La sua vita è stata recentemente rappresentata nel film “Judy“, grazie a cui l’attrice Renée Zellweger, nell’interpretare Judy Garland, si è aggiudicata il suo secondo Oscar. La carriera della diva, iniziata da giovanissima, venne segnata da numerose difficoltà che l’hanno portata a una prematura scomparsa il 22 giugno del 1969, per un’overdose accidentale di barbiturici. Ripercorriamo quindi i successi dell’attrice e cantante che l’hanno resa una delle icone del periodo d’oro di Hollywood.
La carriera dell’attrice Judy Garland, tra cinema e musica
Fin da piccola inizia ad esibirsi in teatri di provincia, ma il suo potenziale venne subito notato da un talent scout della Metro Goldwyn Mayer, che le procura un contratto cinematografico portandola al successo nei panni dell’innocente Dorothy nel film “Il mago di Oz“. Film divenuto un cult anche per la canzone che lo impreziosisce e uno dei pezzi più famosi della Garland: “Somewhere over the raimbow” (per il quale vinse l’Oscar giovanile). Dietro questo rapido e notevole successo c’era molto altro, di più subdolo, che stava rovinando la vita di una ragazza forse troppo inesperta per un meccanismo spietato come quello dello star system.
Questo perché dovette affrontare una serie di battaglie personali, dai genitori che riversano su di lei tutto il loro desiderio di emergere e farsi un nome nel mondo dello spettacolo, ai produttori cinematografici i quali, cercavano di manipolare la sua immagine a proprio piacimento. Lentamente inizia a sprofondare tra le varie difficoltà che Judy Garland incontra lungo tutta la sua carriera, portandola ad avere problemi legati alla dipendenza dalle droghe e dall’alcol.
Judy Garland: la parabola della diva
Se da un lato tutto sembrava pronto per crollare, dall’altro da sua fama cresceva sempre di più. La sua carriera proseguiva senza mai fermarsi infatti incise il brano, poi diventato un classico delle festività natalizie, “Have Yourself a Merry Little Christmas“, registrato per il film del 1944 “Incontriamoci a Saint-Louis“. Oppure nel 1945 la vediamo protagonista nel film “L’ora di New York”: prima vera grande interpretazione drammatica per la Garland che, privata dei ruoli musicali, dimostra tutto il suo talento.
L’enorme successo non fa che alimentare i suoi problemi di dipendenza che la portano ad avere un grave esaurimento nervoso verso il 1947 e a tentare il suicidio per ben due volte. Quella che era una diva invidiata per il successo e la ricchezza, ora si trovava ad essere sommersa di debiti, tanto da esibirsi nei night club per guadagnare qualcosa. Per lei però non fu ancora la fine, uno dei sui ultimi grandi successi a livello cinematografico fu “È nata una stella”, divenuto un cult grazie soprattutto alle sue doti da attrice e alla sua voce.
Gli anni ‘60, gli ultimi della sua vita, li dedicò alla televisione, con una serie di programmi sulla CBS, al cinema, recitando nel suo ultimo film del 1963 e ai concerti. Tra tutti è da non dimenticare lo show alla Carnegie Hall di New York, che le frutterà due Grammy. Si conclude così, a soli 47 anni, la parabola di un’artista immensa, ma altrettanto fragile, con la speranza che ora, per lei, da qualche parte oltre l’arcobaleno il cielo sia azzurro.
Francesca Agnoletto
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