Jean-Paul Sartre, nato nel 1905 in Francia, è considerato il padre della corrente esistenzialista.

Jean-Paul Sartre e “La nausea”

Filosofo, drammaturgo, scrittore, nelle sue opere ha sempre cercato di dimostrare come l’uomo sia l’unico responsabile della propria esistenza e delle proprie scelte.

Un esistenzialismo ateo, che nega Dio, la creazione e qualsiasi fondamento metafisico. L’uomo ha un suo progetto di vita ed è suo compito scegliere cosa diventare, è quasi condannato a inventarsi una propria esistenza. 

La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma è volere tutto ciò che si fa.

Nato a Parigi da una famiglia borghese, rimase orfano di padre che era ancora un ragazzo. Fra il 1924 e il 1928 studiò all’École Normale Supérieure di Parigi e, in questi anni, conobbe Simone de Beauvoir, alla quale restò sentimentalmente legato per tutta la vita.

Nel 1964 gli venne conferito il premio Nobel che rifiutò perché…

Ho rifiutato il premio Nobel per la letteratura perché rifiuto che qualcuno consacri Sartre prima della sua morte. Nessun artista, nessuno scrittore, nessun uomo merita di essere consacrato da vivo, perché ha il potere e la libertà di cambiare del tutto. Il premio Nobel mi avrebbe innalzato su di un piedistallo allorché non avevo ancora terminato di fare delle cose, di esercitare la mia libertà, di agire e di impegnarmi in prima persona. Ogni mia azione successiva sarebbe stata futile. Non sarò mai depositario del Premio Nobel, fin quando potrò ancora agire rifiutandolo.

Quasi cieco, incapace di leggere e di scrivere, morì di edema polmonare a Parigi, era il 15 aprile 1980.

Jean-Paul Sartre, La nausea. Photo: Web
Jean-Paul Sartre, La nausea. Photo: Web

La stesura del suo romanzo La nausea, pubblicato nel 1938, occupò sei anni della sua vita. Inizialmente l’opera venne intitolata Melancholia, dall’opera pittorica di Albrecht Dürer, ma la casa editrice propose quello che diventò il titolo finale.

Il diario di Antoine Roquentin inizia da uno strano malessere: un disgusto, un’inguaribile nausea. Vorrebbe “vederci chiaro”.

La vita gli appare priva di significato, disgustosa. La realtà lo sopprime. 

Sartre cerca di mettere su carta, in un’opera densa, il pensiero filosofico dell’angoscia di vivere. Un romanzo introspettivo sulle note di “Some of these days”, una sorta di cammino che accompagna il lettore nelle più intime riflessioni dell’uomo.

Serena Votano