Internazionali di Roma: i protagonisti italiani nella storia del torneo

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Di Redazione Metropolitan

Da Nicola Pietrangeli a Filippo Volandri, da Lucia Valerio a Sara Errani passando per Adriano Panatta. Andiamo a vedere i più grandi risultati ottenuti dai tennisti italiani nella storia degli Internazionali di Roma.

I primi azzurri a trionfare agli Internazionali di Roma

Prima che nel 1969 il torneo si aprisse ai professionisti, è ovvio, i giocatori impegnati erano molti di meno rispetto a quelli che si vedranno poi nei decenni successivi. E soprattutto nelle primissime edizioni, dal 1930, quando si giocarono per la prima volta gli Internazionali d’Italia, una buona percentuale di tennisti era appunto rappresentata da italiani. Nel 1931 troviamo la prima tennista italiana a vincere il torneo, Lucia Valerio, che sostanzialmente gioca tutte le finali dal ’30 al ’35 eccezion fatta per quella del ’33. I primi uomini ad alzare il trofeo sono invece Emanuele Sertorio nel 1933 e Giovanni Palmieri nel 1934.

Dopo la sospensione dal 1936 al 1949 il titolo torna in mani italiane nel 1950 nel femminile con Annalisa Ullstein Bossi e nel 1955 nel maschile con Fausto Gardini. Nel ’57 è l’ora di una leggenda del Foro Italico, Nicola Pietrangeli, che batté Giuseppe Merlo (alla seconda finale dopo quella persa contro Gardini). Dopo aver perso in finale l’anno dopo, Pietrangeli si ripeté nel ’61, quando in finale trovò una grandissima vittoria contro un’altra leggenda del tennis, Rod Laver, il quale l’anno dopo avrebbe completato il Grande Slam. Pietrangeli tornò in finale nel ’66, ma venne sconfitto in tre set da Tony Roche.

Gli anni ’70 dei quattro della Davis

Protagonisti a Roma negli anni settanta furono sicuramente i quattro giocatori che nel ’76 portarono la prima e unica Coppa Davis in Italia: Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Antonio Zugarelli e Corrado Barazzutti. Bertolucci in particolare fu, nel 1973, il primo giocatore italiano a raggiungere le semifinali di Roma nell’Era Open. Lì dovette arrendersi a un Ilie Nastase che quell’anno vinse il secondo titolo in carriera al Foro Italico. Tre anni dopo due degli ultimi otto giocatori in gara erano azzurri.

Il primo era Barazzutti, che ai quarti dovette arrendersi al numero 4 del mondo, Guillermo Vilas; il secondo era Panatta, che dopo 8 anni senza mai andare oltre gli ottavi, fu protagonista di un torneo spettacolare. Tutto cominciò al primo turno contro Kim Warwick a cui Panatta annullò la bellezza di undici (!) match point. Al secondo turno fu la volta del derby con Zugarelli (che rivedremo qualche riga più avanti), sconfitto in due set dal connazionale. Panatta ottenne poi la rivincita di sei anni prima su Franulovic, per poi giocare un match passato alla storia non necessariamente soltanto per le gesta con la racchetta.

Indimenticabile furono i quarti contro Harold Solomon che dopo una chiamata dubbia del giudice di sedia perde le staffe e si ritira dal match a un game dalla semifinale. Qui ci andrà Panatta che batterà un 32enne John Newcombe per poi vendicare Barazzutti battendo in finale Vilas. Sarà l’ultimo titolo vinto agli Internazionali di Roma da un italiano. Il romano arriverà nuovamente in finale due anni dopo, ma verrà sconfitto in un altro match incredibile da Bjorn Borg. Nel ’77 si ferma ai quarti contro Vitas Gerulaitis che batterà in finale anche Antonio Zugarelli, alla seconda finale ATP della carriera.

40 anni senza finalisti…

Da Zugarelli sono passati esattamente 43 anni senza che un italiano riuscisse a centrare una finale a Roma. L’unico ad andarci vicino è stato Filippo Volandri, che nel 2007 si fermò in semifinale dopo aver battuto incredibilmente agli ottavi un Roger Federer che quell’anno sfiorò il Grande Slam. Per il resto nessuno è mai riuscito ad andare oltre i quarti di finale. Negli anni ’80 questi furono raggiunti da cinque giocatori. Il primo fu Bertolucci nel 1980, che venne sconfitto dal finalista di quell’anno, Yannick Noah.

Quattro anni dopo il fratello di Adriano, Claudio Panatta si arrese ad Andres Gomez, campione di quell’edizione; nello stesso anno Francesco Cancellotti – che al secondo turno aveva eliminato il ragazzo prodigio e futuro n.1 del mondo, Mats Wilander – fu battuto dall’avversario di Gomez in finale, Aaron Krickstein. Nell’87 è Paolo Canè ad essere eliminato dal finalista di quell’edizione, Martin Jaite, mentre nell’89 Omar Camporese, dopo aver battuto un 18enne Ivanisevic, ai quarti venne eliminato dal campione di quell’anno, Alberto Mancini.

L’anno dopo il bolognese raggiunge nuovamente i quarti, ma come Panatta non riesce a superare l’ostacolo Gomez. Il resto degli anni Novanta è di Andrea Gaudenzi, che nel ’94 batte il campione del ’95 Thomas Muster, fermandosi ai quarti battuto dal vincitore finale Pete Sampras. Nel ’96 ripete il risultato, questa volta fermato da Albert Costa. Nel nuovo millennio, a parte il sopracitato Volandri, raggiungono i quarti Andreas Seppi nel 2012 (fermato da Federer), nel 2018 Fabio Fognini (che l’anno prima aveva eliminato il n.1 del mondo Andy Murray) e nel 2020 Matteo Berrettini, eliminato amaramente al tie-break da Casper Ruud.

…tranne che nel femminile

Quanto detto prima non vale nel tennis femminile, che non solo ha visto delle finaliste negli ultimi quarant’anni, ma anche una vincitrice. Stiamo parlando di Raffaela Reggi, che nel 1985 batte in finale in due set Vicki Nelson e riporta il titolo femminile in Italia dopo 35 anni. Per la tennista di Faenza si trattò del primo dei cinque titoli in singolare conquistati in carriera. Si dovrà poi attendere altri trent’anni però per rivedere una tennista italiana in finale agli Internazionali di Roma.

Non una romagnola come Reggi ma un’emiliana, Sara Errani, che quell’anno insieme alla storica compagna di doppio, Roberta Vinci, aveva già conquistato l’Australian Open e da lì a poco avrebbe trionfato anche a Wimbledon. A Roma Sara sconfisse ai quarti la numero 2 del mondo, Na Li (vincitrice quell’anno a Melbourne), e in semifinale la plurivincitrice al Foro Italico Jelena Jankovic. In finale però Errani dovette cedere alla n.1 del mondo Serena Williams, complice anche un dolore alla coscia accusato nel primo set che le costò un fatale 6-3, 6-0.

ENRICO RUGGERI