai aspettato di dover percorrere. Vediamo com’è evoluta la situazione da quel disastroso 19 luglio.

Marquez si frattura l’omero destro e si opera: obiettivo rientro lampo

Dopo mesi di attesa, il 19 luglio la MotoGP riesce a partire nonostante le difficoltà create dal Covid-19. La prima gara si svolge a Jerez e Marc non può che partire favorito. Un errore però lo costringe a recuperare praticamente dal fondo del gruppo e, arrivato nuovamente in lotta per il podio, cade violentemente. Nell’impatto la moto colpisce il braccio destro. Trasportato al centro medico, vengono riscontrate tre fratture all’omero destro e si teme anche un interessamento del nervo radiale, poi scongiurato. Operarsi è l’unica soluzione e il 21 luglio gli viene inserita una placca in titanio per stabilizzare l’omero infortunato.

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Marc rientra nel paddock chi giorni dopo l’operazione con l’obiettivo di correre il GP di Andalucia – Photo credit: motogp.com

Come un fulmine a ciel sereno ed appena quattro giorni dopo l’operazione, Marc Marquez si presenta in circuito per la visita medica e ricevere l’idoneità a correre. I medici, svolte le prove di resistenza e forza, ammettono lo spagnolo a partecipare al GP di Andalucia. Con il senno di poi sarà l’errore più grande nella gestione dell’infortuno dello spagnolo, confermato pochi giorni fa anche da Marc stesso. Nonostante la stoicità dell’episodio, Marc non riesce a continuare. Il dolore è troppo e il rischio di compromettere la stagione è elevato. Il danno però è già fatto.

Troppo stress sulla frattura e un incidente domestico, Marquez si opera per la seconda volta

In un primo momento, il rientro sembrava fissato per Misano. L’eccessivo stress causato dal rientro anticipato e forzato in pista portano invece Marquez a rientrare in sala operatoria il 3 agosto. La placca inserita nel primo intervento si è danneggiata e va sostituita. Anche in questa occasione ad operarlo è il Dott. Xavier Mir. Non è tutto, infatti nei giorni seguenti arrivano dettagli in più sulla motivazione che ha portato Marquez a rioperarsi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe da imputare ad un incidente domestico. Per la precisione, la placca si sarebbe definitamente rotta mentre Marc stava aprendo una finestra. E’ questa la spiegazione fornita da Alberto Puig.

Marquez si opera nuovamente il 3 dicembre, ma ora combatte con un’infezione

Da quel momento Marc insieme ad Honda ed al suo entourage, decidono di scegliere la via conservativa ed aspettare la naturale guarigione della frattura prima di risalire in sella. Si parla di due/tre mesi, con l’obiettivo di rientrare almeno per le ultime tappe di Valencia e Portimao. Col passare delle settimane, Marquez però non nota miglioramenti sulle condizioni del suo braccio nonostante la riabilitazione. Le brutte sensazioni lo inducono ad abbandonare definitivamente l’idea di risalire in sella nel 2020, operarsi per la terza volta e risolvere il problema di pseudoartrosi che lo sta attanagliando. I tempi di recupero si attestano attorno ai 6 mesi, quindi per lo spagnolo è in serio pericolo anche la prima parte della stagione 2021. Inoltre ora deve fronteggiare anche un’infezione.

Siamo così sicuri di rivedere Marquez in pista nel 2021?

La gestione del delicato caso di Marc Marquez lascia molto a desiderare. Soprattutto i medici, i quali hanno permesso allo spagnolo di risalire in sella appena 4 giorni dopo il primo intervento, destano molto più di qualche dubbio. Assodato che i piloti in passato abbiano compiuto gesta eroiche dopo infortuni apparentemente seri, i medici in queste situazioni dovrebbero prendere più in mano le redine della questione e fermare l’istinto di questi straordinari atleti. Non a caso Marc è sembrato deluso dall’operato di Xavier Mir e ha deciso di affidarsi ad un dottore diverso per questa terza operazione. Fatto che denota come neanche lo spagnolo si fidi più tanto di lui, confermato anche in maniera indiretta dalle sue dichiarazioni:

“Ciò che è accaduto mi ha insegnato tante cose. Il rientro è stato frettoloso. La placca si è rotta a casa, aprendo una porta scorrevole per uscire in giardino. Ma non si è rotta lì, aveva accumulato tutto lo stress a Jerez. Tornare è stato un errore. Quando ho fatto la prima operazione, da pilota ho chiesto ai dottori quando potevo tornare in moto. Che è una domanda normale, da sportivo. Sta al dottore frenarti e predicare realismo. Sono andato a Jerez con la tranquillità che la placca reggesse e che andasse tutto bene, anche perché l’ho chiesto esplicitamente ai dottori. Sono coraggioso, ma non incosciente. Se mi dicono che la placca può rompersi a 300 km/h, io sulla moto non ci salgo. Sono cose che servono da lezione e che impari per il futuro.”

Inoltre questo ulteriore ostacolo dell’infezione potrebbe prolungare la convalescenza di Marc Marquez e costringere così Honda a ripiegare su un sostituito nel malaugurato caso che Marc non rientri neanche nel 2021. Le opzioni? Sul tavolo ci sono nomi come Bradl, collaudatore Honda, e Dovizioso. Chissà mai che l’anno sabbatico dell’italiano non diventi solo una normale pausa tra una stagione e l’altra.

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Stefan Bradl ha già sostituito Marquez nel corso di questa stagione – Photo credit: motogp.com

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Riccardo Zoppi