In attesa dell’inizio del campionato di Formula 2 che scatterà a fine marzo, abbiamo avuto l’occasione e il piacere di fare una chiacchierata con Maurizio Salvadori, team principal e proprietario di Trident Motorsport. Il numero uno del team italiano ci ha raccontato come è cominciata la sua avventura nel mondo dei motori, dei risultati della passata stagione e delle aspettative e gli obiettivi per il 2021.
Trident Motorsport tra F2 e F3
Trident Motorsport nasce nel 2006 per mano di Maurizio Salvadori, che ricopre anche il ruolo di team principal. Il team italiano milita attualmente nelle categorie di Formula 2 e Formula 3, categorie in cui ha ottenuto risultati significativi. Negli ultimi anni Trident si è posizionata quasi sempre sul podio del campionato di F3, un piazzamento arrivato anche nel 2020. Il verdetto? Secondo posto, soltanto dietro Prema. In F2 la musica è stata diversa, ma Maurizio Salvadori è una personalità che non si arrende e si sta già organizzando per un altro anno sulle piste. A breve, tra le novità, ci sarà l’annuncio della nuova line-up del team, che potrebbe di certo portare molte soddisfazioni.
Sono tanti i piloti che hanno corso in Trident, come Luca Ghiotto e Antonio Fuoco, ma anche lo svizzero Ralph Boschung (rientrato in F2 in occasione dei test di fine stagione in Bahrain) e Christian Lundgaard della Reanult Sport Academy. Tra questi spunta anche il nome di Callum Ilott, che nel corso della stagione 2017 ha coronato il proprio debutto disputando le due gare casalinghe a Silverstone proprio con la squadra italiana.
A tu per tu con Maurizio Salvadori: #1 di Trident
“Trident Motorsport nasce nel 2006. Da dove viene questa idea?”
“Io ho corso per tanti anni, per passione, cominciando molto tardi la mia ‘carriera’ e correvo in Coppa Renault. Ho cominciato a 26-27 anni, appena me lo sono potuto permettere: diciamo che per me era veramente un hobby. Oltre a tutti i campionati nazionali, Renault organizzava anche l’europeo che correva prima della F1 la domenica mattina e per tanti anni ho fatto l’europeo, con grande emozione devo dire perché a quel tempo correre accanto alla F1 era una gratificazione notevole. Sono stato lì per quindici anni, ho smesso nel 1994 perché avevo raggiunto i limiti di età, ma soprattutto perché avevo avuto un figlio due anni prima e volevo fare il padre. Ho deciso di appendere il casco al chiodo e per anni non sono più entrato in autodromo, nonostante gli inviti di tutti gli amici”.
“Nel 2004 c’era il figlio di una persona del nostro ambiente musicale che correva con Minardi e c’erano una serie di difficoltà. Degli amici mi hanno chiesto di dargli una mano e in qualche modo con lui sono rientrato in autodromo. Per una serie di eventi, tra cui l’introduzione del GP2 (F2 attuale, n.d.r.), sono rientrato nel giro e l’ho seguito l’anno dopo in GP2. L’anno dopo c’era un posto ancora libero tra i team: se ne potevano avere massimo tredici. C’erano dieci domande e abbiamo fatto un progetto coinvolgendo a suo tempo Clarence Seedorf, che aveva anche un team del Motomondiale 125 (attuale Moto 3, n.d.r.) in cui correvano i fratelli Espargaro, e poi Ramazzotti. Abbiamo presentato questo progetto e hanno scelto noi tra dieci team”.
“Qual è la differenza tra una vettura di Formula 2 e Formula 3?”
“Ovviamente c’è una differenza di cavalli, di potenza. La F3 è una macchina di circa 400 CV, la F2 ne ha oltre 600 e la F3 è propedeutica alla F2. Oggi i passaggi per arrivare alla F1 sono quasi obbligati: per avere la super licenza devi ottenere determinati punti, per cui il passaggio dalle formule minori oggi sono dei passaggi obbligatori”.
“La Formula 3 ovviamente è più maneggevole, è più ‘facile’ da guidare anche se la competizione è altissima. Ci sono dieci team con tre macchine: basta sbagliare una qualifica per partire dietro e buttare un weekend. Dei trenta piloti che arrivano ce ne sono (sulla carta almeno) una dozzina che pensano di poter vincere il campionato. Sono tutti ragazzi che si trasferiscono per vivere in Europa vicino ai team per cui corrono. E’ già un bel sacrificio cominciare a 15-16 anni, ma sono ragazzi che hanno iniziato già da anni a fare la Formula 4”.
“La stagione 2020 di Formula 2 non ha portato risultati molto soddisfacenti (solo sei punti collezionati tra il primo round di Spielberg, Spa e Mugello). Come state lavorando in vista del campionato 2021?”
“Dal punto di vista tecnico stiamo lavorando nello stesso modo, nel senso che in F2 stiamo patendo degli errori fatti negli anni passati. Negli ultimi due anni abbiamo avuto una macchina molto buona secondo me. Ma far andare una macchina a questi livelli è abbastanza complicato. Un campionato monomarca è una situazione estremamente difficile e competitiva, perché bastano delle sfumature per andare molto bene o molto male. Nel 2017-2018 abbiamo avuto una nuova situazione tecnica, ma la verità è che non si è saputo interpretare soprattutto il degrado della macchina. Tecnicamente non eravamo a posto. Quando non sei a posto è assolutamente difficile fare campagna acquisti e avere dei piloti decenti. I piloti non sono tutti uguali”.
“Quando le cose non vanno, le responsabilità sono sempre di tutti e mai di nessuno, però sono fiducioso: sono convinto di avere una macchina vincente, anche perché stiamo applicando gli stessi metodi di ricerca applicati alla F3”.
“Quello che ha cambiato molto è il discorso delle gomme e riuscire a portarle alla temperatura ideale per avere il massimo grip nell’unico giro in cui puoi fare il tempo per rientrare nelle prime due file è un lavoro che sembra fantascienza. Perché quella gomma lì funziona su quel circuito con l’asfalto a 80° e tu devi essere in grado di sapere come fare per portarla a 85° nel giro di uscita e nel giro di riscaldamento prima del lancio. La gomma a 5° in meno non lavora come nella situazione ideale. Lo stesso lavoro lo sto facendo adesso in F2. Cosa è mancato per vincere il titolo in F3? Tre piloti che siano tre title contender”.
“Chi avete in mente per la line-up piloti della prossima stagione? Avete pensato anche a Callum Ilott per caso?”
“Stiamo trattando un pilota che potrebbe essere un title contender per l’anno prossimo, dovremmo avere la risposta entro pochi giorni. Se in F3 abbiamo tre piloti che secondo me sono veramente tutti e tre dei title contender, averne due anche in F2 potrebbe cambiare il mondo. Callum Ilott? Non è nei nostri radar. C’è un altro pilota per il quale siamo anche disponibili a fare dei sacrifici a cui siamo molto vicini. E’ esperto e molto veloce”.
“Quali sono stati i piloti migliori che avete avuto? C’è qualcuno che avreste voluto a tutti i costi?”
“Finché sei come team nei primi due-tre posti della classifica puoi andare a trattare tutti. Noi oggi con la F3 abbiamo avuto la coda, abbiamo avuto dodici richieste, abbiamo fatto addirittura dei test privati per valutare i piloti. Quando sei davanti ti puoi permettere di fare una selezione tra i piloti vincenti, hai le porte aperte dappertutto. E’ ovvio che il papà o lo sponsor quando mettono sul tavolo delle cifre importanti e vedono la classifica dicono dove vogliono andare”.
“In realtà alla fine i numeri azzerano ogni tipo di discussione, ma è vero che ce ne sono pochi che guardano al di là dei numeri: vedono le prestazioni e le parametrano per le condizioni in cui è il team. Bisogna vedere chi interpreta queste situazioni, ma sono veramente in pochi. La scelta del team è sempre condizionata, ma poi bisogna fare dei compromessi. La vita è fatta di compromessi, in particolare nel mondo del motorsport. Se quest’anno in F2 siamo arrivati ultimi non c’è la coda per venire a correre in Trident, anche se ribadisco che, secondo me, quest’anno abbiamo avuto una macchina da considerare vincente. L’anno prossimo staremo a vedere anche in base alla line-up”.
“Nuovo format di gara per Formula 2 e Formula 3: l’alternanza delle due categorie può essere un vantaggio per lavorare meglio? O non cambia nulla?”
“Non cambia nulla perché si è parlato di risparmi che non esistono. E’ vero che invece di dodici weekend ne abbiamo otto, ma non si può pensare che un ingegnere che sa far andare bene una F3 subito dopo può fare lo stesso lavoro con una F2. E’ impensabile a livello della sofisticazione di oggi. Nelle nostre officine ci sono ingegneri che sono concentrati a fare analisi tutti i giorni. Io personalmente sono convinto che si possa andare a snaturare il campionato, spero di sbagliarmi ovviamente, ma è un format per cui se il sabato in Gara 1 fai un incidente, Gara 2 non la fai perché non c’è il tempo necessario per mettere a posto la macchina“.
“Prendendo in considerazione la stagione 2020, quanto ha pesato la situazione Covid a livello di spostamenti e a livello economico?”
“A livello di costi e di spostamenti no, perché abbiamo corso di più in Europa. L’unica preoccupazione è stata la prima gara in Bahrain in cui c’era la paura di non poter tornare, perché c’erano due settimane tra i test e la gara. Per il resto non c’è stata una penalizzazione economica, anzi: abbiamo fatto il Mugello che rispetto a quest’altra gara è andata pure meglio. Ha influito un po’ sulla lunghezza del campionato, sul fatto che si siano fatte nove gare in undici weekend tra luglio, agosto e settembre”.
“Quali sono le aspettative per la stagione 2021? Il Coronavirus potrà rendere tutto molto più complicato o adesso sarete più preparati?”
“Preparati no, l’unica cosa è la messa in funzione del protocollo che ha funzionato benissimo, devo dire che sono stati molto bravi e faccio i complimenti a tutta l’organizzazione. In F3 l’obiettivo è uno solo: vincere. O con un pilota o nella classifica a squadre. In F2 l’obiettivo è di fare bene. Siamo molto motivati, molto concentrati e convinti di avere un team bello forte, amalgamato e molto motivato. Siamo convinti di avere una bella macchina e dei piloti adeguati, per cui sulla carta se siamo arrivati secondi (in F3, n.d.r.) l’obiettivo è automatico”.
Una conversazione molto interessante e ampia quella avuta con Maurizio Salvadori, che ci ha esposto la sua opinione in merito a tanti argomenti, tra cui il nuovo format del weekend di gara. Inoltre, ha suscitato senza alcun dubbio la curiosità di tutti noi riguardo alla line-up che deve ancora essere svelata. Auguriamo a Trident di ottenere grandi successi e soddisfazioni in Formula 2 e di lottare per il titolo in Formula 3 della stagione 2021!
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Maria Iuliano