Isabella Santacroce si racconta dopo 5 anni: “Sono cannibale e ne vado fiera”

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Di Marianna Soru

La scrittrice Isabella Santacroce ha fatto una rivelazione shock in un’intervista di Repubblica, dove afferma di essere “cannibale” e di andarne fiera. Ma non è come sembra: ecco cosa ha spiegato.

Isabella Santacroce e i “Cannibali”

La scrittrice torna alla ribalta cinque anni dopo il suo penultimo libro, “La Divina”. Da lì, altri quattro anni di silenzio totale. Ora la scrittrice torna sulla scena letteraria con un nuovo libro, “Magnificat Amour”. Santacroce è nata a Riccione il 30 aprile 1970. E, in una lunga intervista a Repubblica, nella quale ha raccontato di sé e del suo ultimo lavoro. Del quale ha detto che l’ha scritto “tenendo accanto una candela accesa”, dato che l’autrice si sente “un tramite tra il mondo visibile e quello invisibile”. Con “cannibale”, la Santacroce fa riferimento al fenomeno letterario sviluppatori in Italia a metà degli anni Novanta i cui autori vennero definiti per l’appunto “cannibali”.

Il termine fa riferimento sia allo stile che ai temi trattati. E nacque in seguito alla pubblicazione dell’antologia “Gioventù cannibale”, curata da Daniele Brolli e pubblicata da Einaudi nell’autunno del 1996. In questo movimento erano presenti autori come Niccolò Ammaniti, Daniele Luttazzi, Luisa Brancaccio e Alda Teodorani. Isabella Santacroce non faceva parte di questi autori, ma i suoi primi tre lavori, racchiusi in quella che è stata definita “trilogia dello spavento”, vennero accostati per stile e tematiche alla corrente dei Cannibali.

Marianna Soru

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