L’Italia femminile, dopo aver conquistato i quarti di finale, sembra davvero poter iniziare a sognare in grande a questo Women’s World Cup 2019, grazie soprattutto ad un gruppo di giocatrici eccezionali.
“Sempre più forti, noi contro tutti. Perché forse adesso ci credete anche voi che stiamo meglio in campo che in cucina. Siamo tra le 8 migliori al mondo. Non molliamo niente!”.
La tocca piano Barbara Bonansea, con una foto sul suo profilo Instagram recante questa frase, dopo aver superato la Cina agli ottavi. Una sentenza forte, pungente, diretta e profondamente cazzuta. Cazzuta come questa Nazionale femminile, che continua a collezionare trionfi e a spazzare via ogni ostacolo, dimostrando una tenacia e una determinazione davvero encomiabili.

Italia femminile, che gruppo eccezionale!
Per un’Italia maschile che è recentemente crollata agli Europei Under 21, c’è un’Italia femminile granitica che non si arrende, lotta, combatte, mastica filo spinato, sputa sangue e va avanti, contro tutto e tutti, riportando il vessillo tricolore su quelle alte vette, dove l’aria è più frizzante. Uno splendido gruppo di giovani donne, dentro e fuori dal campo, che ha ottenuto fino a qui ottimi risultati, grazie anche alle straordinarie competenze tecniche di una allenatrice formidabile come Milena Bertolini. Talento e compattezza, disciplina ed unione, sono questi gli ingredienti segreti che hanno creato quel perfetto mix esplosivo, diventato quasi impossibile da disinnescare per le avversarie.

Statistiche e ‘armi segrete’
Con soltanto 2 reti subite (entrambe su rigore, per giunta) e 9 realizzate, questo team ha dato prova di eccellenza su ogni fronte. Dalle solide mani di Laura Giuliani, a quell’invalicabile muro centrale formato dal roccioso duo Gama–Linari, che ricorda tanto l’impenetrabile stretto di Messina cantato da Omero nell’Odissea, presieduto da Scilla e Cariddi. Dall’intelligenza fredda, lucida ed affilata di Giugliano, che come un Beppe Vessicchio dai piedi gentili dirige il proprio centrocampo in maniera impeccabile, ai polmoni d’acciaio, probabilmente forgiati dai fuochi del Monte Fato, di Bergamaschi, instancabile paladina offensiva della fascia destra. Per non dimenticare l’impressionante classe di Bonansea, che danza delicata sul pallone come una étoile dalla sconfinata eleganza. E questo solo per citarne alcune, ma senza trascurare o nulla togliere alle altre, pedine altrettanto fondamentali nello strabiliante scacchiere azzurro.

Verso Italia-Olanda
Il 2 a 0 rifilato alle Cinesi ci ha regalato non solo la prima vittoria in assoluto nella storia in una fase a eliminazione diretta, ma soprattutto i tanto attesi quarti di finale. Un traguardo importantissimo, che mancava addirittura dal 1991, sebbene al tempo si trattasse di un torneo senza ottavi, disputato soltanto da dodici partecipanti (e non ventiquattro come oggi). Ma non può e non deve finire qui. Domani pomeriggio alle ore 15.00 ci sarà l’Olanda di Sarina Wiegman ad attenderci a Valenciennes. Una sfida certamente ostica, visto che ci batteremo con le campionesse in carica degli ultimi Europei. La ‘Grande Muraglia’, sotto i colpi di Giacinti e Galli, è stata demolita. Adesso tocca ai ‘Tulipani’ essere estirpati, non dal prato della Noordoostpolder, ma dal nostro cammino, in modo da poter fare un ulteriore passo verso la gloria finale. Step by step.

Ultime considerazioni
Dunque, respiro profondo, sguardo al cielo e via, pronte per la prossima battaglia, ché nulla è impossibile per delle guerriere di questo calibro, a cui già si devono riconoscere tantissimi meriti. Non solo quello di essersi classificate prime nel proprio girone, davanti a squadre più quotate come Brasile ed Australia, né quello di essere arrivate tra le 8 migliori del mondo, ma piuttosto di aver fatto breccia nel cuore dell’intero popolo italiano e di aver diffuso un dilagante e crescente entusiasmo. Insomma, ormai quegli stupidi pregiudizi, legati al fatto che il calcio appartenga esclusivamente ad una sola categoria sessuale, sembrano finalmente (speriamo) essere stati abbattuti. E forse è proprio questa l’impresa più significativa portata a termine finora. Alla fine la passione, l’amore per questo meraviglioso sport e, perché no, anche qualche passo di Macarena, possono veramente rappresentare il collante più potente al mondo, capace di unire chiunque.

Tartaglione Marco