L’Inter di Conte vince di misura il match con la Lazio, facendo bottino pieno dopo 5 giornate e vedendo lo Scudetto all’orizzonte. Correa spreca troppo, ma Inzaghi fa la cosa giusta con Immobile
Conte il cinico
Non si può sempre vincere e convincere, ma per un guerriero come Conte basta adempiere al primo verbo. Contro una Lazio sbarazzina e molto pericolosa in fase offensiva, l‘Inter di Conte non si è lasciata andare, creando un muro davanti ad Handanovic che come al suo solito ha intuito dove ci potessero essere delle crepe e ha fatto altri miracoli, ormai routine per lo sloveno. Basta il gol di D’Ambrosio nel primo tempo per portare a casa 3 punti fondamentali in ottica Scudetto; quello scudetto che per anni è stato vinto da Max Allegri, uno che in termini di cinismo ne sa qualcosina, e da cui Conte sembra aver voluto prendere ispirazione, perché se non vinci con raffiche di gol, la vittoria te la devi meritare con il sudore, la fatica e la cattiveria.
Il mister salentino a sorpresa lascia fuori Sensi, il motore di un‘Inter che di fatto si ritrova spaesata e poco fluida in mediana, consentendo alla Lazio di poter ripartire senza troppi affanni, meritando almeno il pareggio per un’ora, ma se Handanovic si appella sempre ai santi giusti tra i pali, lassù qualcuno sembra non voler tanto bene a Correa, sfortunato e sciupone in almeno tre occasioni. Non sempre con il miglior attacco si può vincere, ma con il cuore e la consapevolezza adesso questa Inter sa di poter avere due assi nella manica importanti, riflessi di un allenatore che di spettacolo non vuole sentirne parlare, ma che sui temi grinta e carattere potrebbe scriverci 100 libri.
Inzaghi sprecone, ma non ingiusto
L’altra faccia della medaglia non può che palesare una squadra sconfitta, ma non per questo allo sbando o inferiore all’Inter. Simone Inzaghi ha stupito tutti lasciando in panchina Immobile, ma poco centra lo screzio avuto dopo il cambio nel match contro il Parma. Scelte tecniche dunque che tutto sommato avrebbero potuto fruttare qualcosa di più, perché le occasioni non sono mancate, ma la lucidità è stata la vera assente ingiustificata. I biancocelesti ripartono con coraggio e a sprazzi mostrando un bel gioco, ma per Correa non è serata. L’argentino spreca tutto quello che gli capita a tiro, e per questo motivo la scelta di non schierare Immobile non si è poi rivelata un’idea malsana, ma solo bisognosa di più fortuna per poter ripianare i dissidi interni (sempre che ce ne fossero).
Con Ciro in campo, il risultato non cambia, e forse l’aver dimostrato che la lucidità non dipende dall’allenatore, ma da chi entra in campo rimane la sola consolazione di uan serata da dimenticare sul piano del risultato, ma che fa ben sperare per il prosieguo della stagione.