La Corte suprema russa ha confermato  l’inserimento del movimento internazionale Lgbt – una entità che in  Russia non esiste – nell’elenco delle organizzazioni estremiste, come  richiesto dal ministero della Giustizia in una udienza a porte chiuse. I giornalisti sono stati fatti entrare solo quando il giudice Oleg  Nefedov ha annunciato la sua decisione. Il ministero della Giustizia  aveva presentato la richiesta lo scorso 17 novembre

In Russia è severamente punito, per le persone dello stesso sesso, scambiarsi effusioni in pubblico. Si rischiano multe e nel peggiore dei casi la deportazione. Il primo gay pride in Russia si è svolto nel 2006 e si è concluso con numerosi arresti. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha sanzionato il Paese per violazione dei diritti umani.

La Corte Suprema russa vieta il movimento Lgbt, l’Onu non approva

L’Onu deplora la decisione della Corte russa: “nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver lavorato a favore dei diritti umani o privato dei propri diritti a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere”. 

La decisione russa, di vietare questo movimento, ha detto l’Alto commissario per i diritti umani Volker Türk “espone i difensori dei diritti umani e chiunque difenda i diritti delle persone Lgbt+ a essere qualificato come ‘estremista’, termine che ha gravi conseguenze sociali e penali in Russia”. 

“Un giorno sarà finita, ma per ora dobbiamo cercare di continuare a vivere e a salvarci”, ha affermato sui social media il gruppo Resistenza femminista contro la guerra, che critica l’offensiva militare russa in Ucraina. Altre ong, tra cui il gruppo per i diritti transgender “Center T”, hanno detto che avrebbero pubblicato linee guida per la sicurezza dei membri della comunità LGBTQ. Yan Dvorkin, a capo del “Center T”, che ha lasciato il Paese per motivi di sicurezza, ha definito il procedimento legale un “nuovo estremo di follia”.

La svolta conservatrice della Russia, con il presidente Vladimir Putin che esorta i russi a sposare i valori tradizionali propugnati dalla Chiesa Ortodossa, ha visto un’accelerazione dopo l’invasione dell’Ucraina. Secondo Dvorkin, le persone lgbt vengono usate come capri espiatori dalle autorità russe a fronte di un malcontento crescente.