Intervista a Virgin&Martyr: non esistono corpi volgari, ma esiste la volgarità nelle intenzioni

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Di Rossella Papa

Quando è la società stessa a pretendere da noi il bello, l’unica rivoluzione con cui possiamo controbattere è rispondere esaltando le nostre imperfezioni. Virgin & Martyr è il progetto di Greta Tosoni e Greta Vio che tenta di rappresentare la poetica del dettaglio attraverso un gioco di fotografia che raccoglie la natura più reale di uomini e donne, oltre il limite della bellezza.

Essere consapevoli del proprio corpo significa accettarlo oltre ogni presunzione di prototipo; da qui la mercificazione sessista trova un terreno sterile per l’immaginario ideale che sdogana ogni limite. Virgin & Martyr parte dal popolo, e quindi da Instagram, per svincolare le convinzioni bigotte di un corpo nudo: viva il sesso, viva la ciccia, ma viva anche l’educazione. Il profilo delle due ideatrici nasce per informare e sensibilizzare sul benessere fisico, mentale, sociale e anche sessuale. E’ un posto dove già l’apparente scambio di prospettive permette di demolire tutti i tabù. Ecco come…

  • Virgin & Martyr: l’esempio di quanto un uso corretto e responsabile dei social sia in grado di dare contributi reali. Vi siete affermate sul canale Instagram e avete ottenuto un successo clamoroso: avete mai pensato di sfruttare nuovi mezzi di comunicazione? Insomma, vogliamo in parecchi una rivista di educazione sessuale

Instagram è la nostra prima casa, quella che ci ha permesso di scambiare prospettive sui nostri corpi e ciò che possono fare, e di fare rete con tante persone curiose e interessate a prendere più consapevolezza. Ciononostante, non è e non sarà l’unico strumento che intendiamo utilizzare. Ad esempio, stiamo lavorando alla realizzazione di brochure “di nuova generazione” sulla salute sessuale e tematiche affini, sulla falsariga di quelle che trovi in sala d’attesa dal medico, ma più inclusive, interessanti e – soprattutto – esteticamente piacevoli. Inoltre, collaboriamo già con diverse realtà editoriali che ci mettono a disposizione una piattaforma per poter scrivere articoli oltre i 2000 caratteri di Instagram, ad esempio i-D Italia o Pureeros Edit Italia.


Una rivista? Perché no! Consideriamo qualsiasi iniziativa che contribuisca alle nostre missioni, ma essendo un progetto che per ora si basa su lavoro e contributi volontari, siamo ancora limitati dalla disponibilità economica.
Per questo, quando avremo idee più precise e definite, valuteremo anche un crowdfunding che ci supporti negli aspetti più pratici.

  • A proposito di educazione sessuale: credo che una delle cause della superficialità e della violenza derivi da una mancanza di educazione. Se si conoscesse davvero il sesso gli si darebbe il giusto valore. È ora di concedere alle scuole un’ora a settimana di educazione sessuale

Virgin & Martyr crede nel potere di un’educazione inclusiva, positiva e chiara, non solo sessuale, ma anche sentimentale. Sono distinte, ma ugualmente importanti ed insieme compensano le mancanze reciproche. In un mondo ideale, con educatori adeguatamente (in)formati e genitori che
si fidano a lasciar affrontare queste tematiche fuori casa contribuendo al contempo con un ambiente familiare aperto al confronto, allora istituire l’obbligo di tali materie sarebbe davvero utile e positivo.
Come fare, però, senza parlare di utopie?


In pochi sanno della Convenzione di Istanbul – firmata anche dall’Italia – in cui si promette impegno nella promozione di iniziative, corsi e lezioni dedicate all’informazione sessuale ed affettiva.
Questo ci porta a domandarci se più che il sistema scolastico non sia da rimproverare quello politico che, non considerando la questione una priorità, contribuisce al clima di ignoranza e stigma.

  • La celebrazione della diversità e del piacere: qual è il vostro modo di combattere i tabù?

Il primo mezzo che abbiamo utilizzato è stato visivo: la fotografia. V&M è nato come un archivio di immagini che rappresentassero la bellezza della diversità, mostrando ogni corpo e forma con semplicità e naturalezza. Crediamo che l’arte in generale possa essere lo zucchero che fa mandare giù la pillola, ovvero i tabù. Col tempo, abbiamo aggiunto testi ed informazioni alle foto: parlare e comunicare sono step fondamentali in grado di suscitare curiosità e far luce sulle lacune che ognuno di noi può avere. Solo così si può iniziare a porsi delle domande per poi confrontarsi in libertà e rendersi conto di tutto ciò che ancora non si sa, che si vorrebbe sapere o che si vorrebbe condividere.

Illustrazione di @raemantic
[ci trovate anche su instagram: @brave2brave]

  • Il social offre una risonanza enorme ma anche pericolosa, e voi trattate argomenti ad alto rischio di giudizio. Ci sono, spesso, episodi di haters che non comprendono il vostro intento?


Questa è una domanda che ci viene posta spesso, ma la risposta (per fortuna) non rispecchia le aspettative. Non ci sono mai stati episodi plateali di odio o disapprovazione, anche se all’inizio abbiamo visto rimuovere alcuni nostri post a causa delle segnalazioni, ma col tempo hanno smesso. Piuttosto ci capitano critiche costruttive o confronti con opinioni diverse, che sono comunque scambi positivi.

Secondo noi, i motivi principali potrebbero essere due: da una parte, causa anche Instagram stesso, ci sembra di stare in una sorta di “bolla” sex-positive in cui veniamo a contatto soprattutto con chi condivide, in parte o del tutto, la nostra visione; dall’altra, è dal primo momento che puntiamo ad una comunicazione semplice e diretta che non spaventi, ma al contrario cerchi di coinvolgere chiunque, sottolineando l’importanza di confrontarci e non giudicare, in particolare ciò che non si conosce.

  • Ossì, Frute: il ritorno dei giornaletti porno oggi si veste di una forma molto più autentica e informativa. Credo che l’arrivo dell’argomento sessuale nella stampa e nell’editoria – fatta in questo modo – sia finalmente un grande risultato di emancipazione. Siete d’accordo?

Ossì e Frute sono prodotti di una visione della sessualità nuova e aggiornata, motivo per cui ci troviamo sulla stessa linea d’onda e ci sosteniamo a vicenda. Oggi sappiamo (e vogliamo far sapere) che il sesso è diverso per ciascuno, pieno di cose, sfumature e possibilità da conoscere e rispettare. Per questo sì, crediamo possano essere considerati degli strumenti di ulteriore emancipazione, soprattutto per aver introdotto nell’editoria nuove voci che raccontino l’erotismo, l’intimità e tutto ciò che sta nel mezzo.

  • La nuova frontiera della comunicazione erotica è un argomento delicato: qual è il confine tra il lecito e l’eccessivo, il nudo e il volgare? Qual è il limite tra un eros necessario e un porno futile?

Non esistono corpi volgari, ma esiste la volgarità nelle intenzioni, nel messaggio o nell’occhio di chi guarda e mette un’etichetta su ciò che sta osservando. Non c’è neanche un tipo di sesso che può essere definito eccessivo se siamo tutti d’accordo che chiunque può vivere la propria sessualità come meglio crede, se lo fa con rispetto, entusiasmo e consenso di tutte le parti coinvolte. Il “limite”, anche nella comunicazione, è proprio questo: discriminare, dettare canoni o visioni standard escludendo la profonda soggettività di questi temi, definire ciò che è “normale”, nutrire
stereotipi e pregiudizi che vanno contro la libertà di espressione e autodeterminazione, non accettare che esistano modi diversi di concepire ciò che è erotico o intimo.

Se ci sono persone a cui piace un tipo di pornografia che altre considerano volgare, non vuol dire che questa non debba esistere, anzi, dovremmo riflettere sulla necessità di diversificare il porno e renderlo inclusivo, per poter rappresentare più tipi di sessualità.

Rossella Papa