Uscito l’11 Giugno per La nave di Teseo, L’enigma della camera 622 è subito balzato ai primi posti della classifica dei libri più letti, dove ancora permane indisturbato. Il libro di Joel Dicker scrittore Svizzero classe 1985, famoso per La verità sul caso Harry Quebert, potremmo definirlo un libro nel libro. Lo scrittore stesso infatti, si fa protagonista detective, anche qui di quello che potremmo definire un cold case, mischiando la sua vita e la sua storia con quella che sembra scrivere proprio mentre noi leggiamo.
Per Joel Dicker la chiave di ogni cosa, di ogni storia, si trova nei libri, in quelle storie concepite dalla sua mente, dal suo talento. La gente pensa che un libro nasca da un idea, scrive, quando invece è l’esigenza di scrivere che lo porta alla luce. In questo caso, l’esigenza dello scrittore sembra nascere anche dalla volontà di celebrare il suo editore recentemente scomparso: Bernard De Fallois. Figura importante nella sua vita, mentore, amico, maestro, uomo originale, forte, che fortemente ha creduto in lui e al quale deve tutto il suo successo. Dove vanno i morti’? ovunque ci si possa ricordare di loro.
L’enigma della camera 622
La camera 622 è quella di un lussuoso albergo incastonato nelle Alpi svizzere, dove quindici anni prima che lo scrittore vi mettesse piede per trascorrere quello che sarebbe dovuto essere un tranquillo fine settimana, è stato commesso un omicidio rimasto irrisolto. Il Palace de Verbier infatti, ogni anno ospitava l’evento finanziario più mondano dell’anno. È qui che, la notte prima che venisse eletto il nuovo presidente della banca, verrà assassinato uno dei possibili candidati alla carica più ambita. Lo scrittore si accorgerà di un’anomalia: la camera 622 oggi non esiste più , al suo posto vi è la 621 bis. Sarà proprio indagando sul significato di tale stranezza, che verrà a conoscenza dei fatti accaduti in quella lontana notte, e si metterà, spinto da una affascinante sconosciuta anche lei ospite dell’albergo, sulle tracce di un assassino mai identificato.
Una grande storia d’amore
Cosa siamo capaci di fare per difendere le persone che amiamo? È quello che ci chiede lo scrittore, perché è da questo che si misura il senso della nostra vita. Ed è per questo che prima che un giallo, L’enigma della camera 622 è un romanzo d’amore. Amore viscerale fra il protagonista e suo padre, talmente forte da spingerlo oltre ogni limite e condannarlo ad anni di dissimulazioni, bugie, trucchi, travestimenti. Amore nostalgico per la madre morta quando era bambino. Amore per quella donna amata anche dal suo rivale, per la quale sembra spostare tutto il mondo, con la forza di quella passione che può portarti fino all’autodistruzione.
E poi c’è l’amore di chi ti fa da mentore, ti prende sotto la sua ala, di chi avrebbe voluto che fossi anche sangue del suo sangue ed è pronto a tutto per te, per farti diventare chi sei, anche quando nemmeno tu lo sai veramente. Sempre lontano dallo schema del thriller americano, delle indagini che tanto ci appassionano in libri e serie TV , Joel Dicker riesce comunque ad incollarci alla pagine fino alla fine. Fino a quasi a metà del libro non ci rivela chi è l’uomo ucciso nella camera 622, e fino quasi all’ultima pagina non ci permette di capire chi sia l’assassino.
La vita è un romanzo di cui già si conosce la fine: il protagonista muore. La cosa più importante in fondo, non è coma va a finire, ma in che modo ne riempiamo le pagine. Perché la vita come un romanzo, deve essere un’avventura. E le avventure sono le vacanze della vita.
Cristina Di Maggio
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