Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Venezia per parlare di un film che ha vinto il Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia. Un lungometraggio sorprendente e visionario che poi ha trionfato anche agli Oscar. Abbiamo dedicato questa puntata a “La forma dell’acqua” di Guillermo del Toro
Le favola di “Cenerentola” e della “Bella e la Bestia“ riviste in chiave dark dove il mostro diventa principe azzurro. Questo traspare nell’universo onirico e visionario raccontato da Guillermo del Toro in “La forma dell’acqua”. Per la prima volta il regista messicano ha detto di aver seguito i suoi sogni e non i suoi incubi. Sogni raccontati attraverso un parsimonioso uso degli effetti speciali. Una scelta attuata anche nella caso della realizzazione del mostro protagonista del film a vantaggio di un maggiore realismo.
La forma dell’acqua, grandi sogni ma con poco
Il regista messicano ha speso di più invece per le inquadrature della sua pellicola. Sono state infatti utilizzate numerose steadycam per seguire i personaggi insieme a dolly e technocrane. Strumenti costosi ma necessari per del Toro perchè “ritmicamente e musicalmente il film ne aveva bisogno”. Il risultato è un film costato solo 19,5 milioni di dollari che racconta una bellissima e tenebrosa storia d’amore. Una pellicola che ci trasmette un messaggio forte: L’amore vince sulla paura della diversità.
Una vittoria politica
“La forma dell’acqua” vinse nel 2017 il Leone d’oro a Venezia acclamato da buona parte della critica come un capolavoro. Tuttavia non mancò chi avrebbe preferito che a vincere fosse stato il romantico “Mektoub, My Love: Canto Uno” di Abdellatif Kechiche o il drammatico “First Reformed” di Paul Schrader. Il messaggio forte sulla diversità di Del Toro non poteva però non far presa sulla giuria. Quell’anno in fatti il presidente era Annette Bening madre di un figlio transgender che si batte da anni per i diritti di questa categoria di persone.
Un’altro elemento che potrebbe avere portato alla vittoria del Toro è anche la politica. Come è apparso evidente dalla successiva vittoria agli Oscar, la vittoria di del Toro come regista che incoraggia le diversità è stato anche un segnale politico. Infatti era una scelta perfetta come attacco all’allora presidente Trump e ai muri che voleva costruire al confine con il Messico.
Stefano Delle Cave