La cavalcata iniziale di Inter e Milan nelle rispettive competizioni europee non è passata certo inosservata. Le prime due giornate condite da spettacolo e conferme hanno regalato ai tifosi emozioni che mancavano da almeno 6 anni. Ma dopo essere tornate a calcare certi palcoscenici le milanesi si sono spente a lungo andare.
Partendo dall’Inter, se consideriamo le ultime settimane di fuoco che giocatori e allenatore hanno dovuto affrontare, di certo il verdetto non è positivo. I ragazzi di Spalletti devono accettare la realtà dei fatti: manca l’esperienza.
Il tecnico di Certaldo ha dato la sua impronta di gioco alla squadra: impostare l’azione da dietro, palla a terra, pressing ragionevolmente alto e tutti sono in competizione per meritarsi un posto da titolare. O almeno questi erano i presupposti.
Probabilmente la sconfitta a Wembley con gli Spurs ha dato il via allo scivolone graduale dei nerazzurri. Prima la vittoria sciupata a Roma e il conseguente pareggio, poi la sconfitta contro la Juve dopo una buona prestazione, infine il fallimento epocale col Psv e l’addio alla Champions League.
Tutte dimostrazioni di come la Beneamata abbia mancato all’appello nei momenti che contano, lasciando spazio a squadre più preparate e attrezzate. Anche perché giocare in Champions senza centrocampo e con limitazioni numeriche alla rosa non può certo essere un vantaggio.
Killer instinct mancante, Icardipendenza e infortuni al seguito sono solo alcuni dei recenti problemi. C’è da dire che le colpe vanno divise a metà tra allenatore e team.
Spalletti si è intestardito nel voler dare assoluta priorità a un Ivan Perisic completamente assente da inizio campionato, senza premiare un Keita in formissima; la squadra scesa in campo col Psv invece non ha giocato unita, lasciandosi trasportare anche troppo dalla frenesia per la rete avversaria.
Troppi errori tecnici nel primo tempo e scarsa concentrazione dei singoli, con la testa al Camp Nou. Dopo il pareggio di Icardi, la squadra ha accettato palesemente il pareggio sapendo della vittoria del Barça e poi si è mangiata le mani; il trionfo era inevitabilmente l’unica via.
È arrivato il momento della verità anche per il Milan che questa sera battaglierà con i greci dell’Olympiacos per raggiungere i cugini ai sedicesimi di Europa League.
Tuttavia il Diavolo rossonero è alquanto malconcio, reduce dalla miriade di infortuni dei giocatori che complicano la vita a mister Gattuso. In particolare, sono le assenze di Biglia e Romagnoli quelle più altisonanti.
Il centrocampista argentino è stato criticato molte volte dalla tifoseria, ma ora si nota la differenza nel gioco: manca un regista, qualcuno che palleggi e imposti. Inoltre, anche la mancanza del centrale italiano è evidente, difatti la retroguardia è più vulnerabile.
C’è da dire che la scommessa dell’allenatore di puntare su Abate centrale e Zapata a fargli da spalla sta dando i suoi frutti, così come la crescita esponenziale di un giocatore come Bakayoko che fa da diga davanti la difesa assieme a Frank Kessié.
I rossoneri però sono reduci da un recente sali-scendi che sottolinea gli ulteriori limiti della squadra. Il pareggio rimediato con la Lazio all’Olimpico, la “sudata” col Dudelange, la vittoria di misura col Parma e l’ultimo pari col Toro ne sono la prova.
Analizzando nello specifico la sfida d’Europa League, si nota un Milan che pecca spesso di lucidità, commettendo errori sciocchi che fanno scattare contropiedi letali. Sotto col punteggio, sono stati i due autogoal a scuotere i rossoneri e da lì è arrivata la vittoria in extremis (anche se larga).
Ma una squadra che ambisce ad alti vertici e a dei cospicui successi non può certo permettersi di vincere sempre all’ultimo. Anche perché la ruota non gira spesso a favore.
Due le certezze di Gattuso in questo momento: al primo posto Cutrone, sempre presente per la causa milanista e in zona goal, mentre un gradino sotto c’è Suso che ha la capacità di far girare la squadra e di imbastire azioni fatali.
Sarebbe un bene ritrovare anche il Pipita Higuain, a secco dal 28 ottobre e desideroso di rivalsa, stavolta in ottica Europa League. La sua cattiveria sotto porta e la fame di vittorie farebbe comodo questa sera.
A cura di Yvonne Alessandro