Jamie Chadwick: caccia al sorpasso di “genere” in Formula 1

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Di Maria Laura Scifo

Essere un’icona a 24 anni non è facile, eppure quello che Jamie Chadwick sta facendo per il mondo automobilistico femminile è assolutamente da rimarcare. La tre volte campionessa delle W Series aspira, come ogni pilota, ad arrivare un giorno in Formula 1. Nessuna precedenza però, se mai dovesse accadere questo dovrà essere solamente per merito. Andiamo dunque a vedere la storia di questa atleta che qualche settimana fa ha festeggiato il suo terzo titolo, in altrettante edizioni, della W Series.

La carriera fin qui di Jamie Chadwick

Si scrive W Series, ma si legge Jamie Chadwick. Forse appare troppo semplicistico eppure è altresì un vero e proprio dato di fatto. Dacché il campionato femminile è stato creato infatti ad imporsi è stata sempre la pilota britannica. Presentata nel 2018, la prima competizione si è svolta nel 2019 e ad oggi lei è salita sul podio per ben 18 volte, vincendone 11, su un totale di 21 gare disputate. Ha trionfato dunque sia nella prima edizione, che in quella del 2021 (mentre nel 2020 a causa della pandemia non è stato possibile disputare il torneo). Da poco si è laureata nuovamente campionessa e seppure sia stato un titolo sicuramente ben festeggiato, è arrivato in modo un po’ anomalo.

La W Series del 2022 infatti non si è conclusa e il motivo è tutto economico. Sono venuti a mancare i fondi che avrebbero dovuto ‘sostenere’ le ultime tre gare, per via del fallimento di un accordo con un investitore americano. Essendo però state disputate almeno 7 gare, si è raggiunto il numero sufficiente per poter dichiarare una vincitrice. In testa dunque vi era proprio Jamie Chadwick con 50 punti di vantaggio su Beitske Visser. Appuntamento dunque al prossimo anno? Si spera perché la situazione resta abbastanza complessa.

I problemi della W Series

La W Series in principio è nata con lo scopo di incoraggiare la partecipazione femminile alle gare automobilistiche, sfondando quindi un habitat che storicamente era stato considerato, a torto, pienamente maschile. Nel 2021 è poi nata anche la W Series Academy, per coltivare appunto i talenti femminili, attraverso un programma di crescita e sviluppo. Il problema però, come purtroppo spesso accade, è la carenza di fondi. La stessa Jamie Chadwick aveva fatto notare come i premi in denaro fossero esigui e limitati per partecipare eventualmente in Formula 3 ad esempio: un fatto che rende difficile adempiere agli obiettivi preposti dall’organizzazione. La mancanza di fondi infatti non consente talvolta nemmeno di scoprire i talenti. Provare uno sport motoristico è molto più difficile e complesso rispetto ad altri.

Anche per il prossimo anno, come lasciato trapelare, regna un poco di incertezza. Chiudere in anticipo questa stagione sicuramente ha consentito di cominciare a pensare alla prossima e la CEO Bond Muir ha voluto rassicurare tutti sulla questione. Tuttavia, ci saranno da risolvere prima le solite questioni burocratiche, come riferito ai microfoni di Motorsport: “Abbiamo avuto offerte da un diverso numero di persone, ma il problema è che i soldi non piovono dal cielo e le persone devono passare attraverso la diligenza dovuta“.

Jamie Chadwick vuole arrivare in Formula 1 e vuole farlo nel modo giusto

La pilota britannica ha sempre creduto fortemente nel progetto della W Series, ma adesso si è posta un nuovo obiettivo. L’imperativo di ogni sportivo è infatti quello di migliorarsi sempre e una regola non scritta afferma che per correre più forte sia necessario gareggiare con chi viene ritenuto più forte di sé stessi. Motivo per cui Chadwick non si pone limiti e aspira ad arrivare alla Formula 1, senza scorciatoie di sorta, passando quindi per la F3, F2. “La strada è quella e non esiste imbrogliare” aveva detto ad Eurosport in una lunga ed interessante intervista.

Non riuscire a fare il salto finora è stato frustrante, ma la pilota ha riconosciuto anche che il livello della W Series appare ancora inferiore. C’è un gap da colmare in parte per questioni di esperienza, come si è visto si tratta di un campionato giovane, e poi si torna al lato economico. Vi è bisogno di un supporto maggiore e dunque al momento quello che può essere garantito non è abbastanza. “Con tutti questi fattori messi assieme non aveva senso partecipare alla F3. Non potevo assicurarmi di avere un sostegno stabile, non ero abbastanza preparata. Se io riuscirò ad arrivare in Formula 1, lo farò per merito e talento. Non voglio arrivarci come per un gesto simbolico. Penso che porterebbe molti più danni che benefici al movimento. Se io andassi in F3 per questo motivo e la stagione andasse male ne sarei responsabile e non voglio che questo si rifletta sulle donne che prendono parte allo sport. Voglio farlo per le giuste ragioni e procedere nel modo giusto”.

Cosa è mancato fin qui?

Il primo pensiero che può passare per la testa è effettivamente cosa possa essere mancato fino a questo momento. La risposta non può che essere le persone, o meglio, gli investitori. C’è chi ha investito, la W Series ne è una piena testimonianza, ma siamo ancora in una fase molto embrionale. D’altro canto, un maggiore interesse è sempre venuto dal campo maschile e dunque sponsor e supporter economici hanno preferito concentrarsi su una sorta di guadagno sicuro, se così si vuole chiamarlo. Eppure il pubblico femminile non manca e il parco pilote si sta sviluppando in modo sempre maggiore.

Questo nel tempo si è tradotto nell’avere dei veicoli migliori e più potenti in Formula 1, motivo per cui non è possibile compararli con quelli della W Series. Ovviamente c’è da considerare anche l’aspetto della preparazione fisica e delle pressioni fisiche a cui il corpo viene sottoposto ad alte velocità. Tuttavia proprio su questi fattori si potrebbe investire maggiormente, ovvero spingere sul creare veicoli adatti anche per le donne: come in F1 ogni veicolo viene perfettamente adattato ad ogni pilota per essere più performante, così si dovrebbe fare in campo femminile. Si tratta di un concetto interessante e su cui forse non si dibatte molto che Jamie Chadwick, nell’intervista già citata, esprime in modo chiaro.

La straordinarietà di Chadwick

Potrà volerci ancora del tempo che non è possibile al momento quantificare. Tuttavia, Chadwick appare già una luce rivoluzionaria per il lavoro che sta portando avanti. In passato infatti è vero che ci siano state altre donne che hanno corso in Formula Uno, F2 o F3, ma si è trattato sempre di momenti estemporanei che non hanno avuto un seguito concreto. Far crescere il movimento delle pilote significherebbe dare continuità ad un processo che fin qui è stato sempre spezzettato. In questo sta la straordinarietà della britannica che è determinata a provare a buttare giù ogni barriera. Intanto la differenza l’ha già fatta.

Maria Laura Scifo

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