Dimenticate il glam rock e il Duca Bianco pensate piuttosto al rhythm and blues, ai capelli lunghi e ai passi confusi seppure ondeggianti sui tacchi da donna: David Bowie in cerca di se stesso, di un’identità, determinato a trovarla con l’obiettivo del successo, egocentrico come ogni artista che si rispetti.
E’ il Bowie degli esordi quello che arriva sul grande schermo in “Stardust”, presentato alla Festa del Cinema di Roma, film di Gabriel Range con protagonista il musicista Johnny Flynn che interpreta il futuro genio musicale quando a 24 anni fa il suo primo tour in America.
“Stardust”: il dramma personale di David Bowie tra arte e follia
Non un semplice biopic ma un film che proverà a scavare, nel profondo, l’animo ribelle di uno dei migliori artisti della storia del rock. Il viaggio attraverso gli States che Range racconta diventa così anche quello interiore che David Bowie potrebbe aver intrapreso, e che avrebbe portato alla nascita dei suoi tanti alter ego tra cui, Ziggy Stardust.
“Per me la cosa più importante è stata interpretare una persona vera, un essere umano, non solo un’imitazione di Bowie. Volevo capire cosa provava in quel momento di crisi, di estrema vulnerabilità”, ha dichiarato Flynn in conferenza stampa durante la presentazione del film presso l’Auditorium Parco della Musica in Roma.
Terry Burns e la paura della schizofrenia
Al centro del film non ci sono i grandi successi del Duca Bianco, ma un dramma personale, la paura della schizofrenia, un male che affliggeva diversi componenti della sua famiglia, tra cui il fratellastro Terry Burns, a cui era molto legato e che gli ha trasmesso il suo amore per la musica.
Per raccontarlo il regista ci porta nel 1971, quando un giovane Bowie, dopo l’unico successo di “Space Oddity” e dodici flop musicali, si reca in America per promuovere il suo nuovo disco, “The Man Who Sold The World”, dove da ogni brano traspare lo spettro della schizofrenia, qualcosa che in quel periodo tormentava l’artista. La pellicola verrà distribuita nelle sale prossimamente da I Wonder Pictures e il regista si augura che il suo film possa piacere ai familiari di Bowie, come affermato in conferenza: “Volevamo mostrare il massimo rispetto verso di lui”
In arrivo la ristampa di “The Man Who Sold The World” di David Bowie
Originariamente pubblicato il 4 novembre del 1970, The Man Who Sold The World di David Bowie, rappresenta uno dei dischi seminali della massiccia discografia dell’artista scomparso a 69 anni il 10 gennaio del 2016. Ad occuparsi della ristampa ci ha pensato la Parlophone Records che lo renderà disponibile con il titolo originale e con una nuova copertina, il 6 novembre. La ristampa uscirà in vinile nero da 180 grammi e in edizione limitata, oltre ad edizioni numerate in oro e in vinile bianco con audio reso disponibile anche sulle piattaforme digitali.
Il musicista inglese, inizialmente, voleva chiamare il suo terzo album in studio “Metrobolist”, un omaggio al celeberrimo film di Fritz Lang del 1927, “Metropolis”. Ma accadde che, per la sua pubblicazione negli Stati Uniti, la Mercury Records, senza consultarsi con Bowie, ribattezzò l’album “The Man Who Sold the World”. La ristampa uscirà quindi con il nome “Metrobolist” e con l’artwork di Mike Weller, l’artista che creò la copertina originale dell’album.
David Bowie “The Man Who Sold the World” – Album
Giuliana Aglio
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