Inside Out, un film d’animazione Pixar che tutti, grandi e piccini, dovrebbero vedere almeno una volta nella vita. Diretto nel 2015 da Pete Docter, precedentemente regista di Monsters & Co, Up e nel 2020 di Soul, nell’88 edizione degli Oscar si è aggiudicato il premio come miglior film d’animazione. Chi di noi non si è mai chiesto, almeno una volta, cosa c’è nella nostra testa?

Pete Docter ci propone la sua visione, tradotta in film d’animazione con l’aiuto di un esperto di psicologia. Inside Out può essere visto in due modi. Come un incredibile viaggio fantasy all’interno della mente di Riley, una bambina di undici anni alle porte della pubertà, o come una metafora del fondamentale ruolo delle emozioni nello sviluppo psicologico e personale di ognuno di noi.

Inside Out, fuori le Emozioni!

Ci troviamo nella mente di Riley, una gioiosa e spensierata bambina di undici anni. Fin dalle prime sequenze vengono presentati i personaggi principali di questa insolita storia, ognuno di loro rappresentante di un’emozione e con delle funzioni ben precise. Gioia è la prima arrivata, e quella che sembra avere il comando della situazione, assicurando la positività di Riley. Più giovane di qualche secondo è Tristezza, ma Gioia stessa non capisce il motivo della sua presenza. Ci sono poi Rabbia, che ha il compito di far rispettare Riley, Paura, che le evita situazioni pericolose, e Disgusto, che la tiene lontana da tutto ciò potenzialmente dannoso… e dai broccoli.

Le cinque Emozioni si trovano nel quartier generale della mente di Riley, dal quale partono memorie, identità e pensieri che si sviluppano nelle isole della personalità. Galeotto fu un trasloco inaspettato, Gioia e Tristezza si smarriscono nel labirinto della memoria a lungo termine. Il quartier generale è lasciato in mano a Rabbia, Paura e Disgusto che involontariamente mandano in tilt l’identità e le emozioni di Riley. La bambina e le due Emozioni principali si ritrovano coinvolte in un’avventura alla scoperta della felicità, lasciandosi alle spalle l’infanzia, qui rappresentata dall’amico immaginario Bing Bong, per preparare il terreno all’adolescenza.

Riley e il suo amico immaginario Bing Bong - Photo Credits: One Movie, Our Views
Riley e il suo amico immaginario Bing Bong – Photo Credits: One Movie, Our Views

L’importanza di Tristezza

C’è una scena in cui Gioia cerca di contenere Tristezza dandole il compito di restare dentro un cerchio. Cerca di confinare la sua influenza, convinta così facendo di tenere Riley al sicuro. Quella di Gioia è una strategia fin troppo messa in pratica nella nostra società. Non sembra ci sia spazio per quella sfera di emozioni considerate negative, ci viene detto di sopprimerle e negarle. “Piangere mi aiuta a stare calma e a non essere ossessionata dal peso dei problemi della vita”. Paradossalmente, la società ci insegna fin da piccoli a mettere da parte quell’emozione che, esternata in modo sano ed equilibrato, è a volte la soluzione al problema che si credere essere la tristezza.

Ci viene detto di non piangere, di sorridere sempre, di vivere con entusiasmo, ma l’entusiasmo non ci fa connettere con le altre persone. È Tristezza a riuscire a relazionarsi emotivamente con gli altri, ad esempio con Bing Bong, capendo empaticamente il suo stato d’animo lo aiuta ad abbracciarlo, a sfogarsi e stare poi meglio. Gioia non ne è capace, per lei c’è solo la reazione d’entusiasmo, la tipica frase che a volte peggiora solo la situazione. “Sorridi e sii positivo che tutto passerà!”, ma a volte c’è semplicemente bisogno di condividere la tristezza, non di combatterla.

Tristezza e Gioia in "Inside Out" - Photo Credits: The Stream
Tristezza e Gioia in “Inside Out” – Photo Credits: The Stream

Gioia è solo il primo passo per la Felicità

Per quasi tutta la durata del film Gioia è convinta che tenere Riley entusiasta e positiva equivalga a farla essere felice, ma l’avventura che intraprende insieme a Tristezza dal labirinto della memoria a lungo termine per tornare al quartier generale le fa comprendere cosa è la vera felicità. L’evoluzione che ha Gioia potrebbe essere confrontata con il viaggio dell’eroe, un viaggio che finisce dove è iniziato ma ci torna con presupposti diversi. Nuovamente alla console di controllo, Gioia sarà un’eroina più consapevole della profondità delle emozioni e dell’importanza della cooperazione.

Come Gioia stessa capisce, tutte le emozioni sono collegate, ognuna di loro crea una reazione alla quale ne consegue un’altra legata ad un’altra emozione. Questa consapevolezza si traduce per Riley nel raggiungimento di un livello più profondo di sperimentazione emotiva, l’inizio di una fase in cui le sfere dei ricordi non sono di un solo colore ma di più insieme, e le isole della personalità non si basano unicamente su memorie d’infanzia di una spensierata allegria. Inside Out vuole trasmettere l’importanza di accogliere tutta la complessa e sfaccettata sfera emotiva che si nasconde dentro di noi. Una persona felice è una persona equilibrata che accetta la gioia così come la tristezza o la rabbia ma non si fa accecare da nessuna di esse. Nella torta al cioccolato chiamata felicità, la gioia è solo la farina.

Le Emozioni di Riley - Photo Credits: Engiel
Le Emozioni di Riley – Photo Credits: Engiel

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Articolo a cura di Eleonora Chionni