Nel giorno in cui avrebbe compiuto 30 anni, John Travolta ha voluto omaggiare il figlio Jett, morto nel 2009, con un tenero messaggio.

 “Mio carissimo Jetty, mi manchi più di quanto le parole possano dire. Ti penso ogni giorno. Buon compleanno. Ti voglio bene, papà”. Il ragazzo, che era affetto da una forma di autismo, venne trovato morto in bagno dopo un attacco epilettico.

Jett era affetto dalla sindrome di Kawasaki e, fin da piccolissimo, soffriva di attacchi epilettici. Proprio a causa di uno di questi, durante una vacanza alle Bahamas insieme ai genitori, il ragazzo cadde sbattendo la testa e morì.

Solo alcuni anni dopo la sua morte i Travolta avrebbero parlato pubblicamente di autismo. La prima a farlo era stata Kelly Preston, nel 2012, in una intervista alla CBS. «Non credete alla maggior parte delle cose che hanno scritto. Jett era autistico, soffriva di attacchi epilettici e quando era piccolo soffriva della Sindrome di Kawasaki», disse alla trasmissione The Doctor. Travolta, dal canto suo, non ha mai perso fiducia in Scientology: «Non ci ha mai lasciati per due anni. Non so se ce l’avrei fatta senza il loro supporto». Prima con la moglie, poi dopo la sua scomparsa nel 2020, l’attore è impegnato con una Fondazione che si occupa di ragazzi con bisogni speciali, così come era il suo Jett.