L’Italia abbandonata è l’altra faccia della medaglia di uno dei Paesi più fiorenti a livello artistico e monumentale.

Uno degli Stati più affascinanti del mondo. Nonostante i suoi atavici ed irrisolti problemi, l’Italia resta una delle mete turistiche preferite dai viaggiatori esteri. Il nostro Paese racchiude bellezze uniche ed ineguagliabili che contribuiscono alla miriade di meraviglie che compongono il nostro patrimonio artistico e culturale.

Vicino alle straordinarie opere artistiche e monumentali che fregiano la nazione tricolore, esiste un’altra Italia che si annida nel sottobosco della dimenticanza. L’Italia abbandonata dimenticata dagli uomini: luoghi suggestivi, tetri e misteriosi che un tempo recitavano un ruolo nella vita di tutti i giorni. In questo articolo, analizzeremo cinque location terminate nell’oblio del dimenticatoi. Che il viaggio abbia inizio.

1) La “Chiesa Blu”

In Italia non mancano certamente le chiese. Il nostro Paese ospita all’interno dei suoi confini Città del Vaticano, centro della Cristianità mondiale. Accanto alla meravigliosa Basilica di San Pietro, vive una chiesa abbandonata da moltissimi anni che aspetta, impazientemente, di esser destata dal torpore della dimenticanza umana.

La struttura si trova in Emilia-Romagna, più precisamente a Piacenza. La sua storia è molto particolare: fu costruita negli anni ’30 per poi essere abbandonata verso la metà degli anni ’80 come seminario. La fine della funzione religiosa non ha terminato la sua utilità: nel tempo ha ospitato, infatti, una scuola di polizia ed un centro d’accoglienza. Dal 1995 è in stato d’abbandono.

Intorno al 1935, dei proprietari terrieri donarono una casa adiacente ed il terreno circostante all’ordine dei gesuiti. Il seminario divenne uno dei luoghi di formazione più importanti del Nord Italia. La struttura è attualmente in vendita presso il Tribunale di Milano dopo il fallimento dell’azienda che nel 2000 l’aveva rilevata.

La chiesa, nonostante la sua stasi, si è conservata molto bene e non è stata vandalizzata o trafugata. Un movimento vorrebbe portare all’attenzione delle istituzioni una nuova valorizzazione della struttura: i cittadini locali vogliono restaurarla per farla diventare una casa di cura per anziani.

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La Chiesa Blu (Credit: Elisa Barbari)

2) Greenland: il parco giochi fantasma

Vi piacciono i film horror? Ecco, questa location potrebbe diventare il set di un lungometraggio di Dario Argento. Perché? Rappresenta uno dei cliché più in voga: il parco divertimenti abbandonato. In Italia ne abbiamo uno, più precisamente si trova nel comune di Limbiate, in provincia di Monza.

Il parco giochi fu una delle mete predilette da famiglie e giovani: Greenland, questo il suo nome, era un luogo dove rilassarsi, giocare e fare picnic all’aperto. Un’evasione dalla monotonia della vita quotidiana. Attivo dal 1964, conobbe la sua massima notorietà negli anni ’80. Come accade per il famoso LunEur di Roma, il parco fu chiuso per scarsa igiene e problemi di sicurezza.

Il parente del parco divertimenti della Capitale (riaperto dopo tanto tempo) non ha conosciuto un finale gioioso: fu chiuso nel 2002 ed oggi le sue rovine di ferro arrugginito testimoniano l’antico splendore. Un set perfetto per girare film di paura.

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Le rovine ferrose di Greenland

3) Il manicomio

Lo sappiamo: è un altro set perfetto per qualsiasi film horror. Il manicomio abbandonato con il suo carico di pene e sofferenze. Un luogo che trasuda dolore, pazzia e senso di abbandono anche se funzionante. Immaginatevi quanto questa sensazione sia amplificata se la struttura risulta dimenticata dal mondo intero.

Come per la “Chiesa Blu” analizzata nel primo punto, ci troviamo in Emilia-Romagna. A Colorno, in provincia di Parma. Cerchiamo di raccontare brevemente la sua storia: nella città ducale esplose un’epidemia di colera nel 1873; l’amministrazione provinciale decise di trasferire l’ospedale psichiatrico a Colorno, riadattando un convento. Gli anni passarono e quella soluzione temporanea divenne definitiva, infatti la parte posteriore della costruzione religiosa rimase adibita a manicomio della provincia, fino alla sua definitiva chiusura.

All’interno si possono ammirare le opere di uno street artist brasiliano che enfatizzano le pene dei pazienti segregati nella struttura. Pazienti che in vita erano stati sempre costretti a subire violenze di ogni genere, nella speranza che la morte giungesse in fretta, per dare loro un po’ di pace. Il manicomio fu chiuso negli anni ’90 a seguito della legge Basaglia.

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La desolazione straziante dell’ex manicomio (Credit: Parma Quotidiano.info)

4) L’isola maledetta di un’Italia abbandonata

Facciamo tappa nella bellissima Venezia. Siamo abituati ad ammirare le meraviglie del capoluogo veneto ma esso nasconde anche luoghi maledetti e dimenticati. A sud della laguna veneziana si staglia Poveglia, un’isola di 7.25 ettari che ospita undici fabbricati abbandonati e fatiscenti che in passato venivano utilizzati solo ed esclusivamente come luoghi di quarantena e ospedali psichiatrici.

Nel 1300 la peste nera flagellò la nostra Penisola con il suo carico di orrore e morte. Gli appestati veneziani venivano trasportati su quest’isola con la promessa di guarire. Non sapevano, purtroppo per loro, che l’isolotto maledetto sarebbe stato la loro tomba. I malati psichiatrici non andavano incontro ad un miglior fato: divenivano prigionieri dimenticati della struttura degli orrori. Perché “degli orrori”, vi chiedete? Entrambe le due categorie venivano trattate con disprezzo e la violenza fisica era all’ordine del giorno.

La terra maledetta è fonte di numerose leggende: i pescatori locali, ad esempio, parlano di “pesce pescato morto” nei pressi dell’isola. Con gli anni, la fama nefasta del luogo ha attirato diversi investigatori del paranormale. L’isola è stata messa all’asta nel 2014 ma ancora nessun possibile acquirente.

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Poveglia vista dall’alto (Credit:Getty Images)

5) Il Vallone dei Mulini

Chiudiamo questa cinquina dell’Italia abbandonata con il Vallone dei Mulini di Sorrento, provincia di Napoli. In questa location, la natura ha reclamato con forza le costruzioni create dall’uomo. È una valle della costiera sorrentina che ospita una segheria, un lavatoio pubblico ed un mulino alimentato dalle acque sorgive che sgorgavano, pure, dalla collina.

La zona è stata abbandonata nella seconda metà dell’Ottocento dopo la costruzione della vicina Piazza Tasso che ha isolato il vallone e chiuso tutte le vie di comunicazione. Oggi, le costruzioni sono quasi sommerse dalla flora che è riuscita, grazie al microclima umido, a crescere rigogliosa. Il Vallone dei Mulini può essere visto solo affacciandosi alla ringhiera del burrone stesso.

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Il Vallone dei Mulini di Sorrento visto dalla ringhiera

Luoghi misteriosi ed affascinanti per un turismo meno canonico ma più avventuroso. L’Italia è anche questo: nasconde tra i suoi confini mete dalla storia complessa, bellissima e travagliata. Un patrimonio abbandonato che potrebbe diventare un polo turistico alternativo.

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