L’iconica scalinata di Trinità dei Monti a Roma che unisce piazza di Spagna con l’omonima chiesa, è di proprietà della Francia. L’insolita rivendicazione è apparsa su un articolo di Le Monde che cita un resoconto della Corte dei Conti di Parigi. I magistrati della Corte, come riporta Le Monde, sostengono che “occorre confermare lo stato giuridico” della scalinata di piazza di Spagna: il capolavoro di Francesco De Sanctis, inaugurato nel 1726, venne “costruito con fondi francesi e gestito fino alla fine dell’800 dai Pieux Etablissements“, che governano la chiesa di Trinità dei Monti, San Luigi dei Francesi e altri tesori che, secondo gli ispettori, sono gestiti in modo sciatto e negligente.
Roma sono presenti cinque chiese francofone (San Luigi dei Francesi, Sant’Ivo dei Bretoni a Campo Marzio, San Claudio dei Borgognoni a via del Pozzetto e San Nicola di Lorrain) e 13 immobili di proprietà francese e gestiti dai Pii Stabilimenti, ente che è sotto controllo dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. La gestione delle chiese rientra in alcuni accordi presi nel 1700 e ancora mantenuti tra la Francia e lo Stato della Chiesa. Negli anni del fascismo questi beni furono rivendicati e l’ambasciatore francese per evitare l’espulsione, nel 1940 si rifugiò in Vaticano. Finita la guerra tutto è tornato alla condizione precedente.
La Corte dei conti francese rivendica la proprietà di Trinità dei Monti a Roma
La meravigliosa architettura del Rione Campo Marzio, che unisce il Pincio con Piazza di Spagna, venne commissionata dal cardinale Pierre Guérin de Tencin e finanziata dal mecenate Étienne Gueffier. A memoria la targa, presente lungo la Scalinata di Trinità dei Monti, ricorda la costruzione avvenuta nel 1725 a opera dell’architetto Francesco De Sanctis sotto Papa Benedetto XIII Orsini (1724-1730). La stessa cita il Re di Francia Luigi XV e il Cardinale Melchior De Polignac dal momento che la Francia finanziò la realizzazione dell’opera.
La Corte dei Conti francese sostiene quindi che la scalinata è stata costruita con circa 20mila scudi dell’epoca forniti dal diplomatico francese Etienne Gueffier all’impresa. Proprio a seguito di questo lascito, sarebbero iniziati i primi progetti degli architetti, tra cui la bottega di Gian Lorenzo Bernini, che hanno portato alla costruzione della scalinata. Ma è proprio da quegli anni che tra la Chiesa e la Francia è iniziata la disputa sulla proprietà dell’area. Sotto la lente della Corte dei Conti francese è finito il tesoriere dell’ambasciata presso la Santa Sede che ha un incarico a tempo indeterminato e ha una responsabilità considerata troppo ampia e poco controllabile. I magistrati francesi ritengono che sia necessario trasformare i Pii Stabilimenti in un ente pubblico e sarebbero emerse delle fatturazioni di dubbia esecuzione che ne stanno mettendo in discussione l’operato.
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