
La Corea del Nord ha lanciato questa mattina almeno 10 missili di vario tipo verso la Corea del Sud. Pyongyang li ha testati «verso le acque fuori dalla costa ovest ed est» del paese, secondo quanto ha spiegato il Comando di stato maggiore congiunto di Seul. Uno di questi è caduto vicino alle acque territoriali del sud. Il presidente Yoon Suk-yeol ha condannato il lancio definendolo una violazione de facto del territorio del Sud e ordinando «un’azione rapida per far pagare al Nord le provocazioni». Yoon, ha riferito l’agenzia Yonhap, ha anche invitato i militari a essere pronti contro ulteriori provocazioni di alto livello da parte di Pyongyang, durante la riunione convocata d’urgenza del Consiglio di sicurezza nazionale
«Il lancio del missile nordcoreano è molto insolito e inaccettabile, poiché è caduto vicino alle acque territoriali sudcoreane a sud della linea di confine settentrionale per la prima volta» da quando la penisola è stata divisa, ha dichiarato ai giornalisti Kang Shin-chul, direttore delle operazioni dello Stato Maggiore Congiunto. Dopo il lancio dei missili è partito l’allarme antiaereo sull’isola sudcoreana di Ulleung. L’isola è situata a circa 150 chilometri dalla città costiera orientale di Donghae. Seul ha detto che sono stati tre i missili balistici a corto raggio lanciati dall’area di Wonsan nella provincia di Gangwon verso il mar del Giappone intorno alle 8:51 di mercoledì 2 novembre. «Uno di questi è atterrato in alto mare a sud della Northern Limit Line (NLL) nel Mare Orientale», ha dichiarato lo Stato Maggiore. Si tratta dello spartiacque che limita i confini delle due Coree. Il proiettile è atterrato a 26 chilometri a sud della NLL, a 57 chilometri a est della città costiera di Sokcho (160 chilometri a nord-est di Seul) e a 167 chilometri a nord-ovest dell’isola.

Il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, ha affermato che il lancio di missili da parte della Corea del Nord è “di fatto un’invasione territoriale”. Uno dei missili di Pyongyang, infatti, ha valicato il confine marittimo di fatto tra le due Coree, concludendo il suo volo a breve distanza dalle acque territoriali sudcoreane.
La Corea del Nord ha avvertito che gli Stati Uniti e la Corea del Sud pagheranno un “prezzo terribile” se decideranno di utilizzare la forza contro il Paese, e ha ribadito l’accusa ai due Paesi di preparare una invasione tramite le massicce esercitazioni militari congiunte intraprese negli ultimi mesi. Pak Jong-chon, segretario del Comitato centrale del Partito del lavoro nordcoreano, ha sollecitato Washington e Seul a porre fine alle “provocazioni militari” contro Pyongyang.
Il ministro della Difesa del Giappone, Yasukazu Hamada, ha riferito nel corso di una conferenza stampa che almeno due missili si sono inabissati all’esterno della zona economica esclusiva giapponese, a circa 150 chilometri dal sito di lancio. Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha nuovamente definito “inaccettabili” i lanci di missili della Corea del Nord, che ne ha effettuati ben 28 dall’inizio del 2022
I lanci nordcoreani di oggi arrivano mentre Corea del Sud e Stati Uniti hanno iniziato le più grandi esercitazioni aeree di sempre, le Vigilant Storm, che dureranno fino a venerdì. Esercitazioni che da sempre Pyongyang vede come una provocazione e il preludio ad un’invasione. Ieri il Ministero degli Esteri del Regno eremita aveva avvertito gli Usa che ci sarebbero state “contromisure potenti” se le esercitazioni non si fossero fermate. “Se gli Stati Uniti e la Corea del Sud cercheranno di usare le loro forze armate contro di noi, i nostri mezzi speciali porteranno a termine la loro missione strategica senza indugio. Gli Stati Uniti e la Corea del Sud dovranno affrontare una situazione terribile e pagare il prezzo più orribile della storia”, ha dichiarato Pak Jong-chon, segretario del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord. “Il numero di aerei da guerra coinvolti nelle Vigilant Storm dimostra che l’esercitazione è aggressiva e provocatoria e che ha come obiettivo specifico la Corea del Nord. Il nome imita l’Operazione Desert Storm condotta dagli Stati Uniti contro l’Iraq negli anni Novanta”.