“Interstellar”, quanto c’è di vero nello scenario raccontato da Nolan?

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Di Redazione Metropolitan

Questa sera, su Italia 1, andrà in onda “Interstellar”. Nel suo capolavoro di fantascienza, Christopher Nolan ci trasporta in uno scenario terribile per l’umanità sulla terra, in cui l’unica salvezza è riposta nella ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare per preservare la specie umana. Ma quanto c’è di fantasy nella realtà di “Interstellar”? E quanto c’è, invece, di scientificamente reale? La maestria del regista è proprio questa: attraverso espedienti cinematografici, Nolan ci fa innamorare della fisica (quella vera) e, soprattutto, ci fa riflettere sul futuro, tutt’altro che ipotetico, del nostro pianeta.

Dal film "Interstellar", by Christopher Nolan- Photo credit: dal web
Dal film “Interstellar”, by Christopher Nolan- Photo credit: dal web

Un pianeta che muore

In un futuro imprecisato, il pianeta terra sta lentamente morendo. Da diversi decenni ormai, nulla riesce più a crescere dalla terra sterile, fatta eccezione per il granturco. La popolazione superstite è completamente dedicata all’agricoltura, di granturco, per riuscire a sopravvivere. La scienza è stata dimenticata, ai bambini a scuola si insegna che “l’uomo sulla luna” è stata solo una farsa, un espediente propagandistico. Anche Cooper (Matthew McConaughey), ex astronauta mai andato nello spazio, ha dovuto abbandonare il suo sogno per dedicarsi alla coltivazione.

Le coltivazioni di granturco, unica fonte di cibo rimasta sulla terra, dal film "Interstellar"- Photo credit: dal web
Le coltivazioni di granturco, unica fonte di cibo rimasta sulla terra, dal film “Interstellar”- Photo credit: dal web

Potrebbe esserci una via di fuga

Ma, grazie all’intuito della figlia, scopre che la NASA, in gran segreto, è ancora in funzione. La NASA, consapevole dell’imminente morte del pianeta Terra, ha sfruttato la presenza di un wormhole comparso vicino Saturno, che funge da canale di comunicazione con altre galassie. Anni prima, alcuni scienziati avevano attraversato il wormhole, alla ricerca di nuovi pianeti adatti alla vita. Lo scopo della missione ora è quello di andare a cercare l’esito di tre missioni separate, sperando che almeno una di queste abbia avuto esito positivo.

L'Endurance, la navicella con a bordo Cooper e gli altri scienziati, in prossimità del wormhole, da "Interstellar"- Photo credit: dal web
L’Endurance, la navicella con a bordo Cooper e gli altri scienziati, in prossimità del wormhole, da “Interstellar”- Photo credit: dal web

Un premio Nobel come consulente per Interstellar

Le idee alla base di “Interstellar” sono perfettamente coerenti con le teorie fisiche. Nolan si ispira, infatti, alle teorie scientifiche del premio Nobel Kip Thorne, un fisico teoretico specializzato in studi gravitazionali e astrofisici alla California Institute of Technology, uno dei nomi più importanti nell’analisi dei buchi neri, che ha collaborato come consulente al film ed è stato produttore esecutivo insieme a Jake Myers e Jordan Goldberg.

Quello di Nolan è uno scenario possibile? Il ponte di Einstein-Rosen è la risposta

Il wormhole è la chiave di volta in questa vicenda. Un wormhole è una curvatura dello spazio, che consentirebbe la creazione di una scorciatoia che conduca presso zone remote dell’Universo. E qui scende in campo Einstein. Insieme allo scienziato Rosen, Einstein aveva ipotizzato la presenza di questa struttura definita in maniera compiuta sia dalla fisica teorica che dalla matematica, conosciuta oggi con il nome di ponte Einstein-Rosen. Struttura che, però, non è mai stata osservata nello spazio. Quindi, se questa struttura esistesse davvero, quasi tutto ciò che vediamo nel film potrebbe essere reale. Ma, per ora, resta soltanto un’ipotesi.

Il ponte di Einstein-Rosen- Photo credit: dal web
Il ponte di Einstein-Rosen- Photo credit: dal web

Allora cosa c’è di reale in “Interstellar”?

Aldilà delle teorie della fisica, quello di Nolan è il racconto del sacrificio di un padre, costretto ad allontanarsi dai suoi figli per potergli assicurare un futuro. E’ una storia di speranza, di fiducia riposta nella scienza e nella lotta per la sopravvivenza, portata avanti da pochi uomini e donne che, andando contro corrente, si sono spinti nell’ignoto. Ciò che c’è di reale in questo film è che, purtroppo, il pianeta terra sta esaurendo le risorse. Ciò che c’è di irreale è che, purtroppo, non abbiamo un pianeta di riserva. Se non riusciamo tutti a comprendere le leggi fisiche che regolano l’universo, dovremmo essere tutti in grado di comprendere che al nostro pianeta serve il nostro aiuto, per poterci aiutare a sopravvivere.

Vera Martinez