Il 27 novembre scorso Israele avrebbe ucciso il professor Mohsen Fakhrizadeh con una mitragliatrice robot. A rivelarlo è il New York Times. L’opinione pubblica considera Fakhrizadeh il “padre” del programma nucleare iraniano. La celeberrima testata statunitense parla di un’operazione da parte del Mossad, con l’ausilio di un robot telecomandato. La macchina in questione avrebbe goduto di un I.A. molto elevata, provvista inoltre di diverse telecamere. Gli assassini di Fakhrizadeh avrebbero manovrato il robot via satellite.

La mitragliatrice utilizzata da Israele

Un non meglio precisato funzionaro dell’Intelligence ha dichiarato che Israele avrebbe utilizzato uno speciale modello di mitragliatrice FN MAG di produzione belga. Una mitragliatrice montata sopra un apparato robotico. La mitragliatrice robot avva bisogno anche di alimentazione, che avveniva tramite intelligenza artificiale. Un’operazione subdola, invisibile, che per l’alta tecnologia utilizzata, non ha avuto il bisogno della presenza di agenti sul posto. Il Giorno precisa che i killer di Mohsen Fakhrizadeh avrebbero agito in meno di un minuto.

Unica vittima Fakrizadeh

I killer incaricati dell’omicidio dovevano eliminare solamente Mohsen Fakhrizadeh. Risparmiata la moglie dello scienziato. I due viaggiavano insieme in quel momento. Il New York Times precisa come l’Iran avrebbe fatto entrare la macchina a pezzi. Una volta giunta all’interno dello stato, gli addetti l’avrebberi riassemblata. La squadra del Mossad scelta per la missione omicida ha operato fuori dal paese. Lo scienziato 59enne ha trovato la morte mentre si trovava in auto con la moglie. I due stavano tornando a Teheran dalla loro casa sul Mar Caspio.

La mitragliatrice venne posizionata su un’auto

La mitragliatrice robot venne posizionata su un’auto apparentemente abbandonata, un pick-up Nissan Zamyad blu. A posizionarla sulla vettura sarebbero stati alcuni agenti iraniani che collaboravano con Israele a un incrocio della strada principale. Mentre Mohsen Fakhrizadeh e sua moglie si stavano avvicinando, il killer, un cecchino molto abile, “ha preso posizione, ha calibrato i mirini, ha armato l’arma e ha toccato leggermente il grilletto”. Il tutto sarebbe stato fatto da una posizione sconosciuta, ma comunque molto distante rispetto al luogo in cui è effettivamente morto lo scienziato.