“Knock Knock”, l’horror erotico di Keanu Reeves stasera in tv

Foto dell'autore

Di Federica De Candia

“Sei un salvatore di vite Evan, non tutti di questi tempi farebbero entrare due perfette sconosciute dentro casa...”. È notte. La pioggia infuria. Due ragazze come gattini inzuppati, sono sull’uscio di una casa. Smarrite bussano per cercare l’indirizzo di una festa. Il loro cellulare si è bagnato. Dietro la porta un uomo da solo. “Knock Knock“, stasera in tv non si è al sicuro neanche in casa propria..

Un tranquillo weekend, che l’architetto Evan Webber doveva trascorrere nella sua dimora di lusso lavorando ad un progetto di costruzione. Mentre moglie e bambini erano al mare. Keanu Reeves resta un tenero e smarrito ometto, soltanto il tempo di una scampanellata. Lo spettatore intuirà presto che lo spettinato e fascinoso Reeves, padrone di casa, cadrà nelle insidie delle smaliziate ospiti. Il professionista rubato alla consolle da DJ, quella sera sfodera la sua vecchia arte: metterà sul piatto dei vinili per le giovani. Per farle sentire a proprio agio. Molta cura per due disturbatrici notturne. “Knock Knock“, si presenta subito come un horror erotico. Del 2015, scritto, diretto e prodotto da Eli Roth. È interamente ispirato al film “Death Game” del 1977 di Peter S. Traynor. C’è anche l’attrice Colleen Camp, nel ruolo di Vivian, che nel film originale interpretava una delle protagoniste.

Knock Knock, chiavi nella toppa

Genesis (Lorenza Izzo) e Bel (Ana de Armas), sono le due maliarde, terroriste ‘della porta accanto’. La prima, di origini cilene, era moglie di Roth, il regista, che ha conosciuto sul set di “The Green Inferno“. Proprio perché era il marito a dirigerla, non ha avuto problemi ad interpretare le scene di nudo. Mentre De Armas, cubana, è divenuta famosa in seguito grazie a “Blade Runner 2049” e “Cena con delitto“. Sono loro le ancelle di questo horror spinto; non caratterizzato da sangue e carneficine, ma da una tortura intellettuale, che mira alla psiche. Non solo: i sani principi, la fedeltà di un padre di famiglia, saranno sadicamente tentati. Una doccia ristoratrice concessa alle fanciulle, sarà la trappola per attirare l’uomo in bagno, nude senza vergogna. E al signor Keanu Reeves non resterà che lasciarsi sedurre, stremato e sconfitto. Impotente, solo nel negarsi. “Knock Knock” stasera in tv mette i brividi, di tutti i tipi, per tutti gli appetiti.

Il giorno dopo, accusandolo di adulterio e pedofilia, le ragazze si impossessano della casa. Lo legano, lo immobilizzato. Divulgano sui social un filmato di un rapporto con lui. Ben poco è lasciato all’immaginazione. Da quella porta non è mai entrato un po’ di sottile pudore. La seduzione è soltanto l’arma iniziale. Poteva durare più a lungo il meccanismo di ‘corteggiamento’, tendendo più accattivante il film, ma troppo presto si passa all’esplicito, alla violenza. Le perversioni sessuali, e scene imbarazzanti toccano il culmine. E i dialoghi senza censura. Era una notte buia e tempestosa..: il computer, la pioggia battente, le ombre. Prodotto da Quentin Tarantino, scritto sulla locandina, ha attirato critiche discordanti, positive e negative. In molti si sono chiesti come Keanu Reeves abbia accettato un ruolo simile. “Beh, non avete un’aria così pericolosa, e nel peggiore dei casi credo… che sarei in grado di tenervi a bada”. Dice all’apparenza l’architetto, vedendo in loro chissà quale vocazione.

Keanu Reeves, uomo zerbino

“Papà ha fatto una festa”. Pare che il reale proprietario della casa adibita a set, stesse per svenire quando vide il disordine, ad opera delle due furie, creato per girare le scene. Lontano da ogni credibilità, prosegue la trama: suscitando nel pubblico la stizza, difronte un uomo possente che non riesce a far fronte a due isteriche di passaggio. Stasera in tv il rumore sinistro di una bussata, “Knock Knock“. Chi è? Sto film.

Federica De Candia. Seguici su MMI e Metropolitan Cinema!