Cultura

“Io vorrei..non vorrei..ma se vuoi”, dedicato a Melato e Bancroft

Benvenuti nell’universo letterario di StoryLine. In occasione degli 80 anni di Mariangelato Melato e dei 90 anni di Anne Bancroft abbiamo dedicato il nostro racconto di oggi alle due compiante attrici. Per farlo ci siamo ispirati ad elementi delle vita delle due attrici ed una famosa canzone di Lucio Battisti che da il titolo al racconto

“Io vorrei…non vorrei.. ma se vuoi”, si era detta tra se recitando un verso di famosa canzone che aveva ascoltato mentre si recava ad un provino. Mariangela doveva interpretare una una donna seduttrice e non si sentiva a suo agio, lei che in genere veniva sedotta e abbandonata. Era imbarazzata da quella parte in cui doveva essere più vecchia di vent’anni , al tempo stesso bellissima e con un giovane amante. “Sono già brutta così come faro a passare rispetto a tutte le altre?”, si era chiesta notando la fila alla porta del teatro dove il provino si sarebbe svolto. Sembrava per un attimo aver dimenticato come era arrivata li, quanti rospi aveva dovuto ingoiare e quante scuse ad ogni suo fallimento aveva dovuto accampare.

Io vorrei..non vorrei..ma se vuoi, recitando il futuro

La canzone di Battisti a cui il racconto è ispirato, fonte Lucio Battisti (tema)

Tutto era cominciato quando lavorava per dipingere vetrine guadagnando qualche soldo in quella che credeva fosse una strada giusta come la pittura . Poi le sere passate nello stesso bar tra chiacchiere, fumo denso e programmi di grandi mostre all’estero seguendo il sogno di fondare una nuova scuola artistica. Mariangela si era convinta attraverso le false promesse e attenzioni di un sedicente ritrattista di aver trovato per sino un committente ma, quando capì che si trattava di dipingere falsi, lascio perdere. Il suo amore per il pennello si era improvvisamente trasformato in un incubo di ricordi da venerare come in un tempio dell’orrore.

Si era detta che l’arte è il dolore fossero una cosa sola e lei non avrebbe più voluto soffrire. Poi una sera, camminando, si accorse di alcune luci soffuse provenienti dall’altro lato della strada. 2 minuti più tardi s’imbattè in una porta aperta che la condusse in un piccolo teatrino. Qui una compagnia di attori stava recitando alcuni versi di Euripide. Mariangela percepì che la vitalità e la potenza di quelle antiche parole le stavano suggerendo qualcosa d’importante come una nuova passione. “Io vorrei..non vorrei..ma se vuoi”, si era detta tra se . Aveva paura di lasciarsi andare perchè quando si perdere un amore non è facile cominciarne un altro. Per questo nei primi tempi si promise solamente di osservare senza essere notata.

Come può uno scoglio arginare il mare

“Il tempo è breve; chi insegue l’immenso perde l’attimo presente” , sentì recitare da uno degli attori della compagnia teatrale che il tempo aveva imparato a conoscere. Gino aveva esattamente spietato quello che lei aveva cominciato a provare ancor di più con questo verso di “Le Baccanti” di Euripide. Mariangela si accorse che tergiversare non serviva niente , che lo scoglio della ragione non può arginare un mare agitato come quello della passione. “Non vorrei” si era detta anche questa volta ma poi quando si rese conto di tutto stava già riposando sul petto di Gino.

Mariangela capì ben pesto che quella vita che aveva scelto era piena di sacrifici, di discese e risalite ma non si tirò indietro. “Qualsiasi sia la cosa che porti alla ricompensa del paradiso, farò il massimo per compierla.”, si era detta. Il paradiso per lei sarebbe stato ovviamente essere un’attrice affermata almeno per ricompensare i sacrifici della famiglia ora che non aveva più il suo lavoro di vetrinista e nemmeno il suo posto alla scuola d’arte. Il tutto per quella che i suoi consideravano un’alare passione passeggera ma che per lei con il tempo divenne la ragione di vita.

Epilogo

Gino era già scomparso da due mesi ed ora Mariangela si trovava all’esterno di un teatro a fare il provino per un ruolo da donna sposata che seduce un giovane laureato. Sbirciando notò che anche l’attore nel ruolo del giovane era imbarazzato. Questo non fece che accrescere la sua ansia poi di nuovo sentì quel mare, quel cuore che volava verso distese azzurre, quella passione che tornava a chiamarla. Così quando venne il suo turno non fece null’altro che investire le persone tra il pubblico con questa forza trovando finalmente il suo paradiso tra le assi di un palcoscenico.

Stefano Delle Cave

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