Il terremoto che ha colpito Aradan, Iran, ha sollevato speculazioni su un possibile test nucleare, evidenziando le preoccupazioni internazionali sul programma nucleare iraniano.
Sebbene l’Iran abbia capacità avanzate di arricchimento dell’uranio, gli esperti sostengono che il Paese non abbia ancora raggiunto la tecnologia necessaria per sviluppare una bomba atomica operativa. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di funzionari iraniani suggeriscono che il nucleare potrebbe fungere più come strumento di deterrenza politica e militare, che non come tecnologia realmente operativa.
Il nucleare è uno strumento di deterrenza
Negli ultimi mesi, alcuni esponenti del governo e membri dell’élite militare iraniana, come i comandanti delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC), hanno rilasciato dichiarazioni di forte impatto. In particolare, un comandante dell’IRGC ha affermato che l’Iran è in grado di “radere al suolo Haifa e Tel Aviv” se si sentisse minacciato da Israele. Tali dichiarazioni, pur non facendo riferimento diretto a un’arma nucleare, sottintendono un messaggio di potenziale forza che l’Iran vorrebbe trasmettere agli avversari. Questa retorica, insieme al programma nucleare, viene percepita come una forma di deterrenza strategica: uno strumento di pressione per dissuadere attacchi o azioni ostili da parte dei suoi nemici, in particolare Israele e altri paesi occidentali.
Il livello dell’Iran rispetto alla tecnologia nucleare
L’Iran ha interesse a sviluppare una percezione di potenza militare senza necessariamente arrivare a costruire una vera e propria arma nucleare. Il programma nucleare, quindi, assume un ruolo simbolico, e il Paese sfrutta l’ambiguità sulle proprie capacità per mantenere una certa influenza regionale. Il fatto che l’Iran possieda la tecnologia per arricchire l’uranio ma non sia ancora arrivato alla costruzione di una testata nucleare lascia intendere che il vero obiettivo potrebbe essere politico: usare il nucleare come strumento per influenzare le dinamiche di potere nella regione e per prevenire attacchi esterni attraverso una minaccia implicita.
Le dichiarazioni recenti fanno parte di una strategia comunicativa che cerca di posizionare l’Iran come una potenza pronta a difendere i propri interessi con mezzi estremi. Tuttavia, gli esperti sono concordi nel ritenere che l’Iran non disponga ancora della tecnologia necessaria per sviluppare una bomba atomica operativa, e gli stessi funzionari hanno sottolineato che qualsiasi cambiamento nella dottrina difensiva rimarrebbe comunque conforme alle fatwa emesse dal leader supremo, che vietano l’uso di armi nucleari. In questo contesto, il programma nucleare viene considerato principalmente un meccanismo per consolidare il proprio ruolo e aumentare il peso diplomatico piuttosto che una reale minaccia imminente.
Cosa dire dell’Iran e della possibilità di escalation nucleare?
Nonostante il programma nucleare iraniano continui a generare preoccupazioni internazionali, sembra che esso funzioni principalmente come un mezzo di deterrenza strategica piuttosto che come una vera minaccia offensiva. Le recenti dichiarazioni delle autorità iraniane, come quelle riguardanti la capacità di distruggere città israeliane in caso di attacco, suggeriscono che l’Iran intenda mantenere il nucleare come strumento di pressione politica e militare. Questo atteggiamento mira a dissuadere potenziali aggressori e a rafforzare la sua posizione regionale.
Per il momento, l’Iran non ha superato i limiti tecnologici necessari per produrre un’arma nucleare operativa, ma il programma nucleare ha già un valore strategico significativo. La comunità internazionale, consapevole delle implicazioni di un programma nucleare incompleto ma potenzialmente espandibile, continua a monitorare attentamente l’evoluzione di questa situazione. Anche in assenza di una reale capacità atomica, infatti, il nucleare iraniano esercita una considerevole influenza sulla stabilità e sugli equilibri di potere in Medio Oriente.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine