L’ultimo periodo si sta rivelando decisamente difficile per i Paesi orientali. Da un lato, infatti, l’Ucraina si è ritrovata coinvolta in uno scontro diplomatico, e si spera non bellico, tra la Russia e la NATO. Dall’altro, invece, l’Iran continua a subire pressione dall’Occidente per il suo programma sul nucleare. In passato, infatti, grazie all’accordo internazionale JCPOA, lo Stato dovette ridurre gli incentivi nel settore a fronte di un’eliminazione delle sanzioni amministrative imposte dall’UE, dagli USA e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per via delle sue attività considerate destabilizzanti per l’area. Nel 2018, però, in seguito all’uscita di Washington dal patto ad opera dell’allora Presidente Donald Trump, tali sanzioni sono state rilanciate. E ora, a distanza di ben quattro anni, Teheran chiede che vengano definitivamente abolite.
Oggi riunione a Vienna per decidere in merito alla questione nucleare in Iran
Il Joint Comprehensive Plan of Action, meglio conosciuto come JCPOA, è un piano d’azione congiunto sull’energia nucleare in Iran siglato a Vienna nel 2015. Le condizioni di suddetto piano prevedevano che la nazione dell’Oriente riducesse considerevolmente le riserve di uranio a medio arricchimento, tagliasse del 98% quelle a basso arricchimento e diminuisse le centrifughe di gas per la durata di tredici anni. Al contrario, Unione Europea, Stati Uniti e NATO si impegnavano a sospendere le ammende pecuniarie imposte in precedenza. Da quel momento, le cose sembrarono procedere per il meglio. Almeno finché Trump non decise di ritirarsi dall’intesa e di reintrodurre le pene monetarie con lo scopo di indurre il regime iraniano a porre fine alle (presunte) brutalità commesse in Siria e alla costruzione di basi missilistiche che minaccerebbero Israele.
Adesso, chiaramente, complice forse l’insediamento di Joe Biden, le condizioni sarebbero differenti e suggerirebbero la possibilità di trovare una soluzione alla questione. La Repubblica islamica dell’Asia ha richiesto un ripensamento delle forze occidentali e quest’ultime avrebbero accolto il suo appello. Difatti, in una telefonata con la controparte cinese, fa sapere l’Ansa, il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian avrebbe dichiarato che:
“L’Occidente dovrebbe prendere una decisione seria ed efficace riguardo alla rimozione delle sanzioni e provare che si è davvero allontanato dalle politiche fallimentari della precedente amministrazione”. Usa“.
E a tal proposito, nella giornata odierna, si terranno proprio a Vienna dei colloqui tra gli Stati membri nella speranza di giungere ad un compromesso. Già lo scorso 29 novembre ci furono degli incontri, ma si risolsero in un nulla di fatto. Questa volta si avrà la possibilità di assistere ad un cambiamento? Non resta da far altro che attendere.
Scritto da Diego Lanuto.
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