Lo scorso novembre 2020, un comandante militare israeliano ha ordinato che Khitam Saafin, protettrice dei diritti umani, fosse posta in detenzione amministrativa per sei mesi. Tale detenzione è stata poi ridotta a quattro mesi il giorno dopo la revisione. Le prove “segrete”, su cui si è basato l’ordine di detenzione amministrativa devono ancora essere rese note a lei e al suo avvocato.

Khitam Saafin-Photo credits: Marsad Palestine

Il 2 novembre 2020, diversi soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa di Khitam Saafin ad Al-Bireh, arrestandola. Alla donna inoltre non è stato permesso di ricevere visite familiari. Dopo l’arresto è stata trasferita nella prigione di Hasharon in Israele, senza essere informata delle accuse a cui dovrà far fronte, senza processo, né una data definita di rilascio, dal momento che gli ordini di detenzione amministrativa rimangono soggetti a rinnovo. Solo nell’ultimo giorno del suo attuale ordine, che sarà il 1° marzo 2021, saprà se sarà rilasciata o trattenuta.

Cos’è la detenzione amministrativa

La detenzione amministrativa è una pratica che equivale a una forma di tortura psicologica. È stata introdotta per la prima volta in Palestina dal mandato coloniale britannico. Imprigiona i palestinesi senza accusa o processo sulla base di un “file segreto”, al quale non può accedere neanche l’avvocato della detenuta o del detenuto. L’uso arbitrario di tale detenzione è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani della Quarta Convenzione di Ginevra. Tali diritti conferiscono alle persone protette il diritto a un processo equo, fatta eccezione nel caso in cui vi siano “motivi imperativi di sicurezza”. In Palestina questi attacchi nei confronti degli attivisti sono frequenti per mettere a tacere coloro che difendono ed esprimono la loro opposizione alle politiche dell’occupazione israeliana, inclusi i difensori dei diritti umani. Almeno 370 prigionieri palestinesi sono detenuti in base a tali ordini, su un totale di circa 4.500 prigionieri politici palestinesi.

Il sostegno verso HìKhitam Saafin- Photo credits: web

Il sostegno nei confronti di Khitam Saafin

Un gruppo di organizzazioni femminili progressiste nella regione araba, ha sollecitato il suo rilascio immediato. Ha dichiarato di “chiedere ai diritti umani e alle organizzazioni femminili nella regione, di cristallizzare una campagna di solidarietà regionale e internazionale per chiedere il rilascio del compagno Khitam e del resto dei prigionieri palestinesi”. Chiede inoltre un serio e reale sostegno nei confronti del movimento prigioniero palestinese. Rilevanti sono state anche le parole del membro del Parlamento europeo Manu Pineda. Il presidente della delegazione del parlamento per le relazioni con la Palestina, ha esplicitato una dichiarazione al Servizio europeo per l’azione esterna. Ha invitato il Servizio europeo per l’azione esterna e l’Unione Europea a “mobilitare le sue risorse diplomatiche per ottenere il rapido rilascio della signora Saafin e tutti gli altri cittadini palestinesi detenuti senza accuse formali”.

Chi è Khitam Saafin

Khitam Saafin è a capo dell’Unione dei Comitati delle donne palestinesi ed è anche membro del segretariato generale dell’Unione generale delle donne palestinesi. In precedenza ha ricoperto il ruolo di coordinatrice della sezione palestinese della marcia delle donne globali. È sostenitrice di un maggiore coinvolgimento delle donne palestinesi nella politica, con l’obiettivo finale di porre fine all’occupazione illegale israeliana. L’Unione dei Comitati delle donne palestinesi ha inoltre organizzato manifestazioni di solidarietà per sostenere le donne incarcerate e le loro famiglie. Ha inoltre rilasciato dichiarazioni che descrivono dettagliatamente le violazioni dei diritti umani israeliane.

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