Kurt Cobain: 28 anni senza l’angelo del rock

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Di Alessandro Carugini

Kurt Cobain è nato ad Aberdeen il 20 febbraio del 1967 ed è morto a Seattle il 5 aprile del 1994. E’ stato cantautore e chitarrista, nonché frontman dei Nirvana. Anche lui entrato nel ‘famoso’ Club dei 27, un’espressione giornalistica che si riferisce ad alcuni artisti morti all’età di 27 anni. Ma le leggende su questo esclusivo Club si sprecano. Esiste addirittura una teoria sul fantomatico patto col diavolo stretto dai membri del club. Ma sono solo leggende.

Dal successo all’eccesso

I Nirvana, si sono formati nel 1987 e divennero in due anni uno dei gruppi cardine della scena alternative rock. Nel 1991, il brano Smells Like Teen Spirit, è l’«inno di una generazione», Kurt Cobain è considerato, come anni prima Bob Dylan, «portavoce» di una generazione.

Negli ultimi anni della sua vita Cobain lottò contro la dipendenza dall’eroina e le pressioni dei media su di lui e sulla moglie Courtney Love, da cui aveva avuto una figlia di nome Frances Bean.

La mattina dell’8 aprile 1994 il corpo senza vita di Cobain è trovato da Gary Smith, un elettricista. Smith vide il corpo steso. Ad esclusione del poco sangue proveniente dall’orecchio sinistro e dal naso di Cobain, Smith disse di non aver rinvenuto segni visibili di particolari traumi e pensava che si fosse addormentato. L’elettricista trovò inoltre quella che sembrò una lettera di suicidio, ma non per l’investigatore Tom Grant. A suo giudizio infatti la lettera sembrava più che altro un addio al mondo della musica piuttosto che a quello terreno. Un fucile a pompa era accanto al corpo. L’autopsia conferma che la morte di Cobain è causata da un «colpo di fucile autoinflitto alla testa». Gli esami tossicologici rilevarono un’altissima dose di eroina nel suo sangue con anche presenza di Valium. Il rapporto disse anche che Cobain era morto con tutta probabilità nel pomeriggio di martedì 5 aprile 1994.

Nella lettera di suicidio diretta all’amico immaginario della sua infanzia, “Boddah“, Cobain citò una canzone di Neil Young, Hey Hey, My My (Into the Black): “È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente“. La frase compare anche nella canzone dei Queen Gimme the Prize inserita nella colonna sonora del film del 1986 Highlander – L’ultimo immortale. L’uso da parte di Cobain di quel testo ebbe un profondo impatto su Young, che dedicò parte dell’album Sleeps with Angels alla sua memoria. La lettera citava anche Freddie Mercury, cui Cobain invidiava la passione per il suo lavoro e per il suo pubblico, immutato per tutta la sua carriera.

The Cobain Files

Lo scorso anno l’FBI ha reso pubblici i suoi file su Kurt Cobain. Si tratta di appena 10 pagine, ma interessanti. La parte più importante di questi file sono due lettere, inviate da persone i cui nomi sono stati cancellati. Entrambe esortano il Bureau a indagare sulla morte di Cobain considerandola omicidio e non suicidio.

«Milioni di fan in tutto il mondo desiderano che le incongruenze che circondano la sua morte siano chiarite una volta per tutte».

si legge in una delle due missive, scritta a macchina nel settembre 2003. La lettera cita tra le altre cose il documentario Kurt & Courtney del regista Nick Broomfield come esempio di scetticismo sull’argomento.

La seconda lettera è scritta a mano e risale al 2007.

«La polizia che si occupa del caso non ha mai preso seriamente in considerazione la possibilità che si tratti di un omicidio e non di un suicidio», si legge. «Questa cosa mi preoccupa perché l’omicida è a piede libero». L’autore della lettera cita alcune prove come il fatto che:

«Non c’erano impronte digitali sul fucile con cui si pensa si sia ucciso».

E afferma che, nella lettera che ha lasciato, Cobain:

«Non parla apertamente del desiderio di morire, lo fa solo nella parte scritta con un’altra calligrafia che sembra sia stata aggiunta alla fine».

Due diversi agenti dell’FBI hanno dato risposta alle lettere usando frasi pressoché identiche.

«Apprezziamo la sua preoccupazione circa la possibilità che Mr. Cobain sia stato vittima di omicidio».

Si legge in entrambe.

«Tuttavia, la maggior parte delle indagini per omicidio rientrano nella giurisdizione delle autorità statali o locali».

Nelle risposte si spiega che affinché il Bureau si muova devono essere presentati:

«Atti specifici relativi alla violazione di leggi federali e che sulla base del contenuto delle lettere non siamo in grado di identificare alcuna violazione della legge federale all’interno della giurisdizione investigativa dell’FBI».

Il Bureau ha perciò rinunciato a intraprendere alcuna indagine.

L’eredità di Kurt Cobain

Cobain è diventato un’icona fra i giovani di oggi, a tal punto da influenzare sia la musica sia la cultura giovanile.

Secondo la rivista Rolling Stone Cobain è stato il miglior artista degli anni novanta nonostante la sua breve vita. È al 45º posto nella lista dei 100 migliori cantanti e al 12º posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi secondo Rolling Stone.

Cobain ha sempre dichiarato che se non fosse diventato un musicista sognava di guadagnare come artista. Dopo la sua morte numerosi suoi dipinti vennero svelati al pubblico. A partire dal 2014, ogni 20 febbraio, la sua città natale di Aberdeen organizza una giornata a lui dedicata, all’insegna di concerti, incontri e spettacoli al fine di ricordare l’importanza della sua musica.

Nel 2014 i Nirvana vengono ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame.

Alessandro Carugini

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