La bella addormentata nel bosco è uscito al cinema più di 60 anni fa ed è considerato l’apice dei lavori di Walt Disney dal punto di vista dell’animazione
La ricerca del perfezionismo sotto ogni aspetto nella realizzazione de La bella addormentata nel bosco ha reso questo sedicesimo Classico un piccolo capolavoro.
La bella addormentata nel bosco è un film del 1959, per la realizzazione ci sono voluti 6 anni e 6 milioni di dollari. Si tratta della terza favola raccontata da Walt Disney: il successo delle due precedenti (Biancaneve e i sette nani e Cenerentola) ha suggerito di continuare su questo stile. La difficoltà stava nel non ripetersi cercando di superare la qualità dei prodotti precedenti.
La bella addormentata: le innovazioni del film
Appena il film inizia si nota già dallo stile che c’è differenza rispetto ai lavori passati. Intorno all’anno di uscita del film, nelle case iniziavano ad esserci i primi televisori, quindi il cinema passò un po’ in secondo piano. Per questo motivo La bella addormentata nel bosco è stato realizzato con una tecnica nuova: “Technirama 70”. La pellicola era più larga del solito permettendo ai disegnatori di aggiungere molti più dettagli alle scene, che sarebbero risultati ancora meglio sul grande schermo del cinema.
I disegni del film sono stati fatti in modo da ricordare l’ambientazione medioevale: furono studiati antichi arazzi e miniature di dipinti persiani. Ogni dettaglio dello sfondo è curato, abbiamo quasi l’impressione di vedere un quadro in movimento. Inizialmente si aveva il timore che la presenza di tutti i particolari dello sfondo potesse distogliere l’attenzione sui protagonisti.
Adattare i personaggi agli sfondi non era semplice: era necessario trovare un compromesso tra forme lunghe e morbide. Il risultato è stato dei migliori perché si ha proprio l’idea del volume occupato dai personaggi che si muovono in modo fluido senza stonare con il contorno.
Il film La bella addormentata nel bosco è l’ultimo ad essere stato colorato interamente a mano. Questa tecnica dona uno stile raffinato e delicato che contribuisce a rendere il classico uno dei più curati.
Per realizzare un secondo del film erano necessari 24 disegni. In un’intera giornata più o meno si riusciva a realizzare un solo disegno (completo di colori e dettagli).
La bella addormentata: lo studio dei personaggi
Il corpo delle tre fate è formato da coni e cilindri suggeriti dalle forme dei vestiti, ma il viso è tondo e ricorda il tipico stile dei personaggi Disney.
L’idea iniziale di Walt Disney era di non differenziare queste tre figure (ottenendo qualcosa di simile ai nipoti di Paperino: Qui, Quo e Qua), ma gli animatori hanno preferito attribuire un carattere e un aspetto specifico per ogni fata e in effetti si è rivelata una scelta vincente.
Malefica è una figura piuttosto rigida che più che altro sentenzia ordini. Il corvo che l’accompagna è presente proprio per dare più movimento all’antagonista. La voce di questo personaggio è di Eleanor Audley, la quale aveva doppiato anche la matrigna nel film Cenerentola. In questa occasione Audley è stata anche la modella per il personaggio.
Attori in carne ed ossa si occupavano di girare le scene che poi sarebbero state animate. I disegnatori osservavano le riprese e le utilizzavano come modelli di riferimento per i loro disegni. Ad esempio, era utile vedere il movimento della gonna di Aurora per poterla rappresentare al meglio mentre questa fa le giravolte nella foresta. I movimenti riproposti nel film sono più che altro caricature di quelli originali. Se si fossero limitati a ricalcare le scene dei modelli, per assurdo, sarebbero risultate poco naturali. Ecco perché gli animatori sono definiti attori con la matita.
La bella addormentata: le scene salienti
La scena nel bosco in cui avviene l’incontro tra Aurora e Filippo è uno dei momenti salienti del film, accompagnata dalla canzone “Io lo so” (in originale “Once upon a dream”). Walt Disney aveva definito noiosa una prima versione della scena, infatti aveva suggerito di aggiungere più animaletti. In effetti la presenza degli animali rende la romantica scena più divertente e piacevole soprattutto agli occhi di un bambino.
Il principe Filippo è sempre accompagnato dal suo cavallo che rende il personaggio più interessante. La scena che vedete nell’immagine sopra mostra il principe che entusiasta comunica al padre di essersi innamorato. Qualcuno ha fatto notare che il ragazzo non avrebbe potuto sollevare il padre con quell’estrema facilità. La risposta da parte degli esperti è: “A chi importa?” spiegando che quella era la rappresentazione di una persona innamorata e che quindi avrebbe potuto sollevare qualsiasi cosa.
La battaglia finale tra Malefica e Filippo ci tiene incollati allo schermo. Walt Disney non aveva mai paura di esagerare con le scene cupe, come infatti aveva già fatto con la regina cattiva in Biancaneve e i sette nani. Gli animatori avevano dovuto valutare in che modo le fatine potessero contribuire con la loro magia. Abbiamo dei bellissimi effetti di rocce che si trasformano in bolle o frecce che diventano fiori. Una cosa è chiara: la magia delle fate può solo fare del bene.
Il motivo della ricerca del perfezionismo
Disneyland, il parco a tema in California, ha aperto nel 1955 e Walt Disney era molto impegnato nella sua gestione, oltre a produrre film. Il suo contributo al film La bella addormentata nel bosco è stato inevitabilmente diverso rispetto al primo film Biancaneve e i sette nani, per il quale aveva curato ogni singolo aspetto. Erano passati anni dal primo classico e aveva a disposizione più disegnatori. Walt forniva le sue impressioni sul film e gli animatori prendevano la sua volontà come un ordine.
Proprio Walt Disney ha ammesso che in Biancaneve e i sette nani ci sono molti dettagli sbagliati (che noi non notiamo neanche), ma ne La bella addormentata nel bosco tutto è esattamente come dovrebbe essere.