Sabato l’esercito israeliano ha ucciso 14 persone palestinesi in un attacco al campo di Nur Shams, in Cisgiordania, in una delle operazioni più violente compiute da mesi nell’area.

Le autorità palestinesi hanno identificato tra i morti un uomo armato e un ragazzo di 16 anni, mentre l’esercito israeliano ha parlato di «dieci terroristi uccisi», di otto arrestati e di molto materiale bellico sequestrato. L’attacco è stato compiuto con mezzi militari e droni, e lo scontro a fuoco tra soldati israeliani e combattenti palestinesi è andato avanti diverse ore. Nur Shams si trova nel nord della Cisgiordania e fu fondato nel 1952 vicino alla città palestinese di Tulkarem.

Sempre sabato, un bombardamento israeliano sulla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ha ucciso almeno nove persone, tra cui sei bambini, hanno detto i portavoce dell’ospedale di al Najjar, dove sono stati portati i corpi.

Il raid va avanti da circa 40 ore e le testimonianze video denunciano il blocco delle ambulanze da parte dei militari israeliani, che impediscono il soccorso ai feriti e l’accesso al campo ai soccorsi e ai giornalisti. Sono stati effettuati arresti di massa.

Tre case sono state bombardate e i bulldozer hanno demolito gran parte delle infrastrutture causando, secondo i corrispondenti di Al Jazeera che seguono gli sviluppi fuori dal campo, la “peggiore distruzione degli ultimi decenni”.

Inoltre coloni israeliani, riferiscono testimoni, hanno ucciso durante un raid nel villaggio di Sawiya (Nablus) un autista di una ambulanza, Mohammed Musa di 50 anni. E’ il quarto palestinese ucciso da coloni negli ultimi giorni.

Oggi, domenica, è stato proclamato una sciopero generale in Cisgiordania e Gerusalemme est per protestare contro l’incursione a Nur Shams e le numerose uccisioni.