Il caos creativo di Jorge Luis Borges

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Di Redazione Metropolitan

Jorge Luis Borges è una delle figure più complesse del panorama letterario del ventesimo secolo. Ereditò l’amore per la letteratura dalla famiglia di origine. Questa era composta da studiosi e militari. Nato a Buenos Aires il 24 agosto del 1899, visse parte della sua giovinezza in Europa.

La malattia lo costrinse ad abbandonare molto presto il sogno di intraprendere la carriera militare. Lo affliggeva una retinite pigmentosa che lo condusse gradualmente a cecità.

All’età di ventisei anni incontrò quella che sarebbe stata una compagna di vita, ma prima ancora una musa, Victoria Ocampo. Il loro amore fu particolarmente prolifico. Tutta la produzione letteraria di Borges ne risentì.

La morte del padre e l’incidente

Dopo una fervida produzione scrittoria, Borges subì una l’improvvisa perdita della figura paterna e in più anche un grave incidente. La setticemia che lo afflisse lo costrinse ad una temporanea immobilità che però non incise sulla sua creatività, come lo stesso aveva temuto. La stessa incombente cecità venne utilizzata per nutrire il suo indiscusso genio creativo. Borges era dotato di un grande senso dell’ironia che a volte era facile confondere con del sarcasmo. Fu indubbiamente uno dei suoi punti di forza. La cecità incalzante ad un certo punto lo mise di fronte alla sua potenza visionaria, altro elemento alla base di tutta la sua produzione artistica.

“Ho affidato quanto è da scrivere a un uomo qualunque; non sarà mai quello che voglio dire, ne sarà almeno il suo riflesso. Dalla Mia eternità cadono segni. Altri, non questi che è il suo amanuense, scriva l’opera. Domani sarò tigre fra le tigri e dirò la Mia legge nella selva, o un grande albero in Asia. Ricordo a volte, e ho nostalgia, l’odore di quella bottega di falegname”.

Il realismo magico e Jorge Luis Borges

L’approccio letterario di Borges fu inizialmente orientato alla poesia. L’approdo alla prosa fu più tardivo. Sicuramente si trattò di un autore completo, esponente di quel Realismo Magico che fu anche di Gabriel Garcia Marquez. Le sue trame particolarmente intricate e ricche di argomenti a sfondo fantastico, resero l’autore argentino una grossa fonte di ispirazione per i poeti e scrittori che vennero dopo di lui. I suoi racconti sono poetici e bizzarri, ricchi di artifici narrativi che gli valsero numerosi premi e vari riconoscimenti internazionali.

Realismo Magico, K. Artu, web
Realismo Magico, K. Artu, web

Jorge Luis Borges e il caos di scrivere ed esistere

I primi scritti di Jorge Luis Borges risalirebbero addirittura all’infanzia. A sette anni pubblicò il racconto dal titolo “L’elmo fatale”, a nove, la traduzione in lingua spagnola di un racconto di Oscar Wilde. Gli scritti giovanili furono pervasi dall’entusiasmo per la conoscenza e per lo studio dei precedenti autori. Gli Anni Venti furono indubbiamente quelli migliori. Nel 1921 Borges fondò il Manifesto ultraista, che ebbe un’ampia diffusione nei circoli letterari di Buenos Aires. Negli anni successivi, la produzione letteraria dell’autore fu vastissima, variegata, e come dominata da un caos artistico. Quel caos che del resto caratterizzò la sua intera esistenza.

“Ho cercato, non so con quanto successo, di redigere racconti lineari. Non mi azzarderò a dire che sono semplici; sulla terra non c’è una sola pagina, una sola parola che lo sia, giacché tutte postulano l’universo, il cui attributo più noto è la complessità”.

Jorge Luis Borges e il glorioso declino

Nel 1955 Jorge Luis Borges venne nominato direttore della Biblioteca Nazionale, realizzando così un sogno accarezzato da tempo. Dopo la prestigiosa nomina, Borges andò incontro al suo glorioso declino. Trent’anni caratterizzati da una feconda produzione poetica e letteraria. Si spense infatti il 14 giugno del 1986, assistito dalla sua amatissima Maria Kodama, sua seconda moglie.

“E’ una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre“.