L’animo umano infranto è un martirio maledetto. La psiche che logora la carne, l’astratto che vince il concreto. Lo soggioga al punto di diventare ossessione, unica certezza, unico buio. Un controllo votato alla decadenza. Tutti possono cedere alla sofferenza, non c’è ceto, etnia o religione esonerato da tale processo autodistruttivo. Ognuno può essere schiavo di sé stesso.

Joaquin Phoenix al limite dell’agonia.

Joaquin Phoenix, il grande attore, interprete straordinario del Joker, premio oscar, che nel corso della sua carriera ci ha abituati ad interpretazioni di peso, curate all’eccesso, emotivamente partecipate. La sua depressione è stata più forte del suo talento. La morte del fratello River nel 1993 è stato un vettore importante e l’alcolismo un catalizzatore deleterio. Nel 2005 il ricovero per abuso di alcol presso un centro di riabilitazione e poi il duemilasei fatale e decisivo.

Joaquin Phoenix premiato agli oscar foto dal web. Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix premiato agli oscar foto dal web

26 gennaio 2006: Werner Herzog provvidenziale

E’ il ventisei gennaio 2006, poco fuori Hollywood, Joaquin Phoenix in auto, sbanda e si rovescia rovinosamente sul ciglio della strada. Di lì provvidenziale passa un’auto, il cui conducente è il grande regista tedesco Werner Herzog che si accorge dell’incidente, accosta inconsapevole dell’ospite del rottame. Si avvicina e vede Joaquin che sprezzante della posizione sta per accendersi una sigaretta detonatrice nel mezzo di benzina colante. Il regista conosce ben e l’attore e intimandolo a non compiere quel gesto apparentemente banale lo indurrebbe ad agire al contrario.

Agisce, dunque, entra nell’abitacolo e caccia via la cicca dalla mano del superstite. Sfonda, poi il vetro del bagagliaio e lo tira fuori. Phoenix non ha neanche il tempo per rignraziarlo. Werner è già andato via.

Werner Herzog foto dal web. Joaquin Phoenix
Werner Herzog foto dal web

La vita che si beffa della morte. Un secondo di più, un secondo di meno. Il pragmatismo tedesco che si fa eroico. Grazie, insomma, a Werner Herzog per non averci privato di Joaquin Phoenix. State a casa.

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