Caliente, con un’onda di capelli corvini a sfiorare il collo. Accende gli animi con una mano poggiata sullo stomaco, e con l’altra porta il microfono alle labbra. Perché la musica la sente: viene da dentro, e arriva al pubblico in una vibrazione melodiosa della sua voce. È il Re latino di tutti i tempi, cantante solista di maggior successo nella storia d’Europa. Trecento milioni di dischi venduti nel maggior numero di lingue, rose rosse lanciate sul palcoscenico, donne, ‘sono un pirata e un signore‘ ha detto di sé attraverso una canzone. Julio Iglesias, il Mito assoluto.
Leggenda, verità, corazon
Gli ammiratori di tutto il mondo, hanno temuto per la sua salute, quando pochi mesi fa, si sono rincorse voci, illazioni, articoli di giornale, sulla presunta malattia dell’artista che, la sua lunga assenza dalle scene, pareva confermare. Ma è stato Julio in persona a chiarire la situazione attraverso un post sul suo profilo Instagram, poco tempo fa: pubbliando una foto di quando a 20 anni stava recuperando le forze fisiche dopo un grave incidente stradale subito nel 1963. All’inizio gli servivano due bastoni per camminare, ricorda. E dovette interrompere la sua promettente carriera da calciatore, come portiere nelle giovanili del Real Madrid. «Avevo 19 anni quando un giorno qualunque mi ritrovai in ospedale quasi in fin di vita e con pochissime speranze di recupero – scrive Iglesias – a 21 anni nuotavo sei o sette ore al giorno finchè non ne potevo più, ed è stato lì che ho iniziato a scrivere canzoni (per l’insonnia che lo tormentava e una chitarra regalatagli da un infermiere)». La notte dello scontro in auto, nel giorno del 20esimo compleanno, i medici diedero “minime” le possibilità di tornare a camminare.
Solo lui può parlare della sua storia. Trovando collegamenti con il passato, spiega la situazione recente: «Certo che mi fa male la spalla come è sempre stato, ed è ovvio che a 78 anni abbia meno forze rispetto a una volta. Alla mia età nemmeno a un grande sportivo si può chiedere di allenarsi come faceva a 20 anni.. A volte dicono che sto male, io sto come dovrei stare alla mia età e se devo raccontare la storia della mia vita lo farò in prima persona perché nessuno può farlo meglio». Ma dal giornalista Jorge Rial è partita l’indiscrezione, avuta da una celebrità dello spettacolo di cui non fa nome, amico del cantante, che si sarebbe recato in visita presso la casa del cantante a Miami, trovandolo costretto su una sedia a rotelle. Vero è che, negli ultimi anni Julio vive tra le ville nella Repubblica Dominicana e Miami.
Tibia, perone e ragazze
“Sono molto meglio di quello che sento là fuori. Guarda, ogni volta che leggo come sto mi spavento, perché da quando sono stato ucciso 15 o 20 volte, non so come sopravvivo.. Sono, come direbbe un buon galiziano, all’inferno..”, ha dichiarato Iglesias nel programma radiofonico spagnolo “El Partidazo de Cope”. Salutando gli ascoltatori con “Buona notte in Spagna, buon pomeriggio qui a Miami”. Attribuendo i dubbi diffusi sulle sue “spacciate” condizioni, a una foto in cui nel 2020, passeggiava lungo la riva in spiaggia con l’aiuto di due giovani donne in costume da bagno: “Mi hanno visto con due ragazze molto belle, e il fatto è che mi ero rotto la tibia e il perone e stavo con le gambe alzate per due mesi, ero magro, ero una merda, ma ora è finita, sto perfettamente bene“.
Un patrimonio personale di 936 milioni di dollari, e la fama di latin lover. Vanta di avere conquistato 3.000 donne solo tra il 1970 e il 1980. Ma per la star spagnola conta solo l’umiltà: “La verità è che non ho una bella voce. Non l’ ho mai avuta. Non serve, per avere successo in questo mestiere”. Figlio di un ginecologo, e fresco di laurea in legge, arrivò per la prima volta nel 1969 per perfezionare l’inglese nella ‘Londraswinging‘; era il tempo di minigonne, capelloni, figli dei fiori, e imperversava il rock. Cominciò a suonare nei pub, e tornato in patria, guardava il festival di Sanremo in tv. Partecipò al festival della Canzone in Eurovisione ad Amsterdam, e a sorpresa lo vinse con il brano scritto da lui stesso intitolato “Gwendolyne“, una ballata dedicata a una giovane francese conosciuta mentre militava nel calcio.
La valigia sul letto
Da “Manuela” (1975) a “Pensami” (versione italiana di “Júrame” di un’autrice messicana), frutto della lunga collaborazione con Gianni Belfiore, autore di più di 80 sue canzoni (come “Se mi lasci non vale“); quest’ultimo era capitano sulle navi, e incontra la star spagnola durante una crociera. “Uno dei più grandi scrittori mai esistiti in Italia“, diceva Julio dell’amico nato a Genova da genitori siciliani. “The Guardian” ha scritto “la voce che incanta”: Iglesias si esibì con Frank Sinatra che divenne maestro e amico; insieme hanno cantato “Summer Wind” nel 1993. Con Willie Nelson interpretò “To All The Girls I’ve Loved Before“, con Diana Ross “All Of You“, “My Love” con Stevie Wonder, “When You Tell Me That You Love Me” con Dolly Parton e ancora “Crazy” di Willie Nelson, e ‘Y Fragile’, in duo con Sting. Nel suo repertorio i classici “And I Love Her“, “Always On My Mind“, “Caruso“ e “As Time Goes By” dalla colonna sonora del film “Casablanca“.
“Flirtare” è fondamentale per il grande conquistatore di Spagna. Lui che ha una bibbia di insegnamenti nel suo repertorio canzoniere “non vado a un appuntamento senza un fiore, ma non confondo il sesso con l’amore“. E continua, “Ci sono uomini che hanno il flirt nel sangue. Basta guardarli negli occhi. Si vede dagli occhi, se un uomo ama le donne”. Almeno fino al dicembre del 1990, quando incontra la giovane modella Miranda Rijnsburger all’aeroporto di Jakarta in Indonesia. Dopo averla vista si avvicinò per invitarla al suo concerto, in programma quella sera stessa. «Avevo dei dubbi – racconta lei a Vanity Fair – Sapevo chi era, anche se non sapevo tutto della sua vita personale. Ci ho pensato e alla fine ho accettato». 22 anni più giovane di lui, e finì per seguire il cantante in tutto il suo tour, tra Kuala Lumpur, Singapore e Tokyo. E ben cinque figli arrivano nel corso della loro relazione.
Ultime notizie
Il 12 maggio, a Londra, è stato conferito a Julio Iglesias un prestigioso premio come artista latino di maggior successo di tutti i tempi. La consegna dell’onorificenza è avvenuta prima delle due serate del 13 e 19 maggio in cui Julio terrà i concerti, nella sala dove cantò per la prima volta nel 1982 alla “Royal Albert Hall” di Londra. “La mia medicina è il palco”.
Federica De Candia Seguici su Google News