Jimi Hendrix, Electric Ladyland vortice di creatività

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Jimi Hendrix - immagine web
Jimi Hendrix – immagine web

I The Jimi Hendrix Experience, realizzarono il loro terzo e ultimo album Ladyland nel lontano 1968. Quest’album fu anche il gran finale del grande  Hendrix. Egli lavorando a questo disco, si rese conto che il suo enorme talento andava oltre i limitanti 3 minuti di canzone. Cosa che non comprendeva il suo produttore C.Chandler, che cercava sempre di mantenere quello standard di minutaggio. Ladyland è un vortice di creatività, un’esplosione di talento.

La sua realizzazione era frutto di folli serate all’insegna degli eccessi, e di sedute di registrazione che il gruppo svolgeva a tarda notte. Nonostante tutto, Hendrix in quel periodo migliorò e ampliò ancora di più il suo stile, introducendo delle sonorità che vanno dal jazz al progressive rock. Si può dire che in questo album, Hendrix aveva ormai acquisito una tecnica perfetta. Non a caso, quest’ultimo lavoro discografico dell’Experience è uno dei migliori album della storia.

Jimi Hendrix, la track List di Ladyland

Electric Ladyland ha una scaletta di 16 tracce, tra le più note dell’album abbiamo l’indimenticabile Burning Of The Midnight Lamp. Burning fu la prima collaborazione che avvenne tra Hendrix e Gary Kellgren. I due si trovarono in perfetta sintonia, ed egli fu fondamentale in tutte le sessioni di registrazione. Quando Jimi si rese conto che il brano aveva bisogno di un coro femminile, la moglie di Kellgreen, Marta, propose le Sweet Inspirations, un quartetto diretto da Emily Houston, ovvero la mamma di Whitney Houston.

Hendrix adorava sperimentare con i suoi strumenti, e talvolta capitava che ne costruisse alcuni da solo. In Crosstown Traffic, infatti ha doppiato la traccia della chitarra con un kazoo che ha costruito egli stesso, utilizzando un pettine e un po’ cellophane. Jimi era una persona estremamente stravagante, creativa e determinata, al punto che pur di realizzare il suono che desiderava, avrebbe suonato qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani. Tuttavia, nonostante il duro lavoro in sala di incisione, Hendrix dedicò poco tempo al mixaggio del suo album, e da grande perfezionista quale era, non fu soddisfatto del sound che ne venne fuori.

La “All Along The Watchtower” di J. Hendrix

Jimi hendrix - Immagine web
Jimi Hendrix – immagine web

Oltre a Burning of the midnight, Ladyland contiene tra i suoi 16 brani, anche le famose Rosstown Traffic, Voodoo Child, che era un tentativo di ricreare l’atmosfera del nightclub preferito di Jimi, ovvero lo “Scene”. Il brano fu registrato in sole tre sessionie a cui Kramer, aggiunse l’incisione della voce di un vero pubblico in un secondo momento. in fine, tra le più importanti c’è anche la cover di All Along the Watchtower, di Bob Dylan.

Egli avendo ascoltato la traccia di Jimi ne rimase molto colpito, e ritenne che quella versione fosse meglio dell’originale. B. Dylan sosteneva che Hendrix avesse un immenso talento, e che avesse il dono di riuscire a trovare delle qualità nascoste nelle canzoni, cose che sfuggivano a chiunque altro. Egli pensava che l’eccentrico chitarrista, avesse migliorato la canzone sfruttando gli spazi lasciati vuoti, e spesso era più propenso a suonare questa versione piuttosto che quella scritta da lui personalmente.

Ilaria Cipolletta

Seguici su:

Twitter
Instagram
Facebook
Metropolitan Music
Spotify