
È una delle speranze del Cagliari per centrare una salvezza che, attualmente, sembra essere davvero complicata. Joao Pedro, trequartista dal fiuto del gol accentuato, si è raccontato in un’intervista a cuore aperto parlando del suo passato, del suo presente e del legame con la Sardegna e del futuro che gli potrebbe spalancare le porte della Nazionale di calcio italiana.
Le parole di Joao Pedro
Ecco la bella intervista al capitano del Cagliari realizzata da La Gazzetta dello Sport:
“La possibilità di giocare con la Nazionale italiana è stata un colpo, è come fosse nato qualcosa dentro. Tutti voi sapete quanto è forte il mio legame con l’Italia. Quel poco che sono diventato lo devo a questo Paese. L’Italia vale il Brasile qui ho trovato Ale e sono nati i miei figli. Sono già contento che si sia pensato a me, anche se non dovesse succedere nulla: vivo il momento. Non penso al domani, ma solo all’oggi. L’ho conosciuto. E’ stato un campione, io sono stato fortunato di Cagliari amo la gente, l’aria pulita, il maialetto che se la gioca con la mia amata Picanha, è casa mia. Ho messo in casa una mini palestra, sono collegato 24 ore su 24 con Luis, il mio preparatore. Aver giocato in tanti ruoli mi aiuta. Io facevo il trequartista e pensavo fosse il mio ruolo. Ho seguito tanto Pavoletti e imparato da lui, soprattutto sul modo di colpire di testa”.
“Viaggiai con l’agente di allora da Belo Horizonte a Lisbona, scalo a Roma e quindi Palermo. Ricordo il mare e la pasta al ragù. La mangiai per due mesi di fila. Tanto che ora non la mangio più. Avevo 18 anni, ma da quando ne avevo 13 ero fuori di casa. Mi prese l’Atletico Mineiro, un bel settore giovanile, studiavo lì. Ero bravo in matematica ma avevo in testa solo il calcio: o il calcio o niente. Ho sofferto, infanzia povera: è stata dura. Alessandra? Lei è stata fondamentale in quegli anni difficili. Squalifica per doping? Ho pensato di non giocare più allenavo a casa da solo e lavoravo per dimostrare la buona fede. C’è stata sempre Ale, ma anche il Cagliari. Quando mi hanno fatto capitano, mi hanno chiamato Di Francesco e il presidente Giulini. Sento una responsabilità enorme”.
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(Credit foto – Pagina Facebook Fr Serie A)