Cento operatori Inps attivi presso il contact center di Milano rischiano il posto. Scatta la protesta da parte degli interessati e si teme ora un “concorso beffa”. Lavoratori zelanti, precisi e instancabili che ogni giorno aiutano i vari clienti in operazioni e nel rispondere semplicemente alle domande potrebbero nel futuro prossimo essere mandati a casa. Il loro carico di lavoro, inoltre, nel corso della pandemia da Covid-19, è aumentato in maniera significativa. Gli operatori in questione lavorano, precisamente, presso la società Network Contacts.

Inps: la situazione degli operatori del Network Contacts

La Network Contacts è una società che gestisce il servizio appaltato da Inps. I problemi per gli operatori di tale società sono iniziati quando l’Istituto di Previdenza Sociale ha deciso l’internalizzazione del servizio di contact center affidandolo a una società controllata: Inps Servizi Spa. Nell’introduzione del nostro articolo abbiamo parlato di un concorso, ebbene, sembra infatti che sarà fatta una selezione sugli operatori destinati a rimanere, tramite una maxi procedura concorsuale.

Concorso operatori Inps: cosa prevede

Secondo le poche informazioni finora rese note, il concorso per operatori Inps metterà a disposizione 3.000 posti da occupare a livello nazionale. Nel caso in cui ci sia l’eventuale idea di creare il call center più grande d’Europa, vi è il serio rischio che numerosi lavoratori perdano il proprio posto, venendo scavalcati da altri partecipanti. Una dipendente di Network Contacts ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate dal Giorno: “Vogliamo chiarezza sul nostro futuro, lavoriamo per Inps da anni e abbiamo maturato un’esperienza che deve essere considerata”.

La richiesta degli operatori

Gli operatori del contact center chiedono di essere direttamente assunti da Inps Servizi Spa, tramite clausola sociale, che in caso di cambi d’appalto prevede l’obbligo, da parte di chi di dovere, di riassorbire il personale. L’Inps invece vede la situazione in un’altra maniera, poiché la società “in house” è “obbligata a svolgere selezioni pubbliche e non può procedere per chiamata diretta o fiduciaria”. Non vi è ancora certezza riguardo ai tempi del concorso. Per ora l’Inps preferisce temporeggiare, prorogando il contratto con le società esterne fino al 30 novembre 2022.

Le dichiarazioni di Venanzio Cretarola

Venanzio Cretarola di Ugl Telecomunicazioni ha fornito un suo personale commento riguardo alla situazione: “Un grande spreco di tempo e di risorse con una gestione improntata soprattutto a massimizzare i profitti riducendo i tempi delle chiamate che si ripercuote sulla qualità dei servizi ai cittadini”. Sigle sindacali come Cgil, Cisl e Uil hanno esternato la loro preoccupazione in quanto “la scelta della selezione pubblica non garantisce la platea dei lavoratori”. La battaglia potrebbe proseguire in parlamento.